Capitolo 30

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Kat era ferma, guardando verso Harry mentre lui guardava la pistola che ora si trovava vicino il suo piede destro. Strinse forte gli occhi e cominciò a piangere. Lei gli mise una mano sulla spalla.

"Stai facendo la cosa giusta." Gli disse solennemente. "Puoi farlo."

Lui prese un grande respiro e annuì debolmente. Avvolse le braccia intorno al bacino di Kat, poggiò la testa sull'incavo del suo collo e continuò a piangere. Lei chiuse gli occhi permettendogli di bagnare la maglietta.

Quando si calmò, lei si allontanò da lui guidandolo verso la sedia che si trovava avanti ad un computer con almeno nove monitor. Erano fermi lì. Harry la guardò ancora una volta prima di raggiungere con la mano il mouse con una lucetta rossa che funzionava come un sensore. Quando la toccò, questo si attivò. Mosse il mouse finché non si trovava sull'icona 'modifica informazioni'. Ci cliccò sopra. Senza che se ne accorgesse, Kat uscì fuori dalla stanza.

Quando salì le scale per raggiungere Keith, lo vide seduto innicentemente al tavolo, con un piatto vuoto avanti. "Pronto per andare a casa?" Gli chiese. Lui annuì eccitato. "La tua mamma ti sta aspettando."

Keith annuì ancora mentre si muovevano verso la porta. Lui era felicissimo, ma non sapeva quello che era successo nel seminterrato. "Harry è tornato, aveva una pistola in mano. Sembrava forte e volevo provare a sparare."

"Tutto qui?" Disse Kat. "Perché pensi che abbia una pistola?"

"Non lo so. È fortunato." Sbuffò. "Voglio una pistola."

"Le pistole ti mettono nei guai."

"Sono forti lo stesso."

Non dissero niente mentre percorrevano la strada per tornare a casa sua a prendere l'ornitorinco. Poi Kat chiamò un taxi da casa sua e aspettò alcuni minuti perché arrivasse.

Diede informazioni al tassista di lasciarli un isolato dopo la casa di Keith, e l'uomo disse solamente. "Però dovrai entrare dalla porta sul retro."

"Perché?" Keith chiese, guardando Kat corrucciato.

"Perché..." Si fermò, pensando ad una scusa. Ci mise un attimo prima di parlare un'altra volta. "Perché la porta principale è...beh... è-"

"Bloccata?"

Lei gli lanciò un'occhiata confusa annuendo, non riuscendo a trovare una scusa migliore.

"Si blocca spesso e quindi papà la apre con un piede di porco." Kat si rannicchiò pensando che suo padre era morto. Beh, lei non avrebbe confessato niente a Tessa Dayboll, o quello che era il suo nome. Tess, Thessa, Theresa, era la stessa cosa. Dopo che Keith sarebbe andato via, lei non lo avrebbe dovuto più vedere e interferire con la sua famiglia.

"Va bene, andiamo dalla porta sul retro." Dichiarò Kat, poi girò intorno la casa per raggiungere la porta sul retro con i vetri sporchi. Le scale erano di pietra che uscivano tra le pietre. Il giardino sul retro sembrava trascurato. E sorprendentemente, spinse il bambino nella porta correndo via. Non era molto atletica ma aveva l'adrenalina a mille, perché aveva paura di essere presa.

Chiamò lo stesso taxi per tornare a casa di Harry.

Quando entrò in casa sua, la prima cosa che sentì fu un urlo. Aspettò un attimo poi entrò. "Harry?" Chiamò cautamente.

"Kat?" Lui tirò su col naso, prima di emergere dalla cucina: le lacrime scorrevano lungo la sua faccia, un coltello era piantato nella sua mano, ed un taglio che partiva dal polso fino ad arrivare alcuni centimetri più giù. "Kat." Sospirò, poi lasciò cadere il coltello, e il sangue scorreva da esso.

"Harry!"

Si sedette vicino a lui, raggiungendo il braccio con il taglio. "Harry, perché lo hai fatto?" Chiese, mentre le lacrime le riempivano gli occhi.

"Pensavo che te ne fossi andata per sempre." Replicò all'istante permettendole di condurlo nel bagno dove avrebbe potuto trovare qualcosa che avrebbe potuto aiutare. Ma sembrava non avesse nessuna garza in casa che in quel momento era necessaria. Prese della medicina e dei fazzoletti, che sarebbero stati utili.

"Non lo ho fatto, ho solo riportato Keith a casa." Gli assicurò sforzandosi di pulire la ferita con fazzoletti ed acqua. "Harry, non so cosa fare!" Esclamò, riferendosi al taglio profondo.

"Lascialo semplicemente sanguinare." Disse col respiro pesante.

"Oh, smettila di fare il bambino," Disse quando finalmente riuscì ad avvolgere il fazzoletto bagnato attorno al polso di Harry e a tenerlo fermo.

"Pensavo fossi scappata." Cominciò, avvolgendo le braccia attorno ai suoi fianchi, ed appoggiando la testa alla sua spalla. Kat era un pò scomoda, ma non disse nulla. "Avevo bisogno che tu fossi qui per conformarmi quando avrei finito di inserire il nostro indirizzo, avevo bisogno che fossi orgogliosa di me."

"Harry, hai quarantuno anni."

"E tu sedici."

Lei fece un piccolo sorriso prima di abbracciarlo. Lui lo accetto gratificante.

"Tu solo devi essere orgoglioso di te stesso." Disse Kat in modo sincero.

Lui annuì. "Lo sono. Sono orgoglioso di stare per mettere fine a tutto questo."

"E a cosa vorresti mettere fine?"

"A me stesso. Voglio mettere fine a me stesso."

Deadly Emotions》Harry Styles (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora