Forse tu non lo sai

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Pov Muriel

" Si, ho capito"

La chiamata di Lionel arrivò alle sei del mattino. Doveva essere sera da loro a New York, non che Lionel, avesse mai pensato di disturbare.
Se chiamava, gli si rispondeva, a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Poco male comunque, non avevo giusto occhio tutta la notte.

"So bene che non  vorresti  esser li Muriel, ma è necessario che tu supervisioni la situazione. Con la mafia thailandese non si scherza e io non vorrei dover rimpiangere un genero"

Come se avessi avuto un qualche tipo di scelta nell'esserlo.

"Stia tranquillo, non ci saranno problemi"

"Qui c'è  Lucy, vuole parlarti"
Sentii una voce stridula dall'altra parte del telefono. L'unica persona al mondo capace di imporsi su Lionel. La sua principessa.

"Muriel, come stai ? quando torni?"

"Non l'ho ancora previsto."
Stavo per continuare ma venni subito bloccato.

"Ho visto quel ristorante e mi hanno detto che sara libero il mese di giugno, per la data che volevamo. Cosa ne dici?"

"Io non..."

"Non sei convinto? preferisci quello  a New York? "

Era inutile discutere con lei. Ci conoscevamo da quando avevamo dieci anni, e mai una volta ero riuscito a convincerla di qualcosa.

In ogni gioco, lei era la principessa nel castello ed io il principe. A dieci anni, non credevo che quello sarebbe stato il mio ruolo per la vita.

Anche a chilometri di distanza, mi sentivo ancora chiuso nelle mura di quella villa. A fare ciò che mi veniva detto, senza potermi chiedere se lo volessi.

"Non è questo... Scusami Lucy, ma davvero adesso non ho tanto tempo. Salutami tuo padre"

Lucy riattaccò senza problemi, in effetti per lei non esistevano. Avevo sempre fatto ciò che voleva, nemmeno le mie titubanze potevano farle pensare diversamente.

Scesi nel patio dell'Hotel, quasi deserto, se non fosse per l'esercito di guardie del corpo in ogni angolo.

"Sei qui"

"Volevate vedermi no?"

"Si, ma dobbiamo aspettare Vegas e Tay"

Rispose Kinn mentre ci dirigevamo all'entrata.

Per quanto mi riguarda, avrei preferito starmene per conto mio. Non ho mai apprezzato che qualcuno controllasse i miei movimenti.

Kinn tuttavia, mi aveva detto che sarebbe stato più comodo alloggiare in una delle stanze dell'hotel che aveva comprato, in una piccola cittadina poco distante da Bangkok.

Aveva bisogno di una nuova base, e non voleva dare troppo nell'occhio in città.

Aveva inoltre assunto una squadra di nuove guardie. Della vecchia squadra continuavano ad esserci solo Arm e Pol, che come sempre, rimanevano a coprirsi le spalle a vicenda.

Poco dopo arrivò un auto sportiva. Troppo piccola per cinque persone. Infatti,alla guida c'era Time, insieme a lui Pete, che teneva in braccio Venice e Vegas.

Da quando ero tornato, non ero riuscito a vedere Venice. Non era passato molto tempo,ma io lo vedevo molto cresciuto.

Dentro di me, c'era un piccolo desiderio di prenderlo in braccio, ma per qualche strano motivo, il modo protettivo di Pete di tenerlo attaccato a lui, mi faceva desistere dal fare qualsiasi cosa davanti a lui.

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