20 - Run away from me

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Liam

«Andiamo via da qui, Liam», mormora con voce ansimante. Ma con un tono che dice solo una cosa: Dobbiamo andare via da qui.

Ma non ho intenzione di fare sesso con lei, non oggi. Non mi perdonerei il fatto che non è del tutto sobria. Magari poi si pentirà, ed io non voglio subirmi tutto questo.

«Non...» Mormora prima di sospirare sulle mie labbra socchiudendo gli occhi e facendo si che i miei pantaloni diventino più stretti di quanto già lo erano pochi secondi fa.

«Non farlo.» Afferma, accarezzandomi la guancia.

A cosa si riferisce? Sta cercando di dirmi qualcosa? Non fare che...?

«Non lasciarmi aspettare», implora con voce affannata.

Ho la piena occasione di fare quello che ho sempre desiderato con Ellen, ma la sua prima volta non sarà qui, in un bagno di un locale sudicio, con me.

«Non è ancora il momento.» Il mio tono è duro e la mia mascella è contratta. Il mio sguardo è puntato nei suoi occhi, che mi stanno facendo pentire di quello che ho appena detto.

Sarebbe bello vederli pregare di affondare ancora di più i miei fianchi dentro le sue cosce.

Vederla così innocente, casta e pura, aumenta ancora di più la voglia di sbattermela su questo dannato lavandino.

Ma si è mantenuta fino ad adesso, ed io so che vorrebbe che la sua prima volta sia speciale. Tutti lo vogliono. Non dico che la mia lo sia stata, ma non posso essere io quel ragazzo. Lei deve stare lontana da me.

Non posso farlo, se lo facessi sarei egoista e Ellen potrebbe morire, o venire rapita. Magari tutti e due. Nessuno sa cosa gira nella testa di quello psicopatico di Jared.

Allora decido nuovamente di comportarmi da stronzo, lo stronzo senza sentimenti. Perché non può essere ancora colpa mia non lo permetterei mai.

«Devo fumare.» Dico con tono strafottente, chiudendo gli occhi per non vedere la sua espressione incazzata e amareggiata allo stesso momento.

La sento ridacchiare ironica, come se si stesse innervosendo.

«Sei uno stronzo», io non le do corda. Esco il pacchetto di Marlboro dalla mia tasca, so già che da qui a pochi secondi uscirò.

Sentir dire quelle parole da lei, rende più allettante la voglia di mettere in atto i miei pensieri impuri e lasciare da parte quelli che mi dicono di proteggerla. Proteggerla da me.

«Questa parola mi piace di più. Quando a pronunciarla é quella boccuccia innocente», la provoco con un sorrisetto sulle labbra, come se non avessi appena sentito i suoi sentimenti spezzarsi in due per il menefreghismo che sto utilizzando.

Le poso una mano sulla guancia, per continuare ad avere una reazione da parte sua. Mi piace da matti.

Ellen si scansa e fa una faccia disgustata, come se poco fa non mi stesse implorando di andare via e fare chissà cosa. Non che l'idea non mi alletti, anzi ha tutto l'effetto contrario e l'erezione nei miei jeans può anche fornire da prova.

Ragazzina ingenua.

Ragazzina ingenua.

Continuo a ripetermelo in testa, ma non ha senso perché è proprio la sua innocenza la cosa che m'invoglia di più a farla mia. Per quanto lo voglia, sento di non dover essere io a farlo, ma se qualcuno le mette le mani addosso torna a casa senza gambe, dovrà farsi posare un dito addosso solo quando io non potrò vederlo, ho già passato una notte in carcere, non è un granché, ma non mi spaventerebbe rifarlo ancora.

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