capitolo 27

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Elia.
-concentrati Elia! Stai sbagliando tutti i colpi!- mio padre mi rimprovera bruscamente.
Non rispondo e continuo a controllare l'acqua, ma non sembra non rispondere ai miei comandi.
-non ci riesco- Grido infine
-seriamente io mi concentro, ma sbaglio-
Sono agitato e disconcentrato, ma mento e cerco di sembrare più attento possibile.
-no! Non lo sei, non puoi pensare a lei mentre ti alleni- ribatte mio padre furioso.
Smetto di scagliare getti di acqua inutili contro la parete e mi lascio cadere a terra, seduto, mi metto le mani sulla faccia e poi mi guardo attorno.
Tutti mi stavano fissando come se fossi un bambino viziato.
Questa cosa mi infastidisce e mi rende più nervoso.
-riprendiamo- dissi bruscamente alzandomi pigramente.
Non mi sonl ripreso del tutto, ma l'adrenalina in corpo non mi fa sentire alcun dolore.
-con il controllo dell'acqua proveremo domani- mi interrompe bruscamente mio padre, lo guardo trovo con disapprovazione, ma non sembra importarhli più di tanto.
-allenati con il sacco- concluse, mi giro verso il sacco, nessuno lo sta usando, logico è per i deboli, si usa solo all'inizio.
Sono letteralmente furioso, mi avvio verso il sacco.
Inizio a colpirlo con tutta la violenza che ho, fino a perforarlo, guardo io mio operato soddisfatto, mentre sento di nuovo gli occhi di tutti addosso,mi giro ed esco dalla stanza fiero di me.
Non ho fatto la cosa più brillante che potesse capitati, ma non mi importa, dietro di me sento la porta aprire, Zeke ha un sorriso stampato in faccia, a quanto pare ha apprezzato.
Alzo le mani dietro la testa e sorrido di rimando.
-bel colpo- dice ridendo.
Io rido con lui e poi andiamo insieme verso la cucina.
Penso che adesso si lui il mio migliore amico, ha fatto molto per me e gli devo molto.
-stanotte andiamo a prendere Giulia- esclama ad un tratto Zeke.
Io struzzo gli occhi, se sta pnsando di scappare nella notte per andare da lei io sono il primo a partire.
-cosa?- chiedo ancora confuso.
Lui si passa il dito sulla bocca in segno che devo fare silenzio.
Lo prendo e lo porto in una sicura stanza vuota.
-cosa hai in mente?- chiedo subito appena entrati.
-voglio che io, te, Pippo e Raffaele stanotte andiamo a prendere Giulia- dice sussurrando.
-non arriveremo da lei in una notte- alzò leggermente la voce.
-lo so- si guarda in torno ner oso come se avesse l'impressione di essere osservato - dobbiamo affrontare gli uomini di Luca, ma tu puoi farcela benissimo contro cento uomini-.
Mi passo la mano pensieroso.
-si ci sto- dico con sicurezza riconquistata.
Zeke sorride compiaciuto, ed io gli batto la mano sulla spalla, poi usciamo dalla stanza e gli sussurro in grazie.
Arrivati in cucina per passare il tempo apparecchiamo, mentre rubiamo del cibo.
Poco dopo la cucina si riempie, mio padre mi tira una pacca sulle spalle.
-il sacco lo ricoprì tu!- meno male l'ha presa sullo scherzo.
La serata è alquanto piacevole, poi quando tutti abbiamo finito le ragazze rimangono a sparecchiare ed io Zeke prendiamo da parte i ragazzi spiegandogli il piano.
-amico sicuro che ci sto!- conferma Raffa.
-anche io!- Pippo mi abbraccia.
La nottata sarà un insonnia già lo so, il pensiero di partire mi sta logorante dentro, mi scolato alla
frenesia e alla rabbia, non penso riuscirò a dormire.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora