Puoi rimanere con me?

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Pov Vegas

Pete era steso accanto a me sul letto completamente nudo, era svenuto poco tempo fa, dopo che eravamo andati avanti per ore. Non sapevo nemmeno se fosse ancora notte.

Di certo la mia intenzione non era questa, l'unica cosa che volevo era distrarlo, per poi immobilizzarlo e fuggire da quella stanza.

Non avevo pianificato, di essere intrappolato dagli occhi di Pete. Quando mi avvicinai a lui per baciarlo, volevo approfittare della situazione e legarlo con le catene.
Tuttavia, il suo sguardo era stato così travolgente, che non sono riuscito a fermarmi.

Quando lo sentivo gemere sotto di me, sussurrare il mio nome, ma soprattutto, vederlo con gli occhi lucidi per il piacere che gli davo,ho perso la ragione.

Essere un tutt'uno con lui , aveva scatenato in me cose, che non avevo mai provato con nessuno. Una strana sensazione di felicità, così travolgente che non riuscivo più a staccare la mia bocca del suo corpo. Osservandolo adesso, la sua pelle seppur scura, era piena dei morsi e dei lividi che gli avevo lasciato,ma per quanto mi sforzassi, non riuscivo a farne a meno. Volevo diventare una sola cosa con lui.

Non riuscivo a privarmi del suo sapore, non riuscivo a fare a meno del suo profumo, che richiamava in me ricordi lontani che tuttavia, non  riuscivo ancora a mettere a fuoco.

Mentre lui continua a sonnecchiare,mi alzai e cercai quello che in realtà volevo fin dall'inizio, e cioè le chiavi della porta.

Mi liberai prima delle catene, per poi lasciare la stanza. Pensavo di essere bloccato nella vita principale, ma a quanto pare non eravamo lì. Non conoscevo quella casa.

Percorrendo quel lungo corridoio, mi accorsi dello strano silenzio che c'era intorno. Non c'era nessuno li giù.

Strano che non ci siano delle guardie del corpo, soprattutto a sorvegliare me.

Dopotutto ero loro prigioniero.

O no?

Continuai  a camminare e arrivai alle scale. Salendo, mi nascosi quando senti delle voci in lontananza, nessuno che riuscivo a riconoscere comunque.

Dovrei cercare l'uscita e andarmene, anche se mi piacerebbe trovare Kinn, vederlo supplicare davanti ai miei piedi per la sua vita.

Diavolo, ancora il mal di testa.

Stranamente era sparito da che Pete inziò a farmi visita, ma adesso era ritornato ancora più penetrante di prima.

Arrivato in cima alle lunghe scale,noto una serie di stanze, sono tutte chiuse e silenziose.

Non riesco davvero a capire dove mi trovo,ma dovrei cercare un'arma, qualcosa per potermi difendere, l'unica cosa che ho è il coltello che ho trovato nella stanza quando Pete mi ha portato il vassoio con il cibo.

Camminando, vedo una luce accesa in una stanza, mi posizionai dietro la porta puntando il coltello cercando di capire se ci fosse qualcuno. Se avessi trovato una guardia del corpo, avrei potuto sfilargli la pistola. Mi decido ad aprire e rimango sorpreso nel vedere che posto strano fosse, piena di giocattoli e arredata come una stanza per bambini.Ma che io sappia, nessuno in famiglia ha figli.

Al centro una piccola culla,lentamente mi avvicino e noto che non è vuota, ma c'è un bambino che dorme.

La vista di quel bambino provocò delle strane sensazioni dentro di me, continuavo a guardarlo mentre sentivo il suo respiro delicato. Qualcosa però nella mia testa iniziò a sussurrare. Sentivo strani ridolini,una risata. La stessa risata che aveva fatto calmare il mio mal di testa giorni fa.

Vegas devi farlo

Quella voce, quella maledetta voce,continua a tagliarmi il cervello in due.

Mi portai una mano alla testa e strinsi gli occhi cercando di calmare quel doloroso mal di testa. Non mi accorsi che qualcuno era entrato nella stanza.

"Vegas non muoverti"

Udivo appena la voce di Pete. Il mal di testa, che risuonava come un lungo sibilo nella mia testa, mi appannava anche la vista che vedevo a stento la figura davanti a me.

Mi girai verso di lui e lo vidi puntarmi una pistola. La sua mano tremava e la sua voce era carica di paura.

È preoccupato per questo bambino? Chi è?

"Vegas ,Venice non c'entra. Ti prego"

Vegas, tutta la famiglia principale deve morire. Loro sono il nemico.

Da Pete, il mio sguardo tornò a quel bambino che era di fronte a me.

"V-vegas ti supplico"

Sentivo la voce di Pete sempre  più lontana,qualcosa dentro di me fece muovere la mano con il coltello verso quel bambino.

Buum.

Un forte rumore. Il coltello che cade dalla mia mano. Un urlo.

E poi, il buio.

Pov Pete

Quando sentii Vegas lasciare la stanza, mi alzai subito dal letto. Avevo nascosto la pistola fuori, perché non mi fidavo.

Non l'ho fermato, perché Vegas non era un prigioniero, avevo solo paura che non fosse ancora lucido.

Lo segui silenziosamente cercando di non farmi vedere. Quando raggiunse la stanza di Venice, il mio cuore vacillò e una strana paura mi fece afferrare la pistola ed entrare.

Vidi Vegas accanto la culla di Venice.
Gli puntai la pistola,non credevo che in questa vita lo avrei rifatto. Avrei preferito morire piuttosto che tenere di nuovo sotto tiro Vegas.

"Vegas non farlo"

Vedo Vegas tenersi la testa, avrà ancora quei mal di testa di cui si lamentava in questi giorni.
Lo vedo bloccarsi alle mie parole.

"Vegas ti supplico"
La mia voce, come la mia mano tremava. L'idea che Vegas potesse ferire Venice mi terrorizzava, mi avvicinai lentamente. Forse avrei potuto disarmarlo a mani nude.

Quando però vidi che il suo sguardo ritornò su Venice e il coltello nella sua mano che si sollevava,qualcosa in me scattò e premetti il grilletto.

Vegas boccheggiò, per poi girarsi verso di me.

"V-vegas"

Vidi una lacrima scendere dai suoi occhi e il suo corpo accasciarsi al suolo.

Urlai così forte che io stesso non riconobbi la mia voce.

Piccola sorpresaaaaaa
In realtà questi due erano un solo capitolo. Ma per scriverli... Diciamo che ci è voluto tempo e ho preferito dividerli. Ma non potevo non darvi tutto questo oggi.

PS grazie mille per i commenti siete fantastici❤️

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