★━━━►𝐌𝐚𝐲𝐛𝐞 𝐡𝐞𝐫𝐨𝐞𝐬 𝐝𝐨 𝐞𝐱𝐢𝐬𝐭𓆩*𓆪◄

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-SHUICHI'S POV-

Un sonoro e secco sparo riecheggia per tutto il palco. La mia mente era già assai prevenuta: potevo già immaginarre da me l'immagine orribile e deplorevole di quel povero ragazzo e di quel proiettile dritto nel suo cervello, una piccolo buco che sembra infinito alla concezione per quanto sia capace di togliere la vita a un uomo in meno di un secondo. Solo un lieve click per usurpare un intera vita vissuta fino ad ora a Kokichi, solo un click per vedere i suoi occhi spenti e il sorriso strappatogli dalla faccia a lasciare un void rosso cremisi. Riesco a sentire gli applausi di tutti, le loro risate a gioire della morte di un altro essere umano. Per cosa staranno giubilando mai? Non poteva essere vero.

Apro gli occhi e mi accorgo che nulla di tutto ciò corrisponde alla realtà.

Kokichi sta "bene", ovviamente ferite permettendo, in ogni caso quell'uomo non gli aveva ficcato un proiettile nel cranio. Tutta la folla non stava acclamando, era al contrario stranita, il oro sguardo fisso su un unico punto: gli schermi. Quasi come fossero il vero protagonista si limitavano a osservare ciò che appariva su di esse con grande interesse, ma non si trattava della visione prediletta dell'eroe che si prende la vita del villano.

Da quello che sembrava il punto di vista di Oma-kun, dati i capelli viola leggermente sugli occhi, si vede un uomo che "ci" insulta verbalmente in maniera indubbiamente pesante mentre obbliga la vittima dal piccolo corpo a danzare. Confermiamo sia Kokichi una volta che costui si guarda allo specchio per controllare se i suoi movimenti fossero adiacenti a quelli che l'uomo gli aveva obbligato a copiare. Essendo davvero piccolo, il povero bambino non può fare altro che provarci e riprovarci solo per finire a terra a piangere; purtoppo per lui, all'inferno non c'è tempo per delle pause. E così, finché l'uomo in nero non decideva fosse abbastanza soddisfacente, vediamo come lo maltratta fisicamente e lo obbliga in una stessa stanza finchè non appare morente e visibilmente impossibilitato a continuare. E quel diavolo non era altro che il burattinaio, ora sbalordito da ciò che stava rovinando il suo piano, cercando infuriato di far sparare dei veri proiettili da quella che, ormai, era chiaramente una pistola finta. Se non fosse stato da quello che abbiamo visto, avrei creduto allo stesso modo fosse una Ash pistola.

Tutti continuiamo a guardare all'unisono, senza pronunciare parola alcuna. Le giornate passano veloci e uguali per il povero ragazzino, che pian piano cresce in quell'ade ormai diventata sua realtà, impadronitasi da lui come metodo di sopravvivenza. I maltrattamenti rimangono continui, assieme a uno stile di vita verosimile a quello di un prigioniero malnutrito e prosciugato fino all'ultima goccia. Fortunatamente, sembra esserci un punto chiave in tutto questo.

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≿━━━━༺FLASHBACK DI KOKICHI, ANNI 10༻━━━━≾

"Ora che sei effettivamente vicino ad entrare nel mondo dello spettacolo, devi ascoltarmi molto attentamente. Sai benissimo cosa succede altrimenti" -dice il mio capo assumendo un aria seria. A testa bassa, come se lo rispettassi, annuisco, emttendo un fievole "mhm", come per rispondere che è tutto chiaro nel modo più umile possibile.- "Tra poco, farai parte di un piano così enorme di cui tu sarai il protagonista. Ormai abbiamo perfezionato il piano con il governo, il che significa che tu sei pronto per cantare davanti a tutti, ingannandoli per vario tempo senza nemmeno che loro se ne accorgano. Per quanto ti ho perfezionato al meglio, gli anni da teenager sono sempre i più fastidiosi, il che significa che tu dovrai superare qualche anno di "prova", così per dire, in cui vedremo la tua effettiva fiducia verso di noi..." -una piccola pausa, tanto per aumentare la "suspance". Quello che non sa, però, è che io sono già grande ormai. Non ne provo alcuna, infatti. Non sono un idiota.

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