A Fenrir la vittoria, ai bapu un motivo per cui litigare, alle abissus il fiume di lava non più come casa ma come tomba. Gettate lì come avanzi di un pasto. Della loro magnificenza ne restavano onde di fumo nero.
In ogni creatura incenerita, in quel fumo maledetto che mi intossicava i polmoni c’erano tutti i sogni e gli amori infranti, tutte le passioni e le possibilità donate, tutte le vite spezzate e i domani negati. In ciascuna di essa io rivedevo una donna. Una donna massacrata. Non potevo parlare, ma un subbuglio psicologico mi stava attorcigliando le interiora. Un timore oscuro mi stritolava il cervello, le tempie scoppiavano nell’angoscia che se mi trovavo lì insieme a loro, con loro, tra loro… allora io ero come loro.
Dalla nostra venuta al mondo la paura ci viene rappresentata attraverso figure immaginarie da cui dobbiamo difenderci: Attacchi zombie, creature mitologiche resuscitate, alieni pronti a disintegrarci, spiriti maligni che ci perseguitano dall’oltretomba… ma caro mio l’umanità è semplicemente il fratello maggiore che fa un pasticcio e dà la colpa al piccolo che non sa parlare. Siamo noi quelli da temere. Non ci sono mummie, extraterrestri e mostri orripilanti. L’uomo nero non si nasconde sotto il letto, ci dorme dentro. Sei tu, sono io, siamo noi. Siamo l’incubo dell’umanità. E no, non avrei rivissuto nello Jouthermen la violenta realtà da cui credevo di essermi liberato. Ero giunto al punto di non ritorno. Non posso sopportare tutto questo. Non ce la faccio. Pensai seriamente di buttarmi in quel magma. Metto fine a questo schifo, mi lascio incenerire da ciò che non è tollerabile. Hai presente quando qualcuno morde un limone davanti ai tuoi occhi e tu senti l’aspro in bocca? Ecco, questo è quello che provavo in quel momento. Le nuvole di fumo generate da quelle nobili creature incenerite una dopo l’altra nell’acqua lavica riportarono a galla la sensazione costante di tutti i miei giorni prima dello Jouthermen. “No, il mondo può cambiare!” mi ripetevo speranzoso. E intanto uomini nuotavano in oceano di sfarzo, indifferenti a chi annegava nell’impossibilità di una vita dignitosa. E intanto uomini si costruivano castelli, eretti su luride discariche che avvelenavano persino i loro stessi figli. E intanto uomini credevano ancora nella giustizia, ignorata però da chi le leggi se le costruiva su misura d’indifferenza e comodità. Un limone dopo l’altro inaspriva sempre più l’anima mia fino al punto in cui ho temuto che si sciogliessero pure i miei pensieri in quell’acidità. Per fortuna avevano resistito. Tornai con la mente a Olly, alle donne. Al rischio che correvano le inviolate se i bapu le avessero trovate. Dovevo resistere anche allo Jouthermen. Mi serviva solo capire in che modo.

STAI LEGGENDO
UPSIDE DOWN Vol 2
FantasyApri gli occhi tutti i giorni e rivedi la stessa identica violenta realtà, nonostante i tuoi sforzi, nonostante ti affatichi, sudi, t'ammali, ti impegni per far sì che qualcosa cambi e poi ti accorgi che niente cambia, niente può cambiare perchè nie...