3 - It will take a while to make you smile

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- Liam

quella stupida ragazzina mi fa uscire pazzo.

«Liam...a che cosa pensi?», mi chiede Carly, accarezzandomi il petto nudo.

Mi sta facendo solo innervosire le sue mani su di me. Odio essere toccato. Le allontano la mano dal mio petto lasciandola di stucco.

«Nulla» Affermo privo di emozioni.

«Beh, forse vuoi un secondo round...»
Dio, ma che cazzo? Non si sente neanche un minimo in imbarazzo?

Io sbuffo e mi alzo dal letto rimettendomi i boxer in modo scocciato e annoiato.

«Devi andartene, tra poco tornano Aaron e David», Le dico.
Non è vero, ma la voglio fuori dalle palle.

Lei sospira nervosa.

«Beh? Non è mica la prima volta che ci vedono nel letto».
Mi sta facendo innervosire di brutto, lei e la sua stupida voce.

«Ho detto di andartene via cazzo!», urlo in preda alla rabbia, indicando la porta.

Lei sembra spaventata

«Perchè diavolo mi urli in faccia!?».
Ribatte prendendo in mano i suoi vestiti.

La prendo per il braccio e la faccio alzare dal letto.

«Perchè devi starmi a sentire, vestiti e vattene via».
Gesticolo andando in bagno.

Mi sciacquo la faccia e poi sento la porta chiudersi.
È andata via.

Mi guardo allo specchio, e l'unico aggettivo che mi viene in mente per me stesso è fallito.

«Mi sono iscritto alla facoltà di lingue».
Mormorai ansioso.

«Fallito. Dovevi fare come lei. Dovevi iscriverti a medicina!», urlò. Io mi allontanai da lui.
"Dovevi fare come lei".

«So che ti manca la mamma...ma cazzo! Non puoi ubriacarti e prendertela con me».
Mi misi davanti a lui faccia a faccia.

Mi tirò uno schiaffo sulla guancia destra.

«Non parlare di lei come se non fosse colpa tua».
Mi beccai un'altro schiaffo.

Poi un'altro ancora.

«Smettila ti prego!», le lacrime minacciavano di scendere.

Mi diede un pugno, così forte che persi
i sensi.

Forse aveva ragione, forse era davvero colpa mia.

Da quel giorno non ho più pianto per niente e nessuno. Mi sono creato uno scudo, come se fossi immune a tutte le emozioni.

C'è solo una cosa da fare per allentare la mia rabbia.

Andare in campo.

Esco dal dormitorio e vado verso gli spogliatoi che si trovano dall'altra parte dei giardini.

Arrivato, la noto. È lì sulla panchina in giardino mentre legge un libro.
Perché è fuori alle due del mattino?

Vado da lei con passo felpato.

Le arrivo vicino e mi fermo a guardare il suo profilo perfetto. Cazzo, ma che mi prende?

«Che ci fai qui Ellen?», le domando, sedendomi accanto a lei.

Non appena i suoi occhi azzurri si invaghiscono nei miei, che a suo confronto sono pieni di peccato, sento tutti i miei muscoli rilassarsi.

La rabbia è sparita.

Try To Love MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora