Io e te

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Pov Pete

"Si Kinn, va bene. Aspetterò il vostro ritorno. Saluta ancora Tay da parte mia"

Era quasi un mese che Porsche e Kinn erano a Londra. In realtà avevano fatto vari viaggi d'affari, con l'aiuto delle nuove conoscenze di Tay.

Io e Vegas, insieme ai ragazzi, ci eravamo rifugiati nella casa al mare di Time.

"Potete rimanere lì quanto volete, io la uso poco. Inoltre io non ci sono quasi mai"

Quando Time ci lasciò la casa, pensavo non l'avremo visto mai. Invece, la notte, o comunque alla fine delle sue serate, tornava sempre qui.
Suppongo, che senza Tay e senza Kinn, si sentisse davvero solo.

Inoltre, sembrava che Macau avesse sviluppato una certa preferenza per Time. Uscivano spesso insieme, anche se mi ero fatto giurare da Time, che non avrebbe trascinato Macau nelle sue beghe clandestine.

L'aspetto di Time era molto diverso da quello che ero stato abituato a vedere. Era sciatto, spesso ancora sbronzo, per non parlare di quegli occhi rossi che gli vedevo ogni giorno.

Ma Time, non poteva essere un'altro mio problema.

Una volta chiusa la chiamata con Kinn, guardai fuori il patio di casa che dava sulla spiaggia.

Vegas era seduto vicino al mare, passava li quasi tutti i suoi momenti buoni, e oggi, grazie al cielo, era uno di quelli.

"Da na na"

Venice  gattonò maldestramente verso le mie gambe e si sedette a terra, abbracciando la mia gamba.

Gli sorrisi e lo presi in braccio. L'amore per quel bambino, mi aiutava nei momenti più grigi di questi momenti. L'unica cosa che mi rincuorava, è che Venice sembrava aver cambiato il suo atteggiamento ostile verso Vegas.
Spesso li trovavo a parlottolare sul pavimento o a rotolarsi sulla sabbia.

Questo bambino sembrava riuscire a a far emergere il meglio di Vegas. Quel meglio, che credevo di riuscire a vedere solo io.

"Andiamo da papà"

"Nana "

"Si, lo so che lo vuoi anche tu"

Venice non parlava ancora, ma riusciva a farsi capire molto bene.
Bastava passare poco tempo con lui, che anche i suoi versi, acquistavano significato.

Vegas era seduto con lo sguardo verso il mare. Il vento gli aveva scompigliato tutti i capelli, che ormai erano così lunghi, che doveva legarli con un elastico, anche se lui preferiva un bracciale di cuoio, che gli aveva lasciato sua madre.

Ai miei occhi, era ogni giorno più bello. Nemmeno il suo dimagrimento e il viso pallido, riuscivano a imbruttirlo.

"Possiamo unirci a te?"
Chiesi dolcemente al ragazzo seduto sulla spiaggia.

"Dipende, c'è un pedaggio da pagare"
Rispose Vegas girando il viso verso di noi.

"Non abbiamo soldi,mi dispiace "

"Venice ?"

Venice gridò di felicità perché sapeva cosa Vegas volesse. Si agitò tra le mie braccia, affinché lo facessi scendere tra le gambe di Vegas.
A quel punto Venice, prese il viso di Vegas tra le mani e gli posò un bacio sulle labbra.

Era una cosa nostra. Venice baciava così solo me, Vegas e Macau.

Dopodiché, Venice inziò a giocare con la sabbia. Io presi il mio posto di fianco a Vegas.

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