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Tornarono dagli amici e Laureline decise di non pensare più alle parole di Tarrant. Non doveva starci male, era normale che pensasse una cosa simile...d'altronde nessuno si ricordava di lei fino a poco fa. Prese un gran respiro e si rasserenò pensando che per intanto era riuscita a recuperare tre amicizie e non era poco, ora ne mancavano due e aveva in programma di provare con Stregatto. Con lui in teoria non sarebbe stato così difficile se trovava l'episodio giusto. La creatura era sempre stata molto affine a lei quindi non ci sarebbero stati grossi problemi...o almeno, era quello che si augurava.
«Giochiamo a chiapparella?» propose Kalea smuovendola da quel pensiero. Dal momento che tutti avevano finito di pranzare, ognuno accettò con entusiasmo - tranne la Regina Bianca, McTwisp e Maliankin che preferirono giocare a una tranquilla partita a scacchi. Così andarono in giardino e la ragazzina cominciò a rincorrere gli altri per acchiapparli.
Era davvero veloce, tanto che la Regina Nera e gli altri quasi non riuscivano a seminarla. Dopo un po' però fortunatamente la ragazza riuscì a trovare un "rifugio" dietro un angolo del castello leggermente nella penombra per riprende un attimo fiato, un venticello leggero le solleticò la spalla. «Stregatto!»
«Shh! Sto cercando di non farmi vedere da quella piccola peste.» la redarguì il felino con una zampa davanti al muso per invitarla a parlare più piano. Lei annuì comprensiva «Perché dici così? Kalea è una bambina così dolce.» disse in un sussurro. Il gatto storse il naso e sorrise «Si, hai ragione. Stavo...» si interruppe a metà frase vedendo che la bimba stava venendo verso di loro. Sparì lasciando Laureline da sola che non riuscendo a scappare in tempo, venne toccata dalla manina di Kalea «Ti ho presa, tocca a te.»

La ragazza alzo gli occhi al cielo con un sorriso a cominciò a ricorrere la bambina che però in un attimo riuscì a scappare mettendo una grande distanza tra loro.
Laureline vide Pinco-Panco passarle accanto «Ti prendo!» gridò allungando il braccio per afferrarlo, ma non ci riuscì e lui le fece la linguaccia scherzosamente. A quel punto accanto le riapparve Stregatto e riprovò fallendo perché l'animale riuscì a vaporizzarsi prima che la sua mano lo toccasse. Di colpo, un ricordo le affiorò alla mente. Corse dietro alla nuvola di fumo blu «Aspetta un attimo...ti ricordi quel pomeriggio d'autunno in cui abbiamo esplorato quella grotta buia poco fuori Haliois che tutti credevano abitata da un mostro?» chiese facendo un passo verso di lui che intento si rese nuovamente visibile. «Ti sembra il momento di parlarne, mia cara?» ribatté in tono gentile, non voleva essere scortese, ma stavano giocando.
Lei lo sguardò implorante giungendo le mani a mo' di preghiera, voleva che gli concedesse solo un minuto in fondo...poi avrebbero potuto continuare a rincorrersi tutto il giorno se proprio dovevano anche se lei sparava di parlare con qualcuno prima di sera, privatamente.
«Ok...si, me lo ricordo. Avevo imparato da poco a sparire perfettamente e durante l'esplorazione, nella quale non trovammo nulla alla fine, io continuavo ad apparire alle spalle dei miei amici per spaventarli. Ma tu come fai a saperlo?» disse il gatto approfittando di quel momento per una pausa. Laureline dondolò un po' sui talloni «Beh...c'ero anch'io.» ammise con un sorriso timido e le mani dietro le schiena, il gatto la squadrò dalla testa ai piedi «Aspetta...tu eri quella ragazzina dai capelli così scuri da sembrare neri?»
«Si, mi hai spaventata a morte un colpo facendomi andare il cuore a mille.» fu la risposta della ragazza entusiasta, stava riuscendo nel suo intento. «È vero. Quanto ne ero entusiasta, non ero mai riuscito a spaventarti prima...ora mi ricordo di te. Perché prima no?» esclamò gioioso mentre il dolce venticello inondò un'altra volta Laureline che fu felice di constatare che ora mancava solo Tarrant all'appello - McTwisp non contava perché sebbene fossero nello stesso gruppo di amici, non erano mai andati molto d'accordo quindi non aveva importanza se la ricordasse o no.
«Non te lo so dire di preciso, ma lascia stare. Non è importante.»

Si sorrisero e ripresero il gioco fino a quando la più piccola non fu stanca di correre per tutto il prato, ovvero quando cominciò a farsi sera con il sole che cominciava a tramontare per far spazio alla luna. Mirana venne a chiamarli per venire a cenare, ma Laureline aveva un disperato bisogno di parlare con il Cappellaio quindi le disse di concedergli un minuto e poi li avrebbero raggiunti. Temeva a dirla tutta quel confronto perché non sapeva come l'avrebbe presa lui, ma doveva fare quel passo per scoprirlo.
Prese un bel respiro e lo invitò a fare una passeggiata nel ciliegio, la parte che preferiva di più del palazzo della sorella per la sua aurea mistica e romantica. Non era una persona sdolcinata che desiderava il principe azzurro accanto come la sorella in esilio, ma quel luogo sembrava avere qualcosa di magico attorno a se. Tarrant non aveva idea del perché la ragazza l'avesse pregato di seguirla, ma dal momento che lui teneva a fare il brav'uomo, non poté far a meno di acconsentire. Camminarono per un po' nel completo silenzio con il solo suono degli uccellini che cinguettavano a circondarli, fino a quando lei non prese coraggio e inizio a parlare. «Si, ecco...io volevo dirti una cosa.» disse guardando a terra per non mostrare l'imbarazzo che stava provando, era piuttosto strano parlare in quel modo con lui. Si erano sempre detti tutto senza troppi giri di parole o difficoltà, ora invece persino un semplice saluto non sembrava cosa da poco...per lei. Per lui al contrario era del tutto normale, da vere persone civile e ben educate quali erano. Le sorrise incoraggiante «Dimmi, ti ascolto.» disse fissandola così intensamente che Laureline si sentì sprofondare. Per la prima volta si ritrovò a pensare a quanto potesse risultare patetica, il ragazzo accanto a lei era suo amico. Il suo migliore amico, non doveva vergognarsi davanti a lui...non ne aveva motivo. È Tarrant, è Terry...il tuo Terry. Non devi preoccuparti si disse cercando di autoconvincersi che andava tutto bene.

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