23 - Kind

2.2K 82 85
                                    

Liam

Occhi, quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l'amore solo a guardarli.
Charles Bukowski.


Mi rigiro nel letto, senza riuscire a dormire. Sono le quattro del mattino e l'unica cosa che sta girando libera per la mia mente sono i suoi occhi grandi e chiari. Vorrei tanto capire perché mi sono rimasti impressi. Ogni volta che li guardo, che mi vengono in mente, la mia testa pensa subito a come sarebbe tastare le sue labbra delicate, vederla sotto di me, tutta tremante, mentre mi guarda e mi ipnotizza con il suo sguardo.

Ed è proprio per questo che non riesco a chiudere occhio. Continuo a pensarci, ininterrottamente.

Mi guardo le nocche, completamente rosse e per un momento, penso di scriverle di raggiungermi in camera mia e dormire insieme, ma sarebbe da stupidi ragazzini.

David e Aaron stanno dormendo beatamente, così, molto lentamente, mi alzo e vado verso la finestra, aprendola.

Prendo il pacco di Marlboro dalla tasca del mio jeans e lo apro. Prima di prendere una sigaretta, guardo oltre la mia stanza e la vedo. Come sempre sta leggendo un libro sul suo letto.

Quando il suo sguardo si incastra con il mio, sfilo una sigaretta dal pacco con i denti, continuando a tenere gli occhi incatenati ai suoi. Fa un'espressione delusa, probabilmente perché sto fumando.

Continuo a guardarla, mentre il suo sguardo ritorna al libro. Ha una maglia beige di cotone con una spalla scoperta, una crocchia disordinata e gli occhiali da riposo sul piccolo naso pieno di lentiggini.

Non c'è la fascia del reggiseno, quindi non lo porta. Il ricordo del suo corpo nudo mi passa per la mente mentre aspiro il fumo.

Sa che la sto guardando, sta stringendo le gambe e mi piace da matti quando lo fa. Se lo fa in pubblico me ne accorgo, dato che cerca di guardare tutti tranne me.

Il livido sul suo volto è ancora evidente, mi maledico per non avere ucciso il cazzone che glielo ha procurato.

Aspiro il fumo e lo butto fuori, godendomi il cielo stellato, il blu notte è diventato più chiaro a causa dell'alba che sta per arrivare.

«Che ci fai in giardino, mamma?» Mi stropiccio gli occhi assonnato, guardando la donna bionda stesa sul prato, con lo sguardo puntato nel cielo.

«Vieni qui, Liam.» Mormora a bassa voce senza voltarsi.

La seguo, e mi stendo accanto a lei.

«Le vedi le stelle che stanno per scomparire?» Fa con voce flebile ed un sorriso inconfondibile sulle labbra carnose. I suoi capelli lunghi e biondi sono sparsi sull'erba in modo disordinato.

«Si...» Mormoro.

«Sono come le possibilità, i desideri e le speranze della gente».

«Che significa, mamma?», domando confuso.

«Che niente resta se non lo coltivi...le cose prima o poi scompaiono», mi attira a sé e mi accarezza i ricci chiari.

«Come un fiore...se non lo curi muore», faccio un'ipotesi. È proprio come mi ha spiegato. Le stelle scompaiono, i fiori muoiono, le speranze spariscono e le persone si stancano.

«Bravissimo...proprio come un fiore», ha gli occhi lucidi. L'ho fatta piangere io? È colpa mia?

«Mamma?», ho un'altra domanda.

Try To Love MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora