26 - I hope nobody catch us, but I kinda hope they catch us

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«Tu non mi hai ancora detto cosa avete fatto tu e mio fratello quella volta, signorina» Sono passati tre giorni da quella sera e Tessa continua a stressarmi.

Sospiro nervosa e cerco di pensare ad altro. Lui non mi ha più scritto o parlato dopo quel giorno.

«Te l'ho detto, non è successo niente...abbiamo litigato», guardo altrove per non assistere alla sua reazione. È una bugia. Una grande bugia.

Mi guardo allo specchio ancora indecisa sul mio vestito. È un vestito bianco che arriva a metà coscia, aderente su tutto il corpo, quasi faccio fatica a respirare.

«E tu non mi hai ancora detto cosa festeggiamo stasera», la rimprovero.

«Ti porto a...», ingoia a vuoto, come se non sapesse che dire. Come se avesse paura di dirmelo. «...a svagarti, dopo l'accaduto con Charlene siamo uscite solo una volta.» Sorride nervosa aprendo la porta della stanza.

Lei è bellissima stasera, indossa un top rosso in pizzo ed una minigonna in jeans. Io in confronto non mi sento a mio agio, come se non meritassi di indossare un vestito così bello.

Appena esco fuori dalla camera, noto subito Aaron in tutta la sua altezza. Ovviamente, vestito tutto di nero.

Tessa inizia a camminare velocemente verso l'uscita, mentre Aaron mi affianca e posa il suo braccio sulle mie spalle.

«Sei davvero bellissima stasera, Ellen», mi sorride, inducendomi a fare lo stesso.

Lui mi indica e inizia a ridacchiare. «Ecco vedi? Sei ancora più bella quando sorridi», sospira, continuando a camminare.

Sento che i suoi complimenti siano sinceri. Mi sento apprezzata. E ciò mi piace, perché non sentivo complimenti sinceri da quando sono arrivata qui.

«Gli hai fatto gli auguri?», domanda poco dopo, aprendomi la porta e facendomi uscire dall'edificio.

«Auguri? A chi?», mormoro confusa spostandomi i capelli dal viso e notando che il moro sta guardando in una direzione.

Guardo anch'io in quel punto, e quello che sento non appena lo scorgo, poggiato lì sull'auto, mentre fuma una sigaretta e tiene una mano all'interno della tasca dei jeans, è indescrivibile. I suoi capelli biondi si muovono come seta spostati dolcemente dal vento fresco di questa sera. È perfetto.

Il suo sguardo si alza e i suoi occhi mi guardano con sguardo tagliente, quasi da farmi male. Si porta la sigaretta tra le labbra carnose e aspira il fumo, continuando a fissarmi.

Potrei sembrare una stupida, qui, immobile a godermi i suoi occhi incatenati ai miei.

Il suo sguardo scende per tutto il mio corpo, e quando arriva alle gambe lo vedo sorridere lievemente.

Aaron è già arrivato all'auto e sta parlando con Tessa, mentre io sono qui, come se fossi impiantata sulla strada a fissare Liam, che a sua volta sta guardando me.

Sento un velo di eccitazione camminare per il mio corpo, dal capo fino ad arrivare tra le gambe, dove sento un calore familiare.

Prendo un respiro e inizio a camminare verso l'auto. I passi sembrano essere sempre più lenti, eppure mi sento sempre più vicina a lui.

E lo sono. Liam butta la sigaretta sull'asfalto e poi la schiaccia con le scarpe, facendo uscire dalle sue labbra il fumo aspirato poco prima.

«É il tuo compleanno?» Domando facendo alzare il suo sguardo verso di me.

Prima di rispondere i suoi occhi si perdono nei miei, come se fossero incatenati gli uni con gli altri.

«Perché questa domanda?», imbroncia di poco la sua espressione perfetta.

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