Capitolo 8

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Giulia.
Sono distesa su di lui, mi sento accoccolata, e sono felice di aver parlato con lui, spero abbia capito, sembrava di si, lo spero tanto.
Mi avvicino piano piano alla sua bocca, non lo bacio, la sfioro soltanto.
-mi fido di te, so che se andrai nel tuo mondo tornerai da me- dico prendendogli il viso tra le mie mani.
-anche io mi fido di te- dice mentre mi accarezza.
Poi allento la presa e mi distendo al lato, lo abbraccio e lui ricambia.
-sai che gloria non è più vergine?- dico così dal nulla.
-si lo sapevo già- dice mentre gioca con i miei capelli.
-come lo sai scusa?- dico curiosa.
-Raffaele è mio amico sai- ride.
-ah giusto non ci avevo pensato-
-perché mi hai detto di Gloria ?- chiese malizioso.
-così - dico mentre mi alzo per andare ad accendere la televisione, vedo lui che mi guarda in un modo strano, so che ci è rimasto male, magari pensava qualcos'altro, ma più tardi adesso lo faccio soffrire.
-guardiamo un film?- chiedo strizzando gli occhi come una ragazza innocente, tanto so che no non me lo dice.
-perché non usciamo? Sono solo le 10- dice guardandosi l'orologio.
Pensandoci è una bella idea, ma voglio andare sola con lui, è tanto che non usciamo insieme.
-ok, ma solo io e te- dico avvicinandomi -poi torniamo a casa mia, e dormi da me-
Lui fa un sorriso malizioso, e si alza per baciarmi, ma me ne vado in camera a prepararmi.
-che ti metti di bello?- mi grida dall'altra stanza.
-una canottiera e i jeans corti che mi hai regalato tu-
Finito di prepararmi, lo prendo per la mano e usciamo di casa, saliamo sul suo motorino e andiamo da qualche parte.
-dove mi porti?- cerco di gridare per non far sovrastare la mia voce dal vento.
- mi devo far perdonare no? Allora andiamo dove mia madre mi portava a vedere le stelle quando visitavamo la terra-.
Lui non ha mai parlato di sua madre, mi sento felice del fatto che finalmente si stia aprendo,penso che lo farò anche io riguardo mio padre.
Elia ferma il motorino, mi fa scendere poi ci leviamo i caschi , alla vista di questo posto meraviglioso mi lascio uscire un suono stupito dalla bocca.
-ti piace?- dice mordendosi l'interno della guancia.
-è favoloso- sussurro.
Siamo su un ciglione, oltre quello si vede tutta la città illuminata di notte, si vedono le stelle a meraviglia,Elia mi fa cenno di seguirlo, ci mettiamo a sedere e poi mi prende la mano.
-quando ero piccolo mia madre mi portava spesso qua a vedere le stelle, le adoravo, adoravo come lei le sapeva interpretare e spiegare, la stavo sempre a guardare a bocca aperta- dice con voce triste.
Non riesco a vederlo bene in faccia, ma capisco quanto stia male, quanto il ricordo di sua madre lo faccia soffrire.
-mi manca, lei e Tommy, davvero, ci penso sempre a loro e a volte piango come un bambino- la sua voce risuona smorzata dalle lacrime, -lei si chiamava Tiana-.
Non riesco a dire nulla che lo conforta, ma lo abbraccio, lo tengo stretto a me e lui si distende sul mio petto mentre gli accarezzo i capelli morbidi.
- almeno tua madre ti vuole bene e Tommy pure te ne vuole tanto, invece mio padre mi odia perché sono femmina, lui voleva un maschio e invece, quindi quando facevo qualcosa di sbagliato mi picchiava, forte, a volte mi lasciava i segni sulla pelle per una o due settimane- dico appoggiando il mento su di lui e mi lascio scappare una lacrima.
-abbiamo due passati orribili, ma siamo insieme adesso, e nessuno ci dividerà- dico mentre lo porto si verso di me e lo bacio, lo bacio passionalmente, dopo due giorni che neanche ci sfioravamo.
Poi mi distendo su di lui e in poco tempo sono sopra , sulle sue labbra sento ancora il sapore salato delle lacrime, mi stacco dalla sua bocca e riesco a vedere il suo sguardo triste, ma soddisfatto di aver parlato, gli asciugo le lacrime piano piano e poi ricominciano.
Mette le sue mani sotto la canottiera e sgancia il reggiseno, io me lo tolgo.
-sei sicura Giulia?- mi sussurra Elia dolcemente .
-si, davvero convinta- dico levandogli la maglia.
-aspetta, ma qui? Sull'erba?- chiese strabuzzando gli occhi.
-va bene mettiti la maglia e andiamo a casa- dico alzandomi.
In fretta ci mettiamo sul motorino e ripartiamo.
Arrivati a casa mi prende in braccio e mi porta in camera buttandomi sul letto, si leva la maglia, io mi ritolgo il reggiseno, poi anche la canotta, lui si distende su di me e inizia a baciarmi il seno, è una bella sensazione e ansimo per il piacere, poi passa alla bocca.
Quando si alza e mi leva prima i miei e poi i suoi pantaloni lo guardo bene in faccia, -per favore, fai piano- chiedo.
-amore, non ti farei mai del male, giuro, proverò a fare più piano che posso e quando vedo che per te è troppo smetto- dice sorridendomi, io mi fido di lui, perché da quando sta con me è cambiato tanto.
Si leva le mutande e poi leva le mie, sono in tensione, ho un po' paura di questa cosa ma, con lui andrà tutto bene.
Ad un certo punto ansimo senza accorgermene e poi vedo la sua testa tra le mie gambe, quando poi si sposta sulla pancia e poi di nuovo alla mia bocca, è davvero un momento stupendo, poi lo sento, sento che è dentro e ansimo di dolore, fa male, ma è anche piacevole, riprendo a baciarlo per sentire meno dolore, ma è veramente dolce la sua delicatezza, da come piano stia andando.
-ti amo- gli sussurrò piano in un orecchio.
-anche io piccola tanto- e appoggia la testa sul mio petto.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora