12 - Something bad is 'bout to happen to me

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Liam


Non la porterei mai nel mio buio

Quella fottuta ragazzina innocente non se ne fa andare buono uno.
Prima se la fa con Tyler, il capo di una delle gang più grandi, e poi la vedo provarci con il suo braccio destro, Lucas.

Ma dico, che cazzo ha in testa? Acqua minerale? Mi chiedo se il mondo le voglia bene o se la stia prendendo a schiaffi per tutti i gangster che le sta mandando.

Aspiro il fumo della mia canna e lo butto fuori dirigendo la testa in alto, per poi riuscire a vedere il soffitto bianco.

«Dobbiamo andare all'allenamento, abbiamo la partita settimana prossima», contrasta Aaron dopo aver spento la sua Marlboro sulle scale antincendio.

Annuisco, in realtà non ci sto capendo un cazzo. Questa fottuta canna...ieri mi sono fidato di un vecchio rimbambito, vai a vedere da quanto c'è l'aveva chiusa dentro quel borsello nero l'erba.

«Liam...cazzo! Ti avevo detto di non fumare.» Sbraita prendendomi dalle guance con una sola mano.

Inizia a darmi schiaffi per tutto il viso, intento a farmi risvegliare.

Okay, ora mi ha rotto il cazzo, sto per prenderlo a pugni.

Lo spingo indietro e lo guardo male. Lascio cadere le braccia lungo i fianchi e sospiro scocciato dal suo comportamento.

Sento il mio cervello come andare in fumo adesso, che cazzo. Sembra che io abbia fumato dalle orecchie. Di solito non mi fanno questo effetto di merda.

«Hai finito con le tue stronzate, cazzone?», mi alzo in piedi e scendo le scale seguito da quest'ultimo. Sento che mi sta guardando malissimo. Forse ha ragione, non avrei dovuto fumare prima dell'allenamento.

In realtà Aaron ha sempre ragione, ma io e David ci limitiamo a non ascoltarlo o a prenderlo per il culo chiamandolo "mammina", visto che
si comporta come tale. Solo quando anche lui non fuma e non beve fino a sentirsi male.

Camminiamo in giro per il campus in cerca della palestra, o meglio. Io non riesco a capire un emerito cazzo. Non sembra la strada per la palestra questa.

Beh, un po' ci capisco ovviamente. Non è che io sia proprio un coglione. Avrò fumato anche una canna ma ragiono ancora.

«Sei così fatto che non ti rendi conto che stai pensando ad alta voce, cazzone», mi rimprovera il moro mentre mi incita a salire le scale ripide.

Nego con il capo. È pazzo se pensa che salirò le scale.

«Avanti, Liam!» Mi prende per un polso e corre verso i dormitori. C'è un problema. Sono femminili.

Mi guardo attorno spaesato e arriviamo davanti ad una porta della quale non riesco a leggere il numero.

La porta si apre delicatamente dopo che Aaron ha bussato più di una volta.

«Che diavolo ci fate qui? Non dovete allenarvi?», mormora una voce cauta e dolce. La riconosco subito.

«Ellen, puoi tenere a bada Liam per un'oretta? Abbiamo gli allenamenti, ma lui è fatto...», la implora Aaron poggiandosi allo stipite della porta.

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