☞♙𝒜 𝑝𝑎𝑤𝑛 𝑖𝑛 𝑠𝑜𝑚𝑒𝑜𝑛𝑒 𝑒𝑙𝑠𝑒'𝑠 𝑔𝑎𝑚𝑒?♙☜

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-𝗡𝗢 𝗢𝗡𝗘'𝗦 𝗣𝗢𝗩-

Arrivati a destinazione, ed ora è finalmente il momento di porre la parola fine al dolore dei due protagonisti. Incerti su ciò che dovranno sopravvivere, ancora una volta, escono dalla macchina e rimangono ad osservare il grande hotel. Senza dubbio, era davvero un qualcosa che solo chi ha soldi da sperperare poteva permettersi, non per nulla metteva in bella mostra le 5 stelle e tutte le magnifiche decorazioni color oro, assai scintillanti, e quello che, a vedersi, dava l'idea essere quarzo, bianco e magnificamente levigato. Il perfetto esempio di eccesso che, però, riesce a ingannare gli occhi dei passanti e delle persone con più soldi che coscienza. Sopra alle stelle, anch'esso decorato, c'è l'insegna col nome: "At your service". Beh, di sicuro sono riusciti a catturare l'essenza di quel luogo con questa piccola frase.

Subito accolti da un uomo ben vestito, dalla camicia con vari fronzoli di pizzo, cravatta nera come i pantaloni ben stirati, gilet color oro, con decorazioni floreali anch'esse di quel colore appariscente e i capelli accuratamente tirati indietro, mostrando il suo viso che sembra avere un espressione di completa sottomissione. Camminando su un tappeto rosso, senza nemmeno una piega, un bordino fuori posto o un impronta, si inchina immediatamente ai tre ospiti evidentemente aspettati. Kokichi si mette immediatamente sulla difensiva, prendendo la mano di Shuichi, posizionandosi davanti a quest'ultimo e guardando in maniera molto seria, e negli occhi, il nuovo personaggio della storia che loro possono definire vita, seppur quasi mai effettivamente soddisfacente.

"Salve signori, non c'è bisogno di preoccuparsi. Sappiamo già le vostre identità, e chi vi cerca vi aspetta proprio nella sua camera. Io mi occuperò della macchina, perciò avrei gentilmente bisogno della chiave. Il numero della sua camera è "555", lo troverete certamente al quinto piano. Se avete bisogno di aiuto, in qualsiasi caso, basta chiedere. Grazie per la vostra cordiale visita." -si appresta a spiegare l'uomo. Nessuno dei tre uomini sembra fidarsi, ma analizzando la situazione, capiscono intelligentemente di giocare al loro gioco, se vogliono esserne i vincitori. Così, il dottore da le chiavi all'uomo, il quale, salutandoli con un inchino, si avvia immediatamente a completare il suo lavoro, per un servizio eccellente.

Scrollando le spalle, Kokichi si avvia per primo, seguito immediatamente da Shuichi e infine da Asahi. L'interno era certamente all'altezza dell'esterno. Con tutti questi decori, c'è da domandarsi se tutte queste persone si fermano a dargli almeno un occhiata. Chissà, forse per loro è la quotidianità, ma di certo non per chi ha sempre vissuto una vita più normale. Ah, vero, sono tutti talmente traumatizzati che "normale" è l'ultimo appellattivo che si potrebbe usare. In ogni caso, non c'è tempo per contemplare tale bellezza fallace. Attirando l'attenzione di tutti i presenti, i protagonisti di questo capitolo si avviano verso la camera dove si sarebbe dovuto trovare lo zio di Shuichi. Quest'oggi, però, il nipote non è per nulla entusiasta di incontrare il suo parente. Solo dalla sua faccia si può vedere la sua preoccupazione. Anche Kokichi, molto molto in profondità, sente che il suo cuore non si sente al sicuro, ma trova più importante il disagio del suo amante, e lo usa per spingere sempre più in basso emozioni da cui vuole fuggire.

"Saihara-chan, prova a pensare che siamo in un video gioco! E io, ovviamente, sono il cavaliere dall'armatura lucente, pronto a salvare il suo principe! E Asahi-kun è...mhm...beh, la mappa, perché no?" -dice il basso uomo dai capelli viola, girandosi verso Shuichi e camminando all'indietro, emettendo una lieve risata al suo ultimo commentino, a cui il dottore decide di non rispondere. Prendendogli la mano, attira ulteriormente la sua attenzione. -"Abbiamo già fatto questo gioco in precedenza, no?" -gli sorride, fermandosi in mezzo al corridoio.

Nessuno dei due si potrà mai dimenticare tale riferimento, ma forse qualcun altro si?

Senza riuscire a parlare, Shuichi riesce solamente ad abbracciarlo, soffocando il suo cuore in preda alla paura nel petto della persona a cui tiene di più, la persona che riesce a fargli dimenticare di tutta la realtà negativa, nonostante sia la vera base di essa. Scenari di paranoia non riescono a smettere di infestare la mente del Detective, ma il calore dell'abbraccio di qualcuno con così tanta influenza sulla sua vita gli porta un minimo di pace. Qualche secondo e Saihara-kun è pronto, per davvero stavolta. Prende un bel respiro, accompagnato da Kokichi che gli sta ancora prettamente tenendo la mano, e ricominciano tutti e tre a camminare.

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