⁣♛『ᴏᴜʀ ꜱᴛᴏʀʏ. ᴘᴛ.2』⁣♛

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...

"Mgh...che è successo..."
"Shu-chan!! Svegliati!! Sveglia!!" 

Shuichi riusciva a sentire una voce conosciuta che lo chiamava e gli urlava di svegliarsi. Aprì lentamente gli occhi e, appena vide di avere le mani legate da una camicia di forza sobbalzò.

"Kokichi d-dove siamo!?" -esclamò Shuichi in preda al terrore.
"Shu...calma..." -rispose lentamente Kokichi mentre cercava in qualche modo di farlo calmare, per quanto fosse limitato dalla camicia di forza- "Siamo in una macchina...quegli uomini alla guida ci hanno rapito, credo, li vedi?"

Saihara guardò davanti a sè e notò due uomini, vestiti di nero, alla guida della macchina. Si guardò intorno: non c'erano sedili e si trovavano in uno spazio abbastanza grande, ma i finestrini erano oscurati, perciò era praticamente impossibile capire dove fossero diretti.
Il bambino dai capelli blu non riuscì a fare a meno di mettersi piangere. Era spaventato e non aveva idea di cosa fare, non riusciva nemmeno a smettere di tremare.

"Uhm,,, Shu-chan? Che hai?"
"I-io...c-cosa pensi ci f-faranno? E s-se...cosa a-abbiamo fatto di m-male..."
"Oh forza, non piangere, è successo e basta, non è mica perché hai fatto qualcosa di brutto eh! E poi, il tuo cavaliere è proprio qui accanto a te, non devi mica avere paura!"-cercò di rassicurarlo Kokichi, avvicinandosi a lui- "Andrà tutto bene! Torneremo di sicuro a casa assieme come mi avevi promesso!"-continuò Kokichi per poi dare un lieve bacio sulla fronte a Shuichi, il quale si calmò praticamente subito.
"O-oh uhm...eheh hai ragione..." -disse sorridendo Shuichi- "A-anzi, sarò io a salvarti! Ti porterò fuori di qui e...staremo insieme ogni giorno, te lo prometto! S-saremo migliori amici per sempre...ti va? "
Kokichi annuì, appoggiandosi alla spalla del suo amico non potendo abbracciarlo per via delle camicie di forza.

Ad un certo punto, la macchina si fermò e la grande portiera alle loro spalle si aprì improvvisamente, facendoli sobbalzare entrambi.

"Scendete." -ordinò con tono freddo uno dei due uomini in giacca e cravatta. I bambini esitarono e Kokichi cercò di nascondere la paura con uno sguardo (a suo parere) "minaccioso", costringendo gli uomini vestiti di nero a tirarli fuori da lì con la forza e bloccarli a terra. Li fecero rimanere così, a testa bassa, finchè non arrivò il capo. Era un uomo alto e minuto dai capelli e occhi neri come la notte, anch'essi vestito in giacca e cravatta e con uno sguardo freddo e penetrante, uno di quelli che ti fanno gelare il sangue in un secondo.
Gli altri due uomini si limitarono a chinarsi leggermente, in segno di rispetto, e ad aspettare ordini dal loro capo.

"Perquisiteli." -ordinò con tono freddo e fermo l'uomo. Bastò quest'unica parola per far mettere all'opera immediatamente i suoi subordinati: rimasero qualche minuto a controllare i ragazzini da cima a fondo, trovando solo un coltellino nella tasca di Kokichi che gli tolsero immediatamente. Provarono a togliergli anche la sciarpa a scacchi datogli da Shuichi, ma sembrava non volesse mollarla ad alcun costo; il capo gli disse semplicemente di lasciarla perdere e di cominciare a togliergli le camicie di forza. 
Hah...pessima scelta per loro. Ciò che loro non sapevano è che Shuichi era sempre tenuto sotto controllo dalla loro famiglia, che aveva messo un piccolo localizzatore fra le fibre della sciarpa.

Come ordinatogli dal capo, gli uomini cominciarono a togliere le camicie di forza ai ragazzini per poi bloccarli nuovamente a terra. I due riuscirono solo a tenersi per mano, non volevano separarsi per via della promessa. Volevano andarsene via insieme da qui.

"Dobbiamo testare le loro capacità motorie." -disse il capo girandosi verso Kokichi- "Tu, coi capelli viola, in piedi. Cominciamo da te."

...

Un'ora era ormai passata e sia Kokichi che Shuichi erano completamente esausti. Avevano fatto prove di corsa, di forza, di resistenza, ostacoli...di tutto e di più. Quello con risultati migliori era, come aspettato, Kokichi, perciò Shuichi si sarebbe dovuto preparare a ricevere delle punizioni e, inevitabilmente, a diventare il sostituto.

"Numero 2, vieni qui." 

Shuichi cominciò ad avvicinarsi lentamente e con le gambe tremolanti al capo, quando quest'ultimo venne sparato alla gamba e cadde a terra dorolante. Shuichi, in preda al panico e alla paura, non potè fare a meno che correre dall'altro ragazzino e stringersi a lui in cerca di conforto.

"Tu, muoviti! Porta le cavie dentro e...tu, fai fuori gli intrusi!"
"Subi--" -prima che uno dei duo potesse finire la frase, venne sparato anch'esso ad entrambe le gambe, rendendogli impossibile un qualsiasi tipo di movimento utile in quel momento. Il capo, intanto, si era già rifugiato all'interno dell'edificio con l'aiuto di un suo altro subordinato.

"Shuichi, siamo noi!" -dissero due voci vagamente famigliari al ragazzino che sembrava si stessero avvicinando rapidamente a lui.
"M-mamma?...P-papà?..." -fu l'unica cosa che riuscì a dire Shuichi, ancora tremolante.
"Sono venuti a salvarti eh?...Forza, vai da loro, sono la tua famiglia no?" -intervenne Kokichi che, ancora da prima, stava abbracciando Shuichi cercando di confortarlo.
"N-no, tu devi venire con me! Io ti d-devo salvare!"-esclamò Shuichi stringendo l'altro ragazzino a sè.

Prima che il ragazzino dai capelli viola potesse proferire parola, Shuichi lo prese per mano cominciando a trascinarlo verso i suoi genitori. Finalmente, arrivarono da loro e, a gran sopresa di Shuichi, anche lo zio era presente. Sembrava davvero preoccupato...non lo aveva mai visto provare qualche tipo di sentimento particolare per lui, perciò ha sempre pensato non gliene fosse mai importato nulla del nipote.

"Muoviamoci, dobbiamo portarti vi--" -il padre di Shuichi stava per prendere il figlio con sè, quando, venne sparato dritto in fronte da un uomo in giacca e cravatta. Rimasero tutti completamente scioccati, Shuichi e la madre si misero a piangere senza riuscire a controllare le loro lacrime e Kokichi non poteva fare altro che tenere stretto il suo amico cercando di consolarlo...ma non avevano abbastanza tempo per riprendersi.

"Mettiti in salvo, io porterò via Shuichi, veloce!" -urlò lo zio di Shuichi alla madre, per poi prendere il ragazzino in braccio e cominciare a correre alla massima velocità possibile.

"K-kokichi!- F-fermati! Dobbiamo salvarlo!" -Shuichi cercò di far tornare indietro lo zio per salvare anche il suo amico, ma lui non poteva, sarebbe stato un suicidio. Il bambino poteva solo guardare, anche se avrebbe preferito non farlo. Cercava di staccare lo sguardo, ma non ci riusciva, mentre sentimenti di rabbia e odio si mescolavano alla speranza che, prima o poi, sarebbe tornato anche per lui.

Intanto, la madre venne sparata al petto svariate volte e il ragazzino dai capelli viola ripreso da uno degli uomini armati. Cercò di dimenarsi, di scappare dalla sue grinfia e correre via una volta per tutta, ma nulla sembrava funzionare, finchè non cedette, guardando per terra con uno sguardo vuoto.

Dall'altra parte, lo zio continuava a correre e Shuichi non riusciva a smettere di tremare e piangere, ancora scioccato dalla scena dei suoi genitori uccisi davanti a lui e dell'abbandono del suo nuovo e primo amico in assoluto. In men che non si dica, si ritrovarono un paio di uomini armati di pistola alle calcagna.
Fortunatamente, riuscirono a confonderli fra i vari alberi, rimanendo feriti entrambi nel processo, ma riuscendo comunque a seminarli.
L'uomo corse ancora e ancora, finchè non inciampò: fu in quel momento che scrisse il messaggio sul foglietto e lo seppellì sotto all'albero, aveva già preparato quello che gli sarebbe servito per farlo prima di arrivare a salvare il nipote, in caso non ci sarebbe riuscito al primo tentativo. Ora come ora, però, su di esso c'era scritto il numero dello zio.
Intagliò la scritta sull'albero con le chiavi dell'auto per poi girarsi verso il nipote.

"Perdonami..." -fu l'unica parola che riuscì a sussurrare per poi prendere un bel respiro e mettere K.O. Shuichi. Lo prese nuovamente in braccio e scappò via, lasciando finalmente scivolare le lacrime amare di dolore e pentimento sulle sue guance.




[[[ciao amici scusate per l'assenza di tipo un mese jkjkjkjhkjh e grazie a tutte le persone che mi hanno aspettato fino ad ora, domani o dopo domani pubblico il prossimo e cerco di essere più attivo giuro]]]





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