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Il pomeriggio passò in fretta tra chiacchiere e giochi, tanto che presto fu ora di tornare verso casa. «Kalea, dai andiamo.» Laureline chiamò la bimba che le andò in contro con i pugni serrati lungo i fianchi «NO! Voglio giocare ancora.»
L'altra quindi si chinò per raggiungere l'altezza di Kalea, sfiorando con le ginocchia l'erba. «Lo so, ma si sta facendo buio. E poi...dovrei passare un attimo da mia sorella.» le disse gentilmente carezzandole una spalla con il pollice.
«Se vuoi...la tengo io mentre vai alla Regina Bianca?» intervenne la voce del Cappellaio che essendo nei pareggi aveva sentivo la conversazione. La bambina saltò sottraendosi a Laureline «Si! Ti prego.» mise le mani a mo' di preghiera e assunse un'espressione implorante in viso. La Regina Nera sospirò alzandosi e guardò l'amico «Sei sicuro non sia un disturbo?» chiese un po' preoccupata. Tenere tranquilla Kalea non era facile e non voleva scaricare quel peso a Tarrant, che probabilmente -secondo lei- aveva anche i suoi affari da fare in fondo. Ma in realtà non era così o meglio...il Cappellaio avrebbe spostato il suo lavoro al giorno dopo. Aiutare Laureline era un gesto carino da parte sua ed era sicuro che non ci sarebbero stati problemi, era sicuro di farcela. «Quale disturbo, ci divertiremo. Tu va', non preoccuparti.» ribatté sollevando Kalea – che emise un gridolino per sistemarla sulle sue spalle. «Va bene. Torno presto, comportati bene.» Laureline si arrese annuendo. La bimba le donò un gran sorriso e facendo l'occhialino le risposte alzando il pollice mentre Tarrant la salutò con la mano. La ragazza quindi si mise in marcia verso Malmorea, decisa a esporre alla sorella il suo "piano" per far tornare definitamente la memoria all'amico...o almeno, era ciò che sperava di ottenere.

In una decina di minuti arrivò alla sua meta e non appena trovò Mirana -seduta sul suo trovo d'argento intenta a gustarsi un fresco succo di mirtillo selvatico- le chiese se potevano parlare. La Regina Bianca naturalmente accettò e incitò a la sorella a cominciare, la quale prese un bel respiro e parlò: «Oggi io e Kalea siamo state dal Cappellaio e mentre lui stava radunando tutti per la merenda, spolverando un po'...si, ecco diciamo che nel mentre...potrei aver rovistato in mezzo alle sue cose e...»
In quel momento si sentiva proprio come una bambina che avevano sorpreso a mangiare la marmellata anche se le avevano detto che non doveva farlo. Era dura per lei ammettere quel genere di cose, da piccola non ne aveva mai avuto bisogno perché furba come una volpe, ma in quel momento non poteva omettere il contesto. Mirana non avrebbe capito altrimenti. Allo stesso tempo però aveva anche cercato di non dare troppi dettagli, infatti aveva risparmiato la presenza di Evernever a cui non voleva pensare - l'aveva turbata e non si era ancora ripresa del tutto, specialmente dopo il modo in cui la chiamò. Quest'ultima annuì invitandola a finire la frase. Laurleine si prese un altro paio di minuti prima di rispondere, si sentiva terribilmente in imbarazzo. L'addio con Tarrant era uno dei ricordi a cui era più legata seppur triste e malinconico e l'idea di doverne parlare con la sorella non la confortava per niente. Se solo potessi parlarne con Isi, almeno lei sa... sospirò tra se, amareggiata. Se davanti a lei avesse avuto Iracebeth la conversazione si sarebbe rivelata di sicuro più facile. Lei già conosceva un pezzo della storia e inoltre...le due si capivano, sebbene fossero piuttosto diverse tra loro: una voleva qualcuno che la amasse davvero per una volta, l'altra non aveva mai avuto questo bisogno ma desiderava avere una seconda possibilità per dimostrare di esser una bella persona. Cosa che fino ad allora le era stata negata.

Prese il coraggio a due mani «Ho trovato la foglia nera che gli ho regalato quel giorno.» sputò il rospo arrossendo violentemente. Abbassò il capo per evitare di farlo notare a Mirana, anche se troppo tardi.
La Regina Bianca si alzò dal trono e osservò per un attimo l'armatura alla sua sinistra: quella che aveva indossato Alice, completa di Spada Bigralace, per sconfiggere il Ciciarampa. Poi, si concentrò sulla sorella che intanto stava tremando – non si sentiva per niente a suo agio. Le si avvicinò e con l'indice le alzò il mento. «Vuoi andare al palazzo del Tempo.» affermò con sicurezza e un piccolo sorriso all'angolo delle labbra. L'altra sgranò gli occhi nel constatare che Mirana aveva centrato il punto, ma d'altronde non era poi così una novità. Non era la prima volta che capiva cosa Laureline volesse chiedere, nonostante quest'ultima non avesse idea di come le fosse possibile. Comunque, annuì e la sorella si schiarì la voce «É sera, meglio se ci andate domani. Vai a prendere Kalea e parla con lui. Senza paura, sono sicura che accetterà un invito da parte tua.» disse indicando l'orologio attorno all'altare che incorniciava il trono. Laureline sospirò ammettendo che avesse ragione -erano quasi le otto e mezza, cominciava a esser tardi- e quindi si apprestò a lasciare la sala per uscire poi dal palazzo. Si bloccò dopo un solo passo però. «Grazie, Mir. Non sai quanto sia importante per me.» ringraziò per la prima volta Mirana che le sorrise di nuovo, felice di constatare che la sorellina stava cominciando a fidarsi pian piano di lei. A capire che in fondo voleva solo il suo bene e che avrebbe fatto di tutto per permetterle di raggiungerlo, specie ora che avevano recuperato il loro rapporto. Osservò Laurleine allontanarsi e quando ebbe superato il portone d'ingresso, lo richiuse andando poi nelle sue stanze per prepararsi per la notte.

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