Capitolo 23

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Elia.
Finalmente ho finito il turno, ho sudato tantissimo, ma voglio solo andare da Giulia in questo momento il resto, non conta.
Quando arrivo nella sala, sono già tutti pronti a mangiare, mi siedo accanto a Giulia, gli prendo la mano senza farmi vedere.
-grazie della lettera- mi sussurra dolcemente.
Sono soddisfatto e ricambio con un sorriso dolce.
Dopo mangiato, prendo Giulia da parte, la voglio portare nella foresta, per stare insieme e perché voglio impararle a cacciare.
Lei sembra contenta di venire, ne sono felice, mano nella mano camminiamo per i boschi, è una bella sensazione, l'aria fresca mi sfiora la pelle, tranne l'ansia, sono sempre pronto a difendermi.
-sei ancora preoccupata?- le chiedo.
Lei gira la testa dall'altra parte, capisco che qualcosa non va.
Le prendo la testa fra le mani e la costringo a girarsi verso di me.
-ti senti un peso vero?-
Lei annuisce senza parlare.
-smettila di pensarlo, tu per me non sarai mai un peso, capito?-
-smettila di dire così!- mi tira uno schiaffo sulle mani e mi volta le spalle.
Sbuffo, mi gratto la testa, ma non so cosa fare, nessuna parola sarà di conforto, sono confuso e triste quanto lei.
-ascolta io prometto che non ti prenderanno!-
-grazie- si limita a dire abbracciandomi.
Con le labbra gli sfiorò le orecchie e me la coccolo.
La mia piccolina, potevo lasciarla sulla terra, mi sento responsabile del guaio in cui l'ho cacciata.
-ti va di cacciare?- le chiedo.
-pur di bere sangue si!- dice nervosamente.
Mi faceva ancora strano sentirglielo dire.
È ancora di più vederla trasformata.
-allora, vedi quel cervo là? Ecco, nasconditi dietro l'albero, e aspetta quando lui non è attento e poi... Giuliaaaa-
Cazzo, è già partita, quanto diamine corre, le sto a malapena dietro.
-non lo prenderai mai- le gridò scherzoso.
Lei si butta in avanti e addenta la gamba del cervo,che cade a terra emettendo un verso acuto dolorante.
Per non farlo soffrire gli addento la vena principale e metto fine alle sofferenze del povero animale.
-devi prendere le vene amore!- le dico sorridendo - e comunque complimenti-
-grazie maestro!- risponde in tono beffardo.
Finito il sangue torniamo a casa mano nella mano.
Spero che così un po' di preoccupazione le sia passata, anche perché ora siamo tutti insieme, la lascio andare dalle ragazze, almeno parla e magari si svaga un po'.
-dove siete stati?- chiese Raffa.
-a cacciare-
-dai racconta - si avvicinano Zeke e Pippo.
Gli racconto tutto e si mettono a ridere, io che non tengo testa alla mia ragazza, che stronzi, mi prendono anche in giro.
-devo parlarti!- improvvisamente Zeke cambia tono di voce, ed io mi preoccupo, so che riguarda lei.
Deglutisco e aspetto la spiegazione.
-stasera attaccano e siamo in massima allerta, non siamo sicuri di respingerli, Luca è troppo forte-
Pippo e Raffa si guardano per un attimo e poi ritornano a fissare il pavimento, sembrano aver perso le speranze, ma non posso permettere che succeda.
-ci dobbiamo provare, non scordate quello che ci ha fatto!- batto il pugno sulla mano.
-ha ragione! Non possiamo mollare- mi sostiene Raffaele.
-cazzo avete ragione- continua Zeke.
-non lascio che quella faccia da cazzo, vinca di nuovo, mettiamo fine a questa merda!- .
Sono parole che mi hanno messo carica e adesso siamo più convinti.
La sera dopo cena montiamo subito la guardia, ed è una noia mortale, non sembra muoversi nessuno, ma l'ansia addosso mi fa sembrare tutto un'attacco.
Anche le foglie che si muovono col vento, è la sensazione più orribile che una persona possa avere.
Faccio scatti di paura ogni tre secondi.
Ma poi lo sento, qualcuno si sta muovendo, non penso di essere pazzo, faccio un cenno a Zeke che è il più vicino e lui afferma di averlo sentito, poi un urlo atroce viene da dietro, mi giro di scatto, Zeke corre via, cerco di fermarlo, ma niente è già partito, è un inganno, almeno penso che sia un diversivo, infatti qualcuno sta uscendo.
-Luca!- grido.
-amico che piacere- sorride e nelle mani evoca due fiamme.
Io evoco il soffio ed alzo un vento intorno a me che mi scompiglia i capelli.
Lui sorride e lancia le fiamme sulla casa, che scoppia.
Mi giro verso di lui arrabbiato, mi sale una rabbia incontrollabile.
-me la pagherai giuro!- gli vedo mentre gli corro incontro.
-la ragazza sarà lo stesso mia- ha un sorriso maniaco in faccia, gli occhi sono assetati di potere, mi corre incontro con il mio stesso odio.
Lo scontro è iniziato e non so chi ne uscirà vivo.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora