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Qualche tempo dopo...

Il principe dell'Altomondo non era ancora tornato dal suo regno e a Laureline mancava, ma non aveva tempo per preoccuparsene perché sebbene fosse tornata dalla sua amata Memower, quest'ultima non stava per niente bene in quel periodo. Si stava letteralmente sgretolando. Ogni giorno una pietra cadeva a terra. Più di una volta Laureline aveva tentato a ricostruirla con un incantesimo, ma non funzionava. Non era quello il modo giusto per farlo e lo sapeva, ma poiché la speranza era sempre l'ultima ad abbandonarla, ci provava ugualmente. Un giorno però decise che le cose stavano davvero andando troppo male e quindi prese e andò al palazzo della Regina. Il suo rapporto con lei -come quello con i vecchi amici- non si era molto evoluto in quei mesi dal momento che aveva preferito restare a casa. Il fatto era che nonostante volesse con tutto il cuore che le cose tra lei, Mirana e i gli altri tornassero come erano prima, la spaventava perché avrebbe voluto dire ripercorrere il passato e non era sicura di esser pronta a farlo. Tuttavia, forse era giunto il momento di cominciare ad affrontarlo.

«Sorella. Prego entra.» la invitò Mirana dopo che bussò al portone del suo palazzo. Laureline la ringraziò con un cenno e andò diretta in cucina dove si prese una sedia per sedersi. Il capo chino con gli occhi puntati a terra. La sorella la raggiunse e si posizionò accanto a lei. «Che succede?»
«Memower sta male. Si sta distruggendo e l'unico modo per evitarlo è...» spiegò l'altra interrompendosi, le lacrime agli occhi. Ci teneva troppo a quel posto per lasciarlo andare senza almeno tentare di salvarlo. Mirana sospirò «Far tornare ai ragazzi il tuo ricordo.» disse poi completando la frase. La sorella annuì «Esatto...è tutta colpa vostra.» affermò tirando su con il naso «Siete state voi a confinarmi laggiù, perché mi odiate. Se fossimo andate d'accordo forse ora non sarei in questo pasticcio.»
A quel punto Mirana fece una cosa che non aveva mai fatto prima. Toccò la sorellina sulla spalla, che sgranò gli occhi incredula. Non si mosse però, quel contatto in un certo senso le dava conforto e in quel momento ne aveva bisogno. «Laureline, non è colpa nostra. O almeno non completamente.» disse con tale calma e dolcemente lanciando poi il braccio.
«Che intendi dire, scusa? Si che lo è invece.» ribatté asciugandosi le lacrime con il palmo della mano. Mirana la guardò un attimo e Inclinò leggermente la testa. «Non te ne ha parlato il principe allora...pensavo l'avesse fatto.» constatò dopo una veloce analisi. Era brillante da quel punto di vista, sapeva intuire le emozioni degli altri al volo e arrivare subito al centro della questione che li turbava. Il problema era fare la stessa cosa con le sue.

«Di cosa, Mirana? Dimmelo.» la voce di Laureline la riportò alla realtà. «Va bene, ascolta.» disse prendendo le mani della sorella nelle sue, una scossa la percorse. Non era abituata a quel tipo di contatto con Laureline e si maledisse per questo.

Era sua sorella, possibile che non l'avesse mai nemmeno sfiorata? Si, purtroppo.

Prese un bel respiro cacciando quel triste pensiero e iniziò: «Dopo la morte di mamma e papà eri troppo instabile psicologicamente per aiutarci con il regno -per via di Tarrant- e quando ci siamo riunite per suddividerci il territorio, Iracebeth ti aveva proposto di andare a stare da lei, ma tu rifiutasti dicendo che volevi un posto isolato dove stare da sola.»

«Non è vero. Siete state voi a...» la interruppe l'altra alzando la voce.

Un inserviente accorse per chiedere se andasse tutto bene e Mirana lo tranquillizzò facendo Si con la testa. Quando se ne andò si rivolse di nuovo a Laureline che stringeva i pugni.

Le sorrise tristemente «No, sorellina. Ti sei condannata da sola alla solitudine. Io e Isi ti abbiamo solo accontentata sperando che saresti stata felice, liberandoti del tuo dolore. In questo abbiamo sbagliato, lo sappiamo. Avremmo dovuto lottare perché restassi invece di abbandonarti.» detto questo si alzò e diede le spalle alla sorella per non farle notare che stava per piangere.

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