Non avrebbero dovuto cantare vittoria, avrebbero dovuto saperlo.
E ora, mentre quel ragazzo dai capelli argentati sorrideva, se ne accorsero.E tutti capirono che erano finiti.
Lo capì Clary, che iniziò a correre verso uno Shadowhunter per prendere il suo stilo, disegnando poi a gran velocità un portale.
Lo capì Jace, che iniziò a spingere i combattenti verso il portale che si stava per aprire.
Lo capì Alec, che teneva pronta una freccia puntata contro Sebastian.
Lo capì Isabelle che stava già cercando un modo per incastrarlo.
Lo capirono tutti;
Capirono che se non sarebbero scappati, sarebbe stata la fine.
Sebastian alzò la testa e guardò Clary, sorridendo maligno. Poi osservò il resto della stanza, piena di Shadowhunters terrorizzati, nel panico più totale.
Amava vederli così, era strano per loro esserlo e si vedeva che odiavano il fatto di essere in svantaggio. A loro non succedeva spesso, quando succedeva non ne era minimamente contenti.
Sempre con quel sorriso addosso chiuse gli occhi regolarizzando il respiro: sapeva di avere molte paia di occhi addosso, ma bisognava concentrarsi.
Continuò con questo procedimento per alcuni minuti, poi sentì il metallo angelico iniziare a sciogliersi, sotto il calore che Sebastian aveva creato. Sapeva che tutti erano rimasti a bocca aperta, nessuno prima lui aveva distrutto delle catene angeliche così potenti. Piano piano il metallo fuso cadde a terra e Sebastian si liberò da quelle che ormai non erano più catene, ma solo una massa indistinta di liquido argenteo: nella stanza cadde per un attimo il silenzio, poi successe il finimondo.
Il primo, sorprendentemente, a muoversi, fu Alec, che scagliò la freccia su di lui. Ma Sebastian la schivò con facilità, anzi, la prese tra le mani, fermandola.
Con una forza sovrumana la rilanciò ad Alec che preso alla sprovvista non riuscì a schivarla, incassando la punta della freccia dolorosamente alla spalla sinistra. Successe tutto a rallentatore. Alec guardò la freccia conficcata nella sua spalla e ci mise una mano sopra, per poi estrarla con forza, usando quell'ultimo sprazzo che aveva, sentiva che stava per perdere i sensi. Poi cadde. Cadde dalla balconata con un tonfo sordo, mentre Isabelle stava già urlando il suo nome. Clary, invece, presa dalla rabbia, insieme a Jace si diresse verso il fratello, una spada angelica in mano.
-Tu!-Urlarono al unisolo. Si scagliarono su di lui, ma, prima che potessero prenderlo o colpirlo, lui schioccò le dita e scomparve nel nulla. Nella stanza calò il silenzio per la seconda volta in quel giorno.
Jace andò nella camera di Clary, il passo lento e calmo, anche se dentro di sé non lo era per niente. Bussò alla porta, entrando comunque senza aspettare risposta. Vide la sua bellissima ragazza dai capelli rossi sdraiata sul letto, a fissare il soffitto, lo sguardo perso in chissà quale dei suoi pensieri.
-Hey-Mormorò lui, sedendo sul letto, vicino a lei. Lei sospirò e disse con la voce più bassa di un sussurro:-Hey-
-Come stai?-Chiese ancora il biondo. Vedeva che non stava affatto bene, ma come poche volte nella sua vita non aveva idea di che cosa dire perché aveva paura della reazione della ragazza di fronte a sé.Il biondo non ricevette che silenzio come risposta, ma non rimase lì ad aspettare nella speranza che la sua ragazza si aprisse con lui.
-Pensi che morirà?-Chiese lei, ignorando la domanda precedente continuando a guardare il soffitto. Jace la guardò, la osservò. Capì che si sentiva in colpa, capì che la ragazza non avrebbe retto tanto a lungo sapendo che Alec era ancora nel letto d'ospedale, sdraiato e in fin di vita, per colpa sua. I
l biondo sospirò e disse:-È forte, ovvio che si riprenderà- Clary spostò lo sguardo dal soffitto al viso di Jace che ora la guardava con la sicurezza negli occhi. Avrebbe voluto così tanto trasmetterla anche a lei, ma sapeva che tutta la sicurezza non sarebbe bastata, anche lui non era completamente certo delle parole che aveva appena pronunciato.
-Lo credi veramente?-Chiese Clary guardando dritto negli occhi dorati il ragazzo seduto di fronte a lei.
Si mostrò sicuro di sé quando annuì in direzione della ragazza, pronunciando un lieve:-Si-
-E se non si riprendesse? Sarebbe tutta colpa mia-Disse Clary alzandosi e mettendo le gambe alle ginocchia, appoggiando il mento sulle gambe e posando lo sguardo verde smeraldo in quelli oro del suo ragazzo. Era molto preoccupata, non c'era che dire... Ma sapeva che a soffrire di più era Jace, perché in fondo era il Parabatai del ragazzo che adesso era rinchiuso nell'infermeria, privo di coscienza.
-Come ti ho appena detto, lui è forte, supererà anche questa-Si avvicinò a lei e prese ad accarezzarle la guancia-E poi non è colpa tua... Tu non hai fatto niente-LA sua voce era ridotta a un sussurro roco e rassicurante, che finalmente ebbe un certo effetto su Clary. Ma non le diede il tempo di rispondere che le diede un dolce bacio sulle labbra, facendola sorridere teneramente.Dopo quel sorriso Jace la prese per mano, facendola uscire dalla camera:
-Dove andiamo?-Chiese allora la rossa, osservando il sorrisetto sulla faccia del biondo.
-Nella serra-
La ragazza restituì il sorriso al ragazzo, perché amava andarci con lui, era il loro posto. Si erano baciati per la prima volta e ovviamente la ragazza non poteva associare quel luogo che a ricordi bellissimi e rassicuranti, proprio quello che le serviva in quel momento.
~Ecco qua. Cosa succederà ad Alec?
Che cosa vuole fare Jace, portando Clary nella serra?
Tante spade angeliche,
Kikka~
STAI LEGGENDO
Shadowhunters-Citta' dell'amore perduto
Fiksi PenggemarFelice. Voleva essere felice. Avere una vita normale, per quanto potrebbe esserlo quella di una Shadowhunters. Ma ovviamente, gli Shadowhunters sono nati per il rischio e niente e nessuno li salverà da questo destino. Lei lo sa bene. Ma lui dovrebb...