TREDICI

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Musica
Enya - Adiemus

Sono nella mia stanza e tengo tra le mani "Creature della Notte: Miti e leggende del mondo nascosto".

Mi hanno dimesso dall'infermeria da tre giorni ormai, ma per questa settimana sono stata esentata dalle lezioni a causa dell'incidente. L'infermiera era stata molto chiara sul fatto che avrei dovuto riposare e ristabilirmi prima di tornare operativa come allieva.

Aura ed Elisabeth ovviamente tutte le mattine (o sere, il cambio giorno-notte ancora mi scombina i neuroni) vengono a trovarmi e praticamente mi impediscono di fare qualsiasi cosa che non sia diverso dallo stare sul letto. Ho dovuto anche insistere parecchio per andare in bagno da sola. Certe volte sanno essere eccessivamente apprensive.

Ho approfittato del tempo passato sola a leggere il libro di Ezra. All'inizio al solo vederlo mi aveva causato una fitta al cuore, ma la lettura era stata capace di distrarmi dal fatto che la mia prima vera cotta nel mondo immortale fosse in procinto di prendere moglie. Non che avessi particolari speranze: io sono solo l'ultima arrivata in un mondo di cui non conosco quasi nulla.

Le leggende narrate nel libro per lo più parlano delle grandi imprese dei progenitori: di seduzione, morte, dolore, sangue e altre belle cose adatte ad una persona che ancora non ha neanche accettato che si vada a scuola di sera.

Sento le palpebre che cominciano a fare fatica a stare aperte, per cui decido di dedicarmi all'ultima leggenda per oggi: Il grande Scisma e lo spirito del tempo.

Comincio distrattamente a leggere:

In origine regnava l'eternità. Nessuno nasceva, nessuno moriva.
Semplicemente, gli esseri esistevano, imprigionati in quello che sembrava essere un limbo di pace. Ogni giorno sembrava identico al precedente e niente poteva infrangere quella barriera eterna che impediva alle creature di essere consumate. La Vita e la Morte vivevano in serenità, innamorate l'una dell'altra, senza vincoli. Dal loro amore nacque un figlio: lo chiamarono Tempo. Tutto sembrava perfetto, ma i guai non tardarono ad arrivare. Dopo lo scisma del Sole e della Luna, la Vita e la Morte furono obbligate a dividersi, l'una per servire la luce, l'altra per servire il buio. Il figlio generato dalle due crebbe in salute e saggezza, e quando divenne adulto il Sole e la Luna gli posero davanti agli occhi una scelta: servire la Vita o servire la Morte. Il Tempo però, che aveva accumulato conoscenza rispetto ad entrambi i mondi, decise in altro modo: rimase sulla Terra, a vegliare sulle anime, per rendere omaggio a chi lo aveva generato. La Vita generava continuamente doni, che il
Tempo porgeva alla Morte, in nome del grande amore che le aveva unite in principio. Ma il Sole e la Luna presero come un affronto il comportamento del Tempo. E lo punirono. Nessuno sa dove sia finito lo spirito del Tempo ancora oggi, né quale sia stata la sua punizione.

Le palpebre mi abbandonano e cado in un sonno profondo, senza troppi indugi.

Quella Pasticciona di una StregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora