Capitolo 7

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Elia.
Solo io potevo scegliermi la ragazza più stronza, forse lei penserà la stessa cosa, stavolta ho fatto proprio un casino, stanotte devo rimediare, altrimenti sono affari miei.
-Rebe sarebbe l'ora che anche tu ti trovi un ragazzo no?- dico lanciando un sasso nel lago.
-mi sento con uno- risponde guardandomi - ci stiamo conoscendo,aspetto prima di presentarvelo,quando sono sicura che è giusto per me-.
Inclino la testa verso sinistra e inquadro Rebecca, i suoi occhioni azzurri, la pelle bianca da morto e i capelli neri.
-come si chiama?- chiede Giulia.
-si chiama Ezekiel, ma lui si fa chiamare Zeke- dice.
-viene dal mio mondo?- chiedo strano.
-non lo so, ma glielo posso sempre chiedere perché?- mi guarda Rebecca, alzando il sopracciglio.
-perché è un nome tipico del nostro mondo, più precisamente del sud, in Andalasia, dovrebbe essere un Dominatore se non sbaglio eh- dico schioccando le labbra.
-Rebe- dico -mi dai un abbraccio che mi manca affetto?- immagino già Giulia che mi guarda male, ma se lo merita.
Rebecca si avvicina e mi stringe, a dire il vero mi serviva proprio, lei adesso è la mia migliore amica.
-ragazzi - dice Pippo -io vado a casa sono stanchissimo, stanotte mi sono allenato e basta- dice stirandosi.
Saluta la sua ragazza e va, noi seguiamo lui e ce ne andiamo ognuno per la sua via.
-ti accompagno io a casa?- chiedo a Giulia quando tutti sono via.
-accompagnaci Rebecca- dice mentre se ne va.
-smetti, lo sai che è la mia migliore amica-
-ok accompagnami -
La faccio montare sul motore e la porto a casa.
-a che ora devo venire?- dico freddo
-quando vuoi- e si allontana andando a casa.
Quando torno a casa mi sdraio un po' sul letto, poi vado giù e mi scolo più sangue possibile. Sono davvero innervosito dal comportamento di Giulia, anche se non sono stato migliore di lei.
Sono solo le due e mezza, mi sto terribilmente annoiando, così decido di allenarmi di nuovo con il mio potere, dopo la scorsa notte passata in bianco per allenarmi, ho quasi imparato a controllare il mio potere senza problemi.
Decido di allenarmi solo per un'ora, infatti sono già stanchissimo, mi faccio una doccia e poi vado a dormire devo essere in forma per stasera.
Mi sveglio sentendo il telefono squillare non vedo nemmeno chi è e rispondo con la voce assonnata.
-pronto?-
-Elia, sono Giulia-
-dimmi- dico annoiato.
-potresti venire qua tra poco che sono sola a cena almeno parliamo senza bisogno che ci preoccupiamo dei miei-
Controllo l'orologio, ho dormito per più di tre ore e mezza.
-si ok, devo portare qualcosa?-
-no, ho già fatto tutto io a tra poco-
-ciao...-
Non so se sono contento oppure ho paura di affrontare Giulia, ma comunque vado lo stesso da lei per rispetto e perché affronto i problemi.
Arrivato da lei, parcheggio il motore e suono al campanello, lei apre con indifferenza, di solito è contenta di vedermi.
-ciao- saluto.
-ciao-
Si sente che c'è tensione tra di noi, nessuno dei due si guarda in faccia.
-mangiamo?- chiede.
-volentieri! Cosa hai cucinato?- chiedo ansioso.
-avevo pensato ai tortellini panna e prosciutto- dice mordendosi il labbro ed io distolgo lo sguardo, perché mi fa venire voglia di baciarla.
Mentre mangiamo, non spiacciamo molte parole e alla fine quando abbiamo messo apposto tutto e siamo seduti sul divano iniziamo il discorso.
-allora parla- dice lei, lasciandosi cadere all'indietro.
Così gli spiego tutte le sensazioni che ho, di quello che mi ha detto Marta e del mio potere.
Lei sta zitta per un po' di tempo, come se dovesse assimilare tutto quello che gli ho detto.
-ti ci voleva tanto a parlare?- mi chiede infine.
-no,volevo tenerti fuori tutto qua- dico mentre fisso il pavimento.
-da cosa precisamente?- chiese fredda.
-da una possibile guerra, non voglio perderti- .
Lei a questa parole mi salta addosso e mi prende per il colletto della maglia, d'istinto mi trasformo, adesso siamo faccia a faccia.
-stavi per perdermi, lo stavi quasi per fare- sibila.
Io gli sto solo fissando le labbra, mente lei appoggia la fronte sulla mia.
-non pensi che anche io non voglio perderti stronzo? Potresti fare meno l'egoista e parlarmene delle cose.
Quindi non fare mai più una cosa del genere capito? Mai più.- mi dice in un sussurro vicino alle labbra.
- e tu non provare mia più ad ubriacarti- dico di rimando.
Mi avvicino per baciarla, ma lei leva una mano dalla mia maglia e mette un dito sulle labbra.
-pensavi fosse così facile?- la vedo ridere sotto i baffi.
La odio quando fa così, ma la adoro anche.
Infine si appoggia a me delicatamente, lei è sopra di me, con la testa sul mio petto e le braccia lunghe ai fianchi, io gli metto le mani sopra la testa e la accarezzo dolcemente, se penso che la volevo lasciare, mi sento uno stupido, lei è la mia forza, la persona per cui vivo.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora