capitolo 31

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Elia.
È ormai l'alba, abbiamo dormito quanto basta per riposarsi.
Facciamo una bella colazione abbondante, in un silenzio pacato e calmo, nessuno sembra essere teso.
-non siamo troppo pochi?- Raffaele rompe il silenzio e tutti alziamo la testa per guardarlo.
-tranquillo- risponde Lynn -ci seguiranno di nacosto, se partiamo tutti insieme daremo troppo in vista-
-giusto- Rafael piega la testa e riprende a mangiare.
Mezz'ora dopo siamo pronti per partire, il viaggio durerà circa tre ore, dobbiamo muoverci se vogliamo arrivare in tempo per salvarla, o per riprenderla decentemente.
-stai bene Eli?- Zeke mi appoggia la mano sulla spalla.
-sono solo turbato- in verità anche arrabbiato e deluso da me stesso, dovrò uccidere Luca quando lo troverò?
Sarò davvero capace di farlo?
La testa mi pulsa mentre saliamo sui cavalli, rimango indietro da solo mentre gli altri chiccherano vivamente.
Non sarò mai in grado di vivere col peso di averlo ucciso quando potevo salvarlo, non mi metterò al suo pari, sarò migliore.
Poi c'è Giulia, perché ho lasciato prenderla?
I sensi di colpa mi assaliscono e la testa non smette di far male, mi riprenderò Giulia al costo di perdere la vita.
-Ragazzi- grida Pippo.
-che?- rispondo.
-c'è un accampamento, ma non sembra essere dei nostri-.
-raggiriamolo- suggerisce Raffa.
-non ci conviene- dico.
-Elia ha ragione- mi appoggia Lynn.
-allora come dovremmo fare?- Raffaele sembra confuso ed in stato di panico più di quanto lo sia io.
Scendo lentamente dal cavallo, sento gli occhi di tutti puntati addosso.
- da quanto tempo stiamo in viaggio?- chiedo.
-almeno mezz'ora- risponde scocciato Zeke -cosa vuoi fare?-.
-raggiriamo, perderemo tempo, ma almeno arriveremo interi- devio a sinistra, mentre sguardi di assenso mi seguivano.
-Lynn- sussurro -manda un segnale, o fai in modo che capiscono che qui c'è un accampamento-.
-mando un gufo-.
Continiamo a camminare, tenendo d'occhio da molto lontano il campo.
-c'è un lago- avviso gli altri dietro.
-attraversiamo sui cavalli- suggerisce Zeke.
Tutti saliamo sui cavalli, la foresta è fitta e piano piano il sole sta salendo così ci permette di vedere meglio, se non fossi nato qua, sarebbe stato facile perdersi, lo scenario è molto continuo solo ogni tanto si vede qualche colore diverso dal verde ed è difficile orientarsi.
Piano piano che andiamo avanti, l'aria è più testa e le battute diminuiscono, non che abbia sentito qualche discorso che facevano, però facevo finta di ridere per non sembrare troppo turbato.
Intanto abbiamo raggirato con successo il campo avversario e siamo sulla strada giusta, non mancano più di due ore, ma siamo stanchi e affamati quindi decidiamo di prenderci una pausa, sediamo sul prato umido, vicino al tronco ci sono due fiori rosa, i Grimildi noi li chiamiamo, erano i fiori preferiti di mia madre, e spesso li avevo rammentati a Giulia, senza pensarci due volte li colgo e li metto nella sacca.
Poi bevo il sangue Che mi hanno dato, mi isolo da solo in un posto e ringrazio i ragazzi che non mi seguono perché non ho voglia di dare spiegazione, almeno che quella persona non sua Zeke.
Quando ripartiamo, Lynn è avanti a tutti, mentre io mi tengo indietro con Zeke.
-lo devo uccidere?- gli sussurro, non voglio che gli altri sentono.
Mi lancia un'occhiata di terrore.
-te la devi sentire- dice -non devi avere rimpianti-.
Abbiamo uno sguardo severo l'uno sull'altro.
-Sapevo che era questo quello che ti turbava- è incredibile in quanto poco tempo sia diventato il mio migliore amico.
Continiamo a parlare per il resto del viaggio.
-ci siaml- Raffaele ci sveglia dalle chicchere.
Il fiato diventa affannoso mentre scendo lentamente dal cavallo.
-sistemiamo ci qui e pensiamo ad un piano- dico in tono piatto mentre ci raggruppiamo in cerchio.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora