Pete

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Mi chiamo Pete Phongsakorn Saengtham

Capo delle guardie del corpo della famiglia principale Theerapanyakun, o meglio, ex capo delle guardie del signorino Thankun.

Non ho mai capito perché, nonostante le mie abilità combattive e per le quali ero stato in realtà assunto, il signor Khorn, volesse che fossi la guardia del corpo del signor Khun.

In effetti , con lui non c'era molto da fare.

Khun non usciva mai di casa, gli piaceva passare il suo tempo alla villa, con le sue carpe, o a guardare le serie TV tutta la notte, costringendo anche noi guardie del corpo.

Con l'arrivo di Porsche le cose cambiarono. Le carpe e le serie TV, furono sostituite dal Karaoke e da serate all'insegna di alcool, nei vari locali della città.

Non so cosa fosse peggio, anche perché guai a non partecipare alle sue serate.
Sembra una vera pacchia, ma io preferivo di gran lunga quando mi affidavano missioni pericolose.

Infatti, pur essendo la guardia del copro di Khun, venivo comunque incaricato da Khun Kinn per missioni molto particolari. Come quando mi chiese di seguire Vegas.

Non mi meravigliai , ero infatti a conoscenza dell'astio tra i due, o meglio, dell'astio tra le due famiglie.
Vegas lo avevo visto quando veniva agli incontri alla villa e spesso, avevamo partecipato alle stesse missioni. Come dimenticare il suo atteggiamento, quando dovevamo dare lezioni agli avversari.

Essere torturati da Vegas, era come scendere all'inferno. Quei pochi sopravvissuti alle sue torture, pregavano di morire e Vegas, spesso, li accontentava.

Vegas non ha mai provato rimorso. Noi tutti, eravamo stati addestrati a questo genere di cose, ma nessuno ne era davvero capace, almeno non a quei livelli.

Ricordo ancora quando con una tenaglia da meccanico, staccò la lingua ad una spia, che non intendeva dirci dove fosse il nascondiglio del suo capo.

Ricordo la faccia di Vegas...

Nessuna emozione. O meglio, una c'era, divertimento.

Spesso rimanevano a guardare, più per obbligo, che per piacere. C'era chi vomitava, o chi preferiva cambiare stanza.
Pur essendo mafiosi, eravamo ben lontani dall'essere così sadici.

Io invece, non ne ero disgustato, ne ero invece rapito. Ogni sua espressione, ogni suo movimento, provocavano in me delle strane sensazioni.

Si, ne ero oltremodo affascinato!

Quando poi la mia indagine su di lui, arrivò al punto di svolta,
fui catturato e imprigionato nella sua stanza.

Ricordo ancora il primo stupro. Il problema, non era solo che fosse un ragazzo. Kinn è gay, ma io ero etero. Oltre la vergogna, fu anche molto doloroso e soprattutto, perché Vegas lo fece con il disprezzo più assoluto. Per quel ragazzo, ero solo una cosa in cui svuotare il suo odio per la prima famiglia. Non ero una persona, ma un animale, anzi forse, ero meno di un animale per lui.

Nelle settimane passate insieme, la mia mente pensava solo a come scappare o a come ucciderlo.

Poi però successe qualcosa.

Giorno, dopo giorno, odio su odio, iniziai senza volerlo, a preoccuparmi di ciò che Vegas pensava, a cosa faceva e a cosa fossi io per lui.

All'inizio, volevo sfruttare questa sua ossessione per me a mio vantaggio,anche se il suo comportamento non riuscivo a capirlo. Mi portava i miei piatti preferiti e il sesso con lui, aveva smesso di essere violento. Non volevo ammetterlo, ma iniziava a piacermi. Iniziavo a desiderare di stare con lui, ad essere in ansia quando lui non c'era. E scoprii, di esserne geloso. Una gelosia ossessiva, ma che io per primo non  volevo riconoscere.

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