capitolo 25

1.7K 154 1
                                    

Elia.
La testa mi pulsa e fa un dolore assurdo, riesco a malapena ad aprire gli occhi, vorrei alzarmi e gridare, ma i miei muscoli si rifiutano di rispondere ai miei comandi, non ricordo nemmeno come io possa esserci finito qua.
I miei e pensieri sono confusi, appoggio la testa a terra cercando di pensare, ma il troppo dolore mi fa perdere i sensi di nuovo.
-state tranquilli si riprenderà- una voce alquanto familiare rimbomba.
-fatemi vedere anche a me come sta- grida un'altra .
Apro lentamente gli occhi.
-eccolo, eccolo- schiamazza qualcun altro.
Poi silenzio assoluto.
Ci sono dei ragazzi intorno a me, non riesco a riconoscere le sagome, devono essere i ragazzi.
La testa ha smesso di pulsare.
-Giulia?- il primo pensiero che ho in mente.
Nessuno risponde e piano piano mi metto a sedere, non vedo ancora bene, ma io voglio solo lei.
-l'hanno presa, Elia- qualcuno, il quale ancora non riconosco, mi poggia la mano sulla spalla.
-andiamo a prenderla appena ti sei rimesso- continua un altro.
-che è successo?- la gola mi si era improvvisamente seccata, ricordo di essere svenuto, non possono averla presa, non lei!.
-Luca l'ha presa- adesso riesco a vedere, Zeke è chino su di me.
Raffaele è a pochi centimetri con le braccia incrociate, i capelli spettinati e la faccia assonnata.
-dobbiamo allenarci subito- scendo dalla barella dove ero sdraiato.
Ma mi inizia a girare la testa e barcollo fino alla porta, dove mi sorreggo lentamente.
-non puoi ancora- commenta Raffa.
-devo riavere Giulia- dico a denti stretti.
Sono tutti attorno a me, tutti mi fissano, nessuno sembra approvare quello che dico.
Sono deciso a combattere fino alla morte, questa volta è la fine, non lascio che l'avvia vinta di nuovo, sono preso dalla rabbia e a stento riesco a ragionare.
Mai avevo pensato che si fosse arrivati a questi punti.
Lo dicevo sempre, ma adesso è davvero l'ora di mettere tutti a tacere e far finire questa inutile guerra.
Mi avvio barcollando verso la porta, facendomi spazio tra i ragazzi, quasi perdo l'equilibrio, riesco a malapena a stare in piedi.
-riprenderemo domani!- scandisce Zeke -ora torna a letto hai bisogno di riposo- .
Ha ragione,così non riuscirò mai a concludere qualcosa di buono.
Appoggiò il braccio sulla maniglia senza rispondere.
-andate via di qui!- sussurro bruscamente.
Non vedo quello che succede alla mie spalle, apro la porta e faccio segno di uscire, mi giro e noto Gloria che sta per dire qualcosa, ma Raffaele la ferma, la prende per la mano ed escono Seba dire nulla, così gli altri.
Sono rimasto solo, mi stendo sulla barella comoda, volevo andare in palestra per sfogare la rabbia e la delusione, ma sono troppo debole, come lo sono stato per difendere Giulia.
Non ci sono riuscito e adesso lei rischia la morte per colpa mia.
Deglutisco lentamente cercando di ricacciare le lacrime indietro, ma non funziona, piano piano il viso mi si bagna, e i singhiozzi riempiono la stanza, nascondo la faccia sotto il cuscino e do il via a tutto il dolore, i sensi di colpa che mi mangiano, non fanno che aumentare le grida.
Dopo un po' di tempo riesco a smettere, ho pianto per un' ora buona e gli occhi gonfi mi fanno male, non sento né fame  né sete.
Rimango nel lettino per altre due ore sveglio, pensando e ripensando a cosa potrebbe farle Luca.
Questo non mi aiuta, devo riuscire a distrarmi, ed infatti Zeke entra con la cena.
-avevo detto che volevo stare solo!- dico aspramente
In realtà sono felice che lui si qui adesso.
-devi mangiare!- ribatte -è cioccolata provala, è buona-.
Mi appoggia il piatto sul comodino accanto alla barella, mi tiro a sedere e poi addento la cioccolata.
-avevi ragione- ho la bocca piena -è davvero ottima-.
-lo so!- ride -come stai?- .
Poggiò la cioccolata sul comodino e fisso Zeke.
Lui abbassa lo sguardo -ti capisco!-.
-domani mattina alle sei in palestra- mi da una pacca sulla spalla ed esce.
Io finisco di mangiare la cioccolata e poi mi ributto sul letto, guardo il grande orologio affisso sulla parete.
Sono le otto, ma piangere mi ha stancato molto.
È difficile addormentarsi con un dolore, al petto che ti stringe e non ti lascia andare, ma comunque mi giro dal un lato e dopo un paio d'ore mi addormento.

Oltre lo sguardo: figlio della fiammaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora