16 - It's crazy what you do for a friend

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Lo so, so che ieri sono stata una stupida a fidarmi di lui, a baciarlo ancora. Ma non ho potuto fare altrimenti. Anche se so che ieri probabilmente è stato un evento raro quello di vedere lui che mi abbraccia, non posso far altro che pensare al nostro bacio.

«Signorina Moore, lei sa la risposta?», la voce del professore di francese mi fa risvegliare dai miei pensieri.

Mi ritrovo a guardare un punto vuoto pensando a cosa rispondere, non posso di certo dire "oh, mi scusi stavo pensando alla qualunque cosa fosse sulla panchina di ieri".

Assolutamente no!

«Ti ha chiesto di tradurre la frase che c'è scritta sulla lavagna», mi sussurra una voce dolce.

Mi volto e incontro il viso angelico di Katherine, la ringrazio con uno sguardo e poi leggo la frase alla lavagna.

'Questo negozio non accetta assegni'

Mi prende in giro? È davvero così facile?

«Cette boutique n'accepte pas les chèques», mormoro con tanto di accento francese pregando che la risposta sia giusta.

«Perfetto signorina Moore», il professore continua a spiegare, così la mia testa viaggia totalmente verso altro.

Le lingue sono sempre state il mio forte, da quando andavo alle elementari. Anche sentire persone straniere parlare mi affascina, se fosse per me imparerei una lingua dopo l'altra.

In un attimo l'immagine di Liam mi ritorna in mente, senza scrupoli. È come se il biondo avesse preso il mio cervello e lo abbia riempito di sue foto.

Le sue labbra erano carnose e sentivo il sapore di tabacco scorrere per le mie papille gustative.

Il suo odore fruttato era buonissimo e non riuscivo a staccarmi da lui, per non parlare di quando le nostre intimità si sono toccate.

Ho provato questa sensazione per la prima volta. Quella di sentire la mia intimità a contatto con un'altra, intendo.

Mi è piaciuta da matti che per un momento ho pensato di perdere davvero la verginità su quella panchina, ma poi il fatto che lui mi abbia fermata mi ha fatto ricomporre.

Lui prima mi sta vicino, mi bacia e poi dice che è stato tutto insignificante e va via.

È impossibile che lui possa decidere da solo, non so se lo fa apposta per farmi soffrire, ma cerco di convincere il mio cervello che qualcuno gli stia dicendo cosa fare o di starmi lontano.

Quando finalmente il professore ci lascia andare in pace, noto la chioma bionda di Katherine seguirmi.

«Dove vai?», domanda quest'ultima non appena mi raggiunge.

Mi volto verso di lei, cercando di mettere i quaderni dentro lo zaino il più veloce possibile.

«Vado dagli altri, al giardino.» Le rispondo mettendomi in spalla lo zaino.

«Oh, e chi c'è?», chiede ancora.

Ma perché non viene e basta, senza fare domande? Insomma se proprio vuoi seguirmi allora aspetta che arriviamo e li vedrai tu stessa.

«Se te li elenco tutti staremmo qui tutto il giorno, farai prima a seguirmi...fidati», le poso una mano sulla spalla incitandola a seguirmi fuori.

Cammino velocemente anche per passare più tempo possibile al giardino.

Quando finalmente usciamo, si nota subito il nostro tavolo. È strapieno di gente, quindi penso che ci saranno anche Colin, Elijah, Benjamin e Janette insieme agli altri.

Try To Love MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora