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Un ricordo si forma quando un gruppo di neuroni crea un modello di risposta ad uno stimolo nuovo. Le connessioni neurali, infatti, possono accendersi per ricostruire l'esperienza in un secondo momento sotto forma di ricordo.

Esistono cinque tipi di ricordi:
1) Episodica: richiama alla mente eventi o esperienze del passato, di solito legati a dati emotivi o sensoriali.
2) Semantica: la memorizzazione di notizie specifiche (ad esempio il nome di una capitale).
3) Operativa: è la memoria "di lavoro", dove si accumulano temporaneamente le informazioni; mediamente riusciamo a trattenere dalle cinque alle 7 informazioni contemporaneamente. È la memoria "a breve termine".
4) Procedurale: è la memoria "fisica". L'utilizzo di azioni apprese che non richiedono una rievocazione cosciente (ad esempio il saper andare in bicicletta).
5) Implicita: il recupero di ricordi inconsci che influiscono sul comportamento (ad esempio l'evitare una persona che associamo ad un ricordo spiacevole).

Questi vengono archiviati nella memoria a breve termine, da qui ci sono due possibilità: possono svanire se l'esperienza non ha un grande valore o importanza emotiva; oppure si codificano nella memoria a lungo termine.

Ogni volta che si recupera un ricordo si riattivano le cellule nervose che lo codificarono all'inizio; ciò ne rafforza le connessioni e se l'attività è ripetuta, si consolida nella memoria. Parti del ricordo, come i suoni e gli odori a esso legati si trovano in altre aree cerebrali e per recuperarle si devono attivare tutte le aree coinvolte. Durante il recupero il ricordo può casualmente fondersi con nuove informazioni che si associano in modo indelebile a quello originale - un fenomeno detto confabulazione. Secondo il neuroscienziato Endel Tulving, la memoria si compone di due processi separati: l'archiviazione delle informazioni in quella a lungo termine, e il loro recupero. Il nesso fra i due processi implica che quando ripensiamo all'occasione in cui fu archiviato il ricordo, si innesca il suo recupero.

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«Non stiate troppo sugli allori, Regina. Quello che bravate non verrò da voi da solo.»

Laureline si riscosse, alzando gli occhi dal diario che aveva scritto a undici anni. Da qualche giorno era tornata a casa sua per constatare quanto fosse ancora grave la situazione, era migliorata ma mancava il tetto, la cima della torre che per fortuna non coinvolse il suo "studio" dove teneva l'armeria per la Divinazione. Ora non faceva altro che leggere e rileggere pagine ingiallite per cercare un episodio che avrebbe aiutato la memoria del Cappellaio. Voleva a tutti i costi che si ricordasse di lei, quando lo aveva davanti non poteva fare a meno di ripensare ai tempi passati e sapere che lui non ne avesse conservato nemmeno uno le spezzava il cuore. Per fortuna Mirana comprese il suo bisogno di starsene un po' per conto suo e l'ha lasciata tornare a Memower, anche se da un lato pensava che la sorella non dovesse più rimettere piede in quel posto. Per quanto a lei caro, le aveva cancellato la verità dagli occhi, la lucidità e per recuperarla andare laggiù non era certo l'opzione migliore. Non avevano più affrontato quell'argomento dopo quella mattina, comunque, principalmente perché Laureline non si era più posta il problema.

«Blu Califfo...ti sei trasformato.» disse in risposta lasciando che la creatura si posasse sul palo della sua mano «Che intendi dire con: "quello che bramo non verrà da solo"?»
La farfalla sbatté le ali, frustrata «Non vi ha mai detto che siete una sciocchina? Somigliate ad Alice su questo. Anche lei era dura di coccio, ma Voi la battete.» affermò con tono duro e insensibile. A Laureline die quell'accusa scivolò addosso tranquillamente «Vai al punto.»
«La mente del Cappellaio, come la vostra anche se non l'accettate, si è modificata dopo il vostro addio. Il fatto è che siete stata cancellata, anche se involontariamente dalla biondina, ha innescato un effetto domino su tutti gli abitanti di Sottomondo. Gravando in particolar modo sul Cappellaio essendo vostro carissimo amico.» spiegò l'animale tutto d'un fiato lasciando la ragazza spaesata a tal punto che si alzò costringendolo a spostarsi. Si mise le mani nei capelli «Con questo vuoi dire che non potrà mai ricordarsi di me?» chiese di getto, temeva la risposta, ma doveva saperlo. Le lacrime stavano minacciando di rompere gli argini, ma si costrinse a non lasciaglielo fare, per lo meno non davanti a lui. Tuttavia, se tutti i suoi sforzi alla fine non sarebbero serviti a nulla, tanto valeva farla finita fin da subito senza perderci altro tempo dietro. Si sarebbe rassegnata e avrebbe ricominciato come se il passato non fosse mai esistito. La farfalla sospirò e le si parò svolazzando a pochi centimetri di distanza «No. Dovete solo scavare dentro voi per trovare un oggetto, una frase, un profumo...qualunque cosa che sia abbastanza significativo in modo che il vostro passato si sbocchi nella sua memoria.»

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