Capitolo 27

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Quando Harry lasciò sola Kat, a testa bassa, non volle guardare indietro. Ma non sentì i suoi passi. Perché non stà scappando? Pensò Harry. Gli stava dando questa chance scappare, vivere la vita, e lei semplicemente stava ferma. Infine, si guardò indietro per vederla con Keith, che lo guardava con occhi pieni di lacrime.

"Non essere triste," Sussurrò lui. Sapeva che lei non poteva sentirla, ma ciò non era importante. Si girò indietro e si diresse verso un posto dove non avrebbe mai immaginato di andare.

Le lapidi erano sparpagliate attorno quasi perfettamente in ordine, quando Harry vide la lapide di quella che per due anni era stata sua moglie. Era morta solo qualche anno prima, ma Harry aveva fatto sbiadire il ricordo del suo primo omicidio. Ma non funzionò.

"Misty." Non ci volle molto prima che Harry cadesse sulle ginocchia vicino la lapide, sulla quale era scritto:

Misty Styles

1992-2012

Moglie, figlia, e amica.

Leggendo queste parole, Harry avrebbe voluto prendere una pietra appuntita, e incidere sullo spazio vuoto della lapide di granito ciò che amava di lei. Non avrebbe ottenuto un risultato tanto bello in merito alla calligrafia, ma almeno sarebbe stato sincero.

"Harry?" Sentì una voce familiare chiamare il suo nome. Ma era anche troppo familiare. Troppo familiare.

Harry si coprì immediatamente le orecchie. "No, no, no, no. Vai via, è solo la mia immaginazione." Sapeva a chi apparteva quella voce, e sapeva che non era reale. Perché la voce apparteneva a Misty.

Parlò un'altra volta, facendolo singhiozzare più forte, e facendogli passare la mano tra i capelli per il tormento di sentire un'altra volta quella bella voce, che lo faceva addormentare nel migliore dei modi.

"Harry."

Lui rimase senza muoversi. I fantasmi non esistono. Harry si umiliò, sapendo che la parola 'fantasma' non calzava bene su di lei. Era meglio angelo. Un bellissimo angelo dal paradiso, anche se Harry non credeva in queste cose, poteva solamente pensare che Misty era qui perché niente sembrava più... perfetto.

"Per piacere, so che non sei qui. Non tormentarmi col pensiero che potrei abbracciarti ancora una volta." Harry pensava a quando la baciava senza motivo, o semplicemente la osservava mentre guardava la televisione, tutto era nella sua mente. Tutta la sua vita ruotava attorno a lei, perché lei aveva dato una chance al loro amore nonostante la differenza di età.

"Misty?" Chiamò lui infine. La voce roca, e lottava per calmare il suo pianto. Ancora non si era girato per vedere il suo amore.

"Si, Harry?"

Aveva risposto per davvero! Non era nella sua testa! Aspetta, lo era. Misty era morta, e lui continuava a ricordarlo a se stesso. Si ricordava ancora inginocchiato a lei, guardando con calma le sue guance, dopo tempo, diventate di un pallido bianco.

"Ho bisogno di aiuto," disse lui alla fine sussurrando. Un altro sussurro addolorato, spezzato da una lacrima che gli scorreva sulla guancia. Poteva immaginare la sua formosa moglie, inclinando la testa di lato, ed increspando le sopracciglia in quella maniera dolce di cui era solita. "Per piacere."

"Harry," Ripetette quella perfetta e flebile voce.

"Smetti di dire il mio nome." Tossì, le sue mani scorrevano attraverso i fili d'erba sul terreno. Adesso era poggiato sulle mani e sulle ginocchia, e fissava ancora la tomba. Era come se la stesse pregando per qualcosa, ma cosa? "Per piacere, non posso sopportarlo, non posso!"

"Girati."

Flashback di quello che Harry era una volta, prima di Misty, apparirono dietro di lui. Era decisamente spensierato, ma non sapeva che cosa mancasse. O, in questo caso, chi.

"Girati."

Harry smise di respirare per un momento. E se lei era davvero li? Sapeva che era morta, ma se fosse stata davvero lì? Con la sua faccia adorabile, denti bianco perlaceo, ed occhi meravigliosi?

Questo era ciò, lui si sarebbe voltato appena, solo per vedere come lei sembrasse, cosa indossava. Sapeva di essere pazzo a farlo, ma doveva farlo per sé stesso. Era consapevole di non aver mai dimenticato del tutto il suo primo omicidio, e quindi doveva farlo. Per Misty, per lui, e forse anche per Kat. Lei era l'unica che aveva colto ciò che aveva perso quando aveva ucciso Misty. Quel tratto era la simpatia.

Lentamente, girò la sua testa verso destra. I suoi occhi erano ancora chiusi quando si era girato completamente. In ogni caso, c'era un sorriso sulla sua faccia quando sentì una mano morbida alzargli la testa. Doveva essere qui, pensò lui e finalmente apri gli occhi. Spalancò gli occhi, e la sua mascella cadde a terra.

"No!" Urlò lui, agitandosi. Le sue dita, cominciarono a graffiare sull'erba i metri di terreno, che sovrastavano il corpo di Misty. "Per piacere! Misty, per piacere! Non puoi farmi questo."

Harry non aveva mai singhiozzato così in vita sua, e allora prese la pistola dalla borsa, e sparò al terreno. Dopo aver sparato quattro pallottole, le mise da parte, e cominciò a scavare, l'odore di spari gli riempiva l'olfatto. Le pallottole non avevano scavato nemmeno pochi decimetri nel terreno.

Lentamente, Harry si accasciò a terra. Gli occhi chiusi, non più capace di muoversi. Perché quando si era girato, niente era lì eccetto altre lapidi.

Deadly Emotions》Harry Styles (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora