Come un cerchio

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Sebastian non sapeva che dire, sapeva di aver sbagliato.

"So che sto sbagliando, Meredith." La rincorse, continuando a parlare.

"Non me ne frega un cazzo." Batté, raggiungendo la macchina.

"è questo che non voglio che accada, perché non lo capisci?"

"QUESTO SUCCEDE QUANDO TU MI LASCI! NON CAPISCI CHE è TUTTO UN EFFETTO DOMINO?"

Sebastian tacque, e si bloccò.

"è tutta colpa tua, e della tua paura. Ora, vado a divertirmi con il mio amico che ho conosciuto tre anni fa, nel duemila dieci, alla sfilata di Valentino." Batté lei, giustificando l'amico.

"Mi dispiace."

"Non mi importa. Vaffanculo, Sebastian. Ho chiuso definitivamente con te. E per sempre, stavolta."

"Aspetta."

"No. Perché? Che ti cambia? Prima abbiamo chiuso per colpa tua, ora per me.

"Mi dispiace, Meredith, sul serio, hai ragione."

"Okay, non ti perdono."

"Ma ti ho chiesto scusa! E CAZZO FERMATI! TI STO PARLANDO!"

La ragazza si bloccò più incazzata di prima.

"Uno: non me ne frega proprio un cazzo se mi hai chiesto scusa, dopo quello che mi hai fatto, non mi interessa proprio un cazzo. E due: non mi importa se parli, io cammino, okay? Con te ho chiuso, e non mi importa di sentir ragione. Sei uno stronzo. Non voglio vederti più, non voglio sentire più la tua voce, il tuo profumo e i tuoi passi, non voglio neanche intravedere una micro-cellula del tuo corpo. Ti è chiaro?"

Come erano arrivati a questo? E perché ci erano arrivati?

Perché Sebastian aveva fatto il coglione? Perché aveva ascoltato quegli stronzi dei suoi amici? E perché ha pensato che fosse anche minimamente giusto parlare con qualcun'altra.

Meredith arrivò alla sua macchina e ci entrò.

"Ti prego, Meredith, aspetta, parliamone un attimo."

"Non ho niente da dirti! Spostati."

"No."

"D'accordo, allora vado a piedi."

Uscì dalla macchina, incamminandosi verso casa sua.

"Casa tua è dall'altra lato della città."

"E quindi? Chi se ne importa."

"Fatti dare un passaggio."

"Devi starmi lontano Sebastian, sul serio."

"No."

"PORCA PUTTANA LASCIAMI SOLA!" Urlò, piangendo. "Mi devi stare lontano cazzo!"

Sebastian si bloccò, mentre lei se ne andò. Ma non mollò, non ancora.

La raggiunse di nuovo, e la abbracciò.

Non poteva andare da nessun'altra parte se non in quelle braccia. Erano casa sua, ormai. Ci stava bene. Non voleva andare altrove, le bastava andare via.

"Io ti odio." Disse, tra le sue braccia.

"Ho bisogno che tu mi perdoni, per tutto quello che faccio, Meredith. E poi scomparirò dalla tua vita per sempre. Cambio casa, cambio stato, cambio vita. Torno in Romania."

"Allora no, non ti perdono."

"Guarda! Io ti ammazzo, bambola. Ti uccido lentamente. Sono come delle fottute sigarette. Ti corrodo senza neanche che tu te ne accorga."

Circle - Sebastian StanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora