QUARANTUNO

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Musica
Fede - Pinguini Tattici Nucleari🎶

Mi sveglio in infermeria e mi ritrovo in un letto. Non mi ricordo di aver dormito, ricordo solo un'esplosione di emozioni alla vista di quel simbolo. Non posso che non chiedermi cosa ci facesse quel simbolo sul grimorio di mio padre. A quanto pare la mia relazione con Cassiel non è stata casuale. Ricordo anche di aver fatto un casino. Mi guardo intorno velocemente, ma vedo che gli altri letti sono vuoti. Almeno nessuno degli altri è finito in infermeria.

Visto che nella stanza non c'è nessuno ne approfitto per alzarmi e andare nel bagno dell'infermeria, dove trovo uno specchio logoro, ma che riflette bene la mia immagine.

"Vieni fuori, adesso" ringhio, verso il riflesso.

Nessuna risposta. Ma che diavolo...

"Ehi, matusalemme rovinato, sto parlando con te" continuo a chiamare, senza avere nessuna risposta. Benissimo, adesso giochiamo al gioco del silenzio.

"Prima o poi dovrai parlarmi e allora faremo due chiacchiere" dico, serrando gli occhi a fessura.

Esco dal bagno e trovo l'infermiera che probabilmente mi stava cercando.

"Signorina King, che spavento, pensavo fosse fuggita"

"Sto bene..." mormoro, ancora contrariata dal silenzio di Cassiel.

"Non sembra dal suo umore..."

Sospiro vistosamente. Dio mio, che storia complicata. D'altronde non mi dovevo aspettare niente di meno dal concetto stesso di tempo. Certo che però se non fosse così misterioso sarebbe meglio.

"È complicato" dico solo passandomi una mano sulla faccia.

"Non ne dubito, ma deve riposare"

"E chi riposa, d'altronde ho cuore fermo, sangue fermo e il fegato marcio" sospiro, nervosa.

Vedo che qualcuno entra di fretta e noto che il preside ha una faccia preoccupata, che si distende appena mi vede. Scocco un'occhiata confusa da lui all'infermiera.

"Beh non vedendola..."

Scuoto la testa e mi passo una mano sulla faccia.

"Bene, sei sveglia almeno" mi dice il preside, scrutandomi.

"A quanto pare..."

"Noi due dobbiamo fare un discorso su quello che è successo"

"No, io non credo" dico, scoraggiata, tornando a sedermi sul letto.

"Hai messo in pericolo tutti quanti con quella piazzata. Ma che ti è passato per la testa?!" mi sgrida il preside, avvicinandosi.

Abbasso la testa e non riesco a togliermi dalla testa quel momento. Avrei potuto seriamente fare del male a tutti. Ma quel simbolo.... Non ci capisco davvero più niente.

"Non è stato volontario..."

"Volontario? Hai quasi fatto saltare per aria la palestra! Inoltre ho visto il grimorio..."

"Ah quello non è opera mia di sicuro" ringhio, ancora turbata.

"Che cosa è successo Beatrice? Perché hai reagito in quel modo?"

Stringo le labbra e non riesco a tenere le mani ferme. La cosa mi rende nervosa e confusa.

"Il simbolo del grimorio, la copertina"

"La copertina?"

"Quel simbolo è sull'ultima pagina del grimorio di mio padre" dico, sollevando lo sguardo.

Il preside aggrotta le sopracciglia. Vedo lo stesso pensiero inquietante passare per la sua mente. Lo stesso che ho avuto io.

"Hai avuto più contatti con Cassiel?"

"No, il figlio di puttana è in sciopero del silenzio a quanto pare" ringhio.

Il preside sospira e mi si avvicina, mettendomi una mano sulla spalla.

"Ascolta Beatrice, qualsiasi cosa sia quel simbolo io mi preoccuperei più del presente che del passato ora. È ovvio che Cassiel non vuole parlare e non lo farà, per cui non ci resta che preoccuparci di quello che succede a te"

"Ma se lui... se lui centrasse..."

"È difficile da dire, ma se ti farai prendere dall'ossessione sarà peggio. E non puoi fare tutto da sola. In più ho un'allieva particolarmente esuberante che si presenta qui ogni giorno nonostante i miei divieti, per cui forse dovresti parlarci prima di dedicarti a qualsiasi altra cosa"

Sollevo le sopracciglia e capisco che Aura ha assillato il preside praticamente per giorni. Un secondo... per giorni?!

"Quanto ho dormito?!" chiedo, in panico.

"Due settimane. Non sapevamo bene cosa stesse succedendo, ma alla fine sembra finita bene" dice il preside. Oh, molto bene.

"Due settimane?! Dio santo..."

Scendo dal letto all'improvviso e cerco di uscire, ma l'infermiera mi ferma e mi intima di vestirmi prima di uscire dalla sala.

"Oh giusto" dico, in confusione totale.

Vado in bagno e mi vesto al volo, raggiungendo la sala d'aspetto insieme al preside. Aura sta sclerando contro la guardia, insieme a tutti gli altri.

Appena mi vede si placa e viene verso di me, abbracciandomi forte.

"Bea, dio santo, che spavento, quando sono arrivata ho sentito che ti avevano persa"

"In realtà sono solo andata in bagno" dico, con un sorriso strano. Vado cinque minuti al cesso e si muove mezzo mondo.

"Pensavamo non ti svegliassi più" dice Elizabeth, venendo ad abbracciarmi anche lei.

"Sono viva, più o meno"

Quando sciolgono l'abbraccio vedo che anche Connor, ed Ezra sono lì con noi, insieme a Peter.

"Ragazzi mi dispiace io... ho perso il controllo..." dico, con la voce incrinata.

Connor mi raggiunge e mi sorride. Sembra piuttosto stressato. Credo di avergli fatto prendere un bello spavento.

"Ci hai salvato il culo tante volte, una volta te la possiamo abbonare" mi dice accarezzandomi la testa.

Lo abbraccio d'istinto e scoppio a piangere, mentre i miei amici mi circondano e ce ne rimaniamo così per minuti interi, mentre io ringrazio il cielo di avere degli amici d'oro, mentre delle lacrime di liberazione mi rigano la faccia.

Quella Pasticciona di una StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora