Capitolo 28

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Bradley

Cammino per casa come un anima in pena, sono trascorse tre settimane da quando io e Danielle abbiamo rotto, ventuno merdosi lunghi giorni, 504 maledettissime ore senza più lei nella mia routine quotidiana, senza più lei nel mio letto ad amarmi, lontana dalla mia vita, purtroppo però ancora bene ancorata nella mia mente.

Penso a lei costantemente e mi chiedo se sta' bene, mi chiedo se le manco, se ride ancora senza di me, oh se è andata avanti con la sua vita, di sicuro non l'ho fatto io con la mia, che da quel terribile giorno è rimasta in stallo, prigioniera di un amore che credevo sarebbe stato eterno.

Queste tre settimane sono state di puro inferno, e lei è sempre salda nel mio cuore e padrona della mia anima, mi sento uno schiavo incapace di liberarmi di lei e credo non ci riuscirò mai. Danielle era l'amore della mia vita e in un soffio tutto si è sgretolato, come un castello di sabbia portato via dalle onde del mare.

Le certezze che avevo di sapere chi lei fosse si sono dissolte come neve al sole, e le lacrime non lasciano tregua ai miei poveri occhi ormai stanchi, non mi sentivo così male dalla morte dei miei genitori, e sapere che Danielle è l'artefice del mio dolore mi ha svuotato completamente. La odio, una parola che non avrei mai creduto potesse andare a braccetto con l'amore, eppure è così, non si può fare nulla per annientare uno dei due sentimenti, non ci riesco, perché continuo inesorabilmente ad amarla in modo viscerale, anche se la mia mente me la fa odiare con tutto me stesso.

Mentre vago per le stanze di casa finisco in libreria e subito il mio sguardo cade sul tavolino vicino alla finestra dove c'è appoggiata sopra un orchidea, il mio cuore si stringe alla vista di quella pianta che doveva essere il simbolo del nostro matrimonio, disdire le nozze è stato davvero difficile, doloroso, pensare che lei non sarà mai più mia moglie, che non sentirò più la sua dolce risata mi fa male. Mi asciugo le lacrime e mentre stò per uscire dalla stanza Dodgers zampetta di corsa all'interno, e si fionda sulla poltrona davanti al caminetto, d'istinto sorrido manca anche lui.

<<Dodgers avanti esci, vieni andiamo in giardino>> dico al mio cane che non mi fila minimamente concentrato a giocare con qualcosa, lo raggiungo e vedo tra le sue zampe un golfino di Danielle e subito mi ritorna alla mente il giorno che lo indossava, era una domenica di pioggia battente e non avevamo voglia di uscire. La giornata era trascorsa nel più completo relax, avevamo giocato a scacchi, cucinato biscotti, e poi io mi ero messo a guardare la tv in salotto e lei si era rinchiusa qui, persa tra le pagine di un libro fino a sera, fino a quando non ero venuto a cercarla e avevamo finito per fare l'amore sul tappeto davanti al calore del fuoco acceso.

Cerco con lo sguardo quel libro è appoggiato sopra agli altri, Danielle usava metterlo così, era un modo veloce per trovare subito il libro e continuare a leggerlo senza perdere tempo a cercare il titolo in mezzo a tutti gli altri. Guardo Dodgers e gli tolgo dalle grinfie il golfino prima che lo rompa, e maneggiandolo il profumo di Danielle mi arriva alle narici, è ancora così persistente che sembra lo abbia usato da poco, e scaturisce in me un nuovo ricordo di lei.

Dio quanto mi manca... Scaccio il pensiero ed esco dalla stanza chiamando nuovamente Dodgers che questa volta mi segue obbediente, e con lui al seguito vado in lavanderia dove appoggio il golfino di Danielle, domani dirò a Sandy di farglielo recapitare.

Danielle

Esco dal lavoro stanchissima ma pienamente soddisfatta della giornata proficua, il nuovo profumo che stiamo creando sta' vendendo davvero bene, e mi auguro che abbia un gran successo. Tra poco è San Valentino e contiamo esca per quella data, e mentre ci penso involontariamente una lacrima solca la mia guancia, quel giorno sarebbe dovuto essere il più felice della mia vita, e invece tutto si è rotto nel peggiore dei modi.

I miei occhi nei tuoi   (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora