Kat avrebbe mentito se avrebbe detto di non aver pensato di scappare via con il bambino, ma ormai i suoi bisogni non venivano ascoltati spesso. Non voleva rischiare di essere trovata da Harry ed essere tagliata/uccisa. Avendo visto Harry in azione, e inoltre la sua 'tana', Kat la aveva chiamata così, non voleva nemmeno provarci.
Era stata lasciata sola da Harry che era andato a prendere il suo ornitorinco giocattolo, il quale nome aveva scoperto fosse 'Plattie'.
"Quanto dobbiamo aspettare perché il tuo Harry torni?" Chiese.
"Non molto. Sai, puoi anche chiamarlo semplicemente Harry."
"Scusa."
"Non scusarti, semplicemente non devi dire 'il mio Harry'."
Keith annuì semplicemente. "Pensavo che Harry fosse tuo padre, ma tu sei sposata con lui."
Kat non sapeva cosa dire dopo di ciò, onestamente. "Sei davvero insolente." Una scomoda risata uscì dalle sue labbra.
"Questo che significa?"
"Dici le cose proprio... immediatamente."
"Oh, non volevo, scusa."
Lei pensava che il ragazzino aveva sempre bisogno di scusarsi, a causa del padre. Non perché lui si scusava sempre, ma perché lo faceva fare al bambino.
"Smettila di dire scusa." Kat rise allegramente e in qual momento apparve Harry. Portava in mano un ornitorinco blu con i piedi gialli e il becco dello stesso colore.
"Scusa-Oh!" Keith scoppio in delle risate adorabili, facendo sì che il contorno delle labbra di Harry si alzasse in un sorriso compiaciuto. Ovviamente gli piaceva Kat.
"Stiamo per andarcene," Disse Harry ai due.
"Un attimo! E il mio pigiama?" Urlò all'improvviso. Harry ruotò gli occhi. Ciò che non gli piaceva dei bambini, era che facevano fare ad altre persone cose per loro. Ma era in queste occasioni che il suo maestro interiore era utile.
"Andremo a casa tua e tu potrai prendere tutto ciò di cui hai bisogno." Harry si chinò davanti al bambino in modo che capisse bene la parola bisogno. Lui annuì e saltò giù dall'altalena.
A Kat questo stette bene per quasi mezzo secondo fino a quando non si ricordò che il corpo morto del padre era in putrefazione di fronte alla porta.
"Um, Harry?" Chiamò lei esitante. I due si stavano comportando come se Keith fosse il loro bambino, e loro erano i genitori che discutevano sempre su quale sarebbe stato il suo prossimo pasto. Lei non sapeva come si sentisse per questo, non voleva che Harry si facesse strane idee.
"Suo padre non è ancora... sai... in veranda?"
Lui annuì. Avendo pensato che lui avesse pulito, sbuffo piano.
"Non possiamo lasciare che lui lo veda!" Disse Kat, la sua voce un sussurro ovattato ma non tranquillo abbastanza perché Keith Dayboll non si girasse curioso.
"Cosa?" La sua voce piccola uscì come quella di un piccione.
"Niente." Disse lei quasi istantaneamente. Il suo tono era forte, e fece imbronciare il bambino, facendogli pensare ci fosse qualche problema. Poi si girò e continuò a camminare. "Ma lui vedrà suo padre." Ripeté Kat.
"Deve vederlo. Era un uomo cattivo." Kat sospirò, sapendo che quel poco di simpatia di Harry non sarebbe durata per sempre.
"No, non deve. Per piacere, abbi pietà, è solo un bambino piccolo." Pregò. I suoi occhi si serrarono, a avvertirono, dicendole di camminare.
"Come puoi pensare che non abbia pietà quando sto facendo al mondo intero un favore eliminando tutti questi, questi... malfattori!"
Lei sospettava che il piccolo Keith non sapeva cosa significassero eliminare e malfattori, quindi era sollevata. "Harry, fermo!" Afferro il suo braccio nella sua mano, fermando tutti e tre.
"Ho ancora il coltello nella borsa, quindi ti suggerisco di fermarti, adesso." Aveva fatto tornare a personalità di Harry, beh, una delle tante. Questa era una relativamente brutta, apparsa quando la aveva tirata dietro Homesense.
Esitante, Kat aprì al bocca, la chiuse, la aprì, poi la chiuse un'altra volta. Prima premette intorno al braccio sigillato dalla garza. Ancora ricordava come la lama tagliava pericolosamente la sua pelle, come Harry glielo aveva fatto fare, quando era lui a fare pressione.
"Per piacere." Ansimò e il suo rapitore cercò nella borsetta,cacciando il coltello d'argento." Keith gridò, mettendo finalmente i pezzi insieme.
"Non farle del male!" Grido correndo da Harry e tirandolo dai pantaloni.
"K-keith non preoccuparti. Non voleva farmi del male," mentì Kat. "Ci stavamo semplicemente fermando un momento.
Lei si chinò verso l'orecchio di Harry, mentre il bambino decideva se credere o no alla bugia. "Semplicemente non voglio che lui abbia una brutta immagine in testa." Aveva paura che le prossime parole lo avrebbero offeso in qualche modo. "Immagina che sia morta una persona che amavi. Come ti sentiresti?"
Le parole di Harry però la sorpresero.
"Lo so come ci si sente." Disse, raggiungendo la sua mano sana. Beh, non sarebbe stata sana ancora per molto, penso. "Perché ho ucciso mia moglie, e mi sono sentito meravigliosamente."
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Deadly Emotions》Harry Styles (Italian translation)
FanfictionUccideva chi pensava lo meritasse. Non sapeva però di meritarselo molto più di quanto lo meritasse Kat.