"Siamo dall'altro lato della città, quindi passeranno una o due settimane prima del loro arrivo," Harry si strinse nelle spalle, la situazione non significava niente per lui.
"Harry," Kat si preparò a fargli delle domande formatesi nella sua testa negli ultimi pochi minuti. "Come è possibile che ti chiamino serial killer se hai ucciso solo nell'Hamilton?"
"Non sto uccidendo, Kat, sto solo facendo un favore alla comunità." Harry si stava stancando dei suoi costanti tentativi di convincerlo che fosse un'assassino. "E ho viaggiato in posti diversi, provando a purificare il mondo."
Kat annuì. "Perché odiavi così tanto mia madre?"
Lei si stava preoccupando del perché non fosse stata uccisa dopo l'omicidio di sua madre. Lo voleva, non le sembrava giusto. C'erano troppe cose sul suo piatto adesso. Sapeva non ci fossero scuse, ma era il meglio che potesse fare.
Harry sospirò. "I tuoi capelli erano rossi, Kat. Rossi. Dio sa di quanti altri colori ti sei tinta i capelli."
"Blu, viola, rosa, e giallo con strisce arancioni." Quale razza di idiota direbbe mai una cosa del genere, pensò tra sé e sé.
"Okay," annunciò Harry, schiaffeggiandosi la coscia prima di alzarsi di fronte a lei. Kat era spaventata per quello che sabato per dire, e sembrava scocciato. "Hai bisogno di imparare la disciplina. In modo che ogni volta che dirai qualcosa di sbagliato, un coltello finirà nella tua pelle."
Lei guardò in alto verso di lui con smarrimento, prima che la paura le rendesse gli occhi opachi e allagati come un fiume. Le cominciarono a sudare le mani, e tutto ciò che poteva vedere era rosso. "Mi farai del male?" Disse lei, tirandosi istintivamente lontano da lui, e mettendosi sul divano rosso.
Harry annuì lentamente. "Mi capisci?"
"Si," singhiozzò lei, ma provò velocemente a fermarsi, perchè lui avrebbe potuto non approvarlo. "Capisco."
"Bene." Si alzò prima di lei in modo che fosse consapevole della sua superiorità. "Vai in cucina a prendermi un coltello dalla borsa."
Kat fece quello che le aveva detto, e inciampò bel divano e andò nella cucina retro. Aveva un muro giallo, ma con degli elettrodomestici nuovi. Ripulì tutta la stanza per trovare la borsa dei coltelli, trovata sull'angolo del bancone. C'erano un totale di otto coltelli, tutti erano affilati, così il piano di Kat di prendere quello con la lama più smorzata, era fallito.
Le sue mani si stavano muovendo, e lei con calma rimuoveve uno per uno, appoggiandoli ordinatamente di fronte a lei, pensato quale di quelli avrebbe potuto essere meno doloroso. Poi frettolosamente tornò indietro, a mani vuote.
Harry la guardò con un'aria di disapprovazione, aspettando una spiegazione. "Penso che nessun coltello in cucina sia abbastanza affilato se serve a farmi imparare la disciplina." disse lei, con la testa in basso come se fosse triste, anche se era il contrario. Il suo rapitore alzò un sopracciglio, impressionato davvero di lei per una volta.
"Hai ragione." Si alzò sui suoi piedi. "Andiamo a comprarne uno. Vai a prendere una giacca, ci incontriamo qui giù tra tenta secondi."
I suoi occhi si spalancarono. Grandioso. Stavano andando a comprare un coltello affilato, che probabilmente la avrebbe fatta sanguinare fino alla morte, se accidentalmente si fosse punta le dita. O dalla parte luminosa, questa era la sua chance per far arrestare Harry una volta per tutte.
Corse sopra sulla sua stanza, come se camminare avrebbe potuto allungare il tempo. Tirò fuori dal suo reggiseno il suo telefono carico a metà, e cercò un articolo su Harry Styles, serial killer nazionale. e posò io telefono quando si aprì, l'articolo sarebbe stato lì e pronto ad essere mostrato a tutti.
Quando ritornò con il telefono nel reggiseno, vide Harry inclinare la pistola. Si congelò.
"Mi sto solo preparando," cinguettò con noncuranza. "Avanti."
Lei annuì e lo seguì frettolosamente fuori dalla porta, con molta più confidenza di quanto avrebbe dovuto averne.
STAI LEGGENDO
Deadly Emotions》Harry Styles (Italian translation)
FanfictionUccideva chi pensava lo meritasse. Non sapeva però di meritarselo molto più di quanto lo meritasse Kat.