꧁❤•༆𝓜𝔂 𝓲𝓭𝓸𝓵༆•❤꧂

꧁ঔৣ☬ᴡɪꜱʜ ɪᴛ ᴀʟʟ ʜᴀᴅ ʙᴇᴇɴ ᴀ ɴɪɢʜᴛᴍᴀʀᴇ.☣⇝

-SHUICHI'S POV-

"Cose così non accadono tutti i giorni, suppongo non debba assolitamente perdermi l'occasione" -ironizza lui.

Prendo un enorme sospiro di sollievo. Fino ad ora mi sono sentito come se non riuscissi a respirare, come se un qualcosa di enorme mi stesse bloccando le vie respiratorie e intasando i polmoni. Sono così grato della sua risposta in questo momento che farei i salti di gioia, ma mi trattengo. Sto cercando di rimanere il più composto possibile: mio zio sembra così calmo e sicuro di sè, si vede da come si sta comportando in questo momento che è un bravo detective. Forse, ora che l'ho incontrato nuovamente, potrò aspirare a diventare come lui.

Il sorriso è l'unica che non riesco a trattenere dal formarsi sul mio viso. Guardo con fare entusiasta mio zio, lui mi mette una mano sulla spalla come per dirmi: "Andrà tutto bene. Un modo lo troveremo di sicuro, assieme." A differenza mia, lui è capace di esprimersi con i gesti, con le parole e con le espressioni molto bene. Sembra riesca farsi capace di tutto ciò. Scopro tutto questo ora perchè è quasi come se fosse una nuova conoscenza, ma allo stesso tempo sento una forte connessione con lui. Forse, è cambiato davvero, e sento me lo stia dimostrando da quando ci siamo rivisti dopo anni.                                                                                                                        

Con la mano appoggiata alla mia spalla, si gira nuovamente verso il dottore, guardandolo negli occhi con fare serio, ma genuino:

"La ringrazio, dottore. Le siamo davvero grati."                                                                                                  

Asahi-kun sospirò, alzandosi dalla sedia e andando verso un lettino con vicino un apparecchio bianco di media grandezza, e un computer. Realizzo solo ora, che mi sento più sollevato, che non l'ho ancora guardato abbastanza bene da avere un'immagine chiara di lui nella mia mente: i suoi capelli di color marrone e di media lunghezza erano raccolti dietro la sua nuca a formare un piccolo codino. Il suo viso non presentava nè barba nè baffi, ma non sembrava essere troppo giovane, è probabile sia un uomo sulla quarantina; d'altronde, lavora in questo settore così specifico da quando avevo solo 9 anni, perciò non può avere la mia età. I suoi occhi marroni e piccoli, lievemente a mandorla, ispezionarono velocemente la macchina e il computer, probabilmente per controllare se era tutto apposto o avviarla. Sotto ad un camice bianco aperto che gli arrivava fin sotto le ginocchia, portava una camicia a righe azzurre e blu abbottonata fino al collo e dei pantaloni abbastanza larghi neri. Ai piedi indossava un paio di Mocassini neri, simili ai miei. Di corporatura non era nè troppo esile nè in sovrappeso, e come altezza era nella norma per la sua età. Di lui, purtroppo, non ho memorie, perciò cercherò di ricordarmi almeno il suo viso ora che sono in condizioni di farlo.

Dopo aver acceso entrambi il macchinario e il computer, andò a un tavolo e prese fuori un paio di fogli fuori da un cassetto. Prese una penna e li porse a mio zio, sorridendo.                                         

"Visto che tecnicamente quello che stiamo facendo è illegale, ho bisogno che lei firmi questo: sarebbe una delega che ci assicura che i nostri file saranno usati a scopo lavorativo, nella sua evenienza per un caso in quanto detective. Chiuderò un occhio sul fatto che non sia propriamente questo il motivo, siamo d'accordo?" -concluse facendoci l'occhiolino e tornando vicino all'apparecchio. Mio zio annuì e si mise a firmare i documenti dopo avergli dato una lettura veloce. Intanto, il dottore mi indicò di sedermi sul lettino, e così io feci.

"Saihara-kun, dopo tutto questo tempo ci rivediamo eh? Nonostante tu non ti ricorda effettivamente di me. Eri davvero piccolo al tempo." -disse sorridendo. Suppongo intenda calmarmi un po', ne sono lieto.

Sorriso leggermente in risposta, arrossendo lievemente. Successivamente, mi chiese di sdraiarmi e cercare di mettere in pace la mente. Cominciò a collegare vari cavi sulla parte superiore della mia testa, poi fece lo stesso in altri parti del mio corpo. Diede uno sguardo veloce allo schermo del computer, per poi girarsi verso di me.  

"Sono certo tu stia sperando, dentro di te, di star vivendo solo un brutto sogno. Ti capisco, ma ho davvero bisogno tu ti calmi. Ho bisogno che il tuo cervello sia il più calmo e silenzioso possibile. Sono sicuro tu possa farcela." -mi istruì lui con voce calma e comprensiva. Da come si è comportato dall'inizio della conversazione, sembra essere la persona più giusta per questo lavoro. Sono contento stia andando tutto così bene.

Ci provai, ci provai davvero, ma dopo dieci minuti sembrava non riuscissi mai a calmarmi veramente. Non sono bravo in queste cose. Provai a rilassare la mente pensando ad altro, come i libri, che solitamente mi calmano, ma nulla. Mio zio voleva provare ad aiutarmi, ma si ammutolì subito dopo aver capito che è sempre stato troppo assente nella mia vita per farlo.

"Va bene, non c'è bisogno di preoccuparsi. Ho qui una pastiglia apposta che ti manderà in uno stato simile a quando ti mettono K.O., sostanzialmente. L'effetto non durerà troppo tempo, giusto quello abbastanza per essere sicuri di finire il mio lavoro tranquillamente con un ampio margine di errore. Serve solo per fare in modo che tutto vada bene. Ho deciso di aspettare a dartela perchè sarebbe stato meglio senza di questa pasticca, sia riguardo a tempo che funzionalitá, specialmente perchè il risveglio rischia di essere accompagnato da una forte emicrania. Purtroppo, è l'unico modo. Come ci sono riuscito anni fa, ci riuscirò anche questa volta, non credi?" -rassicurò lui sorridendo. Io annuì e presi la pastiglia, fidandomi ciecamente di lui. Anche mio zio sembrava non avere niente in contrario, d'altronde non abbiamo molta scelta nè tempo. 

"Andrà tutto bene." -conclude sorridendo. Ci volle poco prima che la mia visione cominciò a diventare sfuocata e la mia testa pesante.