VENTIDUE

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Musica
Lose Yourself - Eminem

Vado nello spogliatoio delle donne dopo aver finito l'allenamento di Peter. Incredibilmente da qualche settimana a questa parte, i vasi non esplodono più. O meglio, molti esplodono ancora, ma la percentuale di vasi non esplosi sta aumentando graduatamente. Per chiunque non vuol dire molto ma per me è un grande traguardo. Finalmente non sono più solo un candelotto di dinamite e basta. Qualcosa da strega sto imparando a farla. Molto lentamente per non dire con tempi biblici, ma ci sto riuscendo.

Raccolgo la mia roba e mi rintano nella mia stanza, a fare una meritata doccia calda. Stasera (ormai si fa per dire) Aura ha deciso di portare di nuovo Elizabeth e me al Deus Pub per divertirci un po'. Inoltre è qualche giorno che mi pressa per la mia festa dei diciotto anni, quindi immagino abbia indetto questa serata per parlare di questo. Quando ero una normale adolescente mi sarebbe interessato avere la mia superfesta, ma a questo punto non penso abbia così tanto senso. Di solito a sedici/diciotto anni i genitori ai ragazzi normali regalano una macchina o qualcosa per il college. Io che diavolo di festa dovrei fare? Non sono neanche ancora in pieno possesso delle mie facoltà mentali come essere sovrannaturale. Sicuramente zia Bonny verrà a trovarmi, ma non penso di volere altri festeggiamenti. Insomma non posso mica mettere su un party all'American Pie qui in accademia. Anche perché senza volerlo abbiano già visto cosa può succedere.

Ripensando al disastroso ballo di Samhain mi torna in mente la sera incriminata, ed arrossisco violentemente. Ma perché doveva proprio capitare a me. Sono settimane che non riesco neanche a guardare Connor in faccia e che lo evito come la peste. Prima o poi mi passerà. Spero.

"Aah, che nervi!" sbotto passandomi una mano sulla faccia.

Io sarei dovuta diventare la ragazza unica e perfetta dei telefilm, che si innamora del suo Ezra Darcy, dopodiché per colpa di un malinteso i Volturi avrebbero obbligato lui a trasformarla, ma non prima di aver avuto una bambina immortale per coronare il sogno della famiglia felice. Detta così non suona così bene ma fa niente, in televisione rendeva più che bene.

"Edward Cullen dove sei quando le adolescenti hanno bisogno di te" sospiro in accappatoio, con i capelli bagnati, osservando Puzzino nella sua gabbietta giocare con la ruota.

Mi asciugo e decido di vestirmi bene per una sera. Dopo tutto è una serata tra ragazze, quindi magari potrei davvero trovare un Edward Cullen rispettoso e gentiluomo. Mi viene in mente la nostra ultima serata al Deus Club e rinuncio subito all'idea. Qua siamo più da colli sgozzati, droga nel punch e altro. Niente mistero, niente flirt da cinema. Solo sangue, vomito (il mio per la precisione) e incidenti di percorso poco piacevoli.

Opto per degli stivali neri fino alla coscia, una gonna rossa e un maglioncino nero. Questo posto mi sta rendendo il tono sempre più darkettone. Tra qualche mese comincerò ad usare le borchie probabilmente.

Io ed Elisabeth ci troviamo vicino alle macchinette, per poi raggiungere Aura fuori dall'Accademia. Ha detto che avrebbe chiesto a casa di poter usare la macchina e non avendoci riferito nulla se non l'orario di ritrovo, ci incamminiamo, vedendo la vettura rossa fiammante che ci si para davanti. Appena si abbassa il finestrino però il mio sorriso è la mia felicità per la serata si spengono immediatamente.

Connor ci guarda annoiato, mentre Aura gli sta tenendo il muso sul sedile del passeggero.

"E che cazzo

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"E che cazzo..." dico, sospirando e chiudendo gli occhi.

"Papino non si fida a far guidare Aura dopo che ha distrutto la Mustang l'anno scorso" sorride Connor, " per cui me l'ha appioppata e a quanto pare mi dovrò sorbire anche voi due, quindi patti chiar e amicizia lunga, arriviamo al locale e poi ognuno per sé"

"Non vedo l'ora" dico, salendo in macchina insieme ad Elisabeth.

"È un'assurdità, è successo solo qualche volta!" protesta Aura appena saliamo in macchina.

"Quattro macchine in cinquant'anni sorella, neanche io mi fiderei a lasciarti dei passeggeri, specialmente uno particolarmente soggetto al morire" obbietta lui.

"Simpatico" dico, scoccandogli un'occhiata contrariata insieme ad un dito medio attraverso lo specchietto retrovisore.

Sarà una serata complicata.

Quella Pasticciona di una StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora