La coppa Immortale

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Leggete i prossimi capitoli, così le vostre sofferenze per i Lightwood saranno alleviate un poco. Un poco. Poi verrete sotto casa mia con i forconi per ammazzarmi di una morte lenta e agognante, rido.

....

Clary stava correndo il più velocemente possibile verso la montagna che stava torreggiando davanti a lei e ai suoi amici. Quando arrivarono ai piedi della montagna la rossa era già in procinto di iniziare l'ennesima salita. Non sapeva esattamente dove andare, ma non avrebbe di sicuro perso del tempo, avrebbe corso, saltato, scalato, ma avrebbe trovato un entrata. Sapeva che la Coppa fosse nascosta tra quei grovigli di rocce, ma in quel momento non riusciva a tenere la mente lucida, non riusciva a mantenere la concentrazione:la sua mente continuava a tornare all'immagine di Isabelle che cadeva, le mani al petto insanguinato e gli occhi spenti e freddi. Stringeva i denti così forte, per impedire alle lacrime di scendere, che per qualche secondo temette di spaccarsi i denti. 

Ma non poteva credere di aver perso una delle persone più importanti della sua vita. Dopo tutte le disavventure che avevano affrontato insieme, uno di loro era finito male. Fino a quel momento non aveva realmente pensato:si sarebbe mai abituata a non avere aiuto da Isabelle quando le servivano consigli di bellezza? Si sarebbe mai abituata alla cucina dell'Istituto vuota, senza nessun fornello acceso e una pentola piena di cibo di dubbia entità? Si sarebbe mai abituata a non vedere quei suoi occhi così freddi e severi, come quelli di sua madre, che riuscivano a trattenere tutte le emozioni in un solo unico sguardo?

La cosa peggiore di perdere qualcuno è che ti aspetti sempre di trovarlo lì, su una poltrona leggere. Nel caso di Isabelle, in palestra ad allenarsi. 

Solo dopo un po' ti accorgi di quanto quella persona ti manchi. Ti accorgi che con quella persona non potrai mai più fare le cose che facevate insieme. Ti accorgi che non potrete più condividere quello che avevate in comune. Ti accorgi che ti manca una persona quando pensi "questo glielo devo dire assolutamente", poi ti accorgi che non c'è più;realizzi che non potrai mai più vedere il sorriso di quella persona, di dovrai abituare a non avere più le abitudini che avevi con quella persona, perché non c'è. 

Clary soffocò un singhiozzo, sentì la voce di Izzy che la rimproverava mentalmente:"Siamo Nephilm, la morte non è la cosa peggiore che potrebbe capitarci". A quei pensieri la rossa scosse la testa, non aveva mai creduto a quella frase. Non aveva mai appoggiato l'idea che i Cacciatori avevano della morte in battaglia. Credevano che una persona morta in battaglia dovesse avere tutti gli onori possibili, cremandolo emettendolo nella Città di Ossa. Dicevano belle parole su di lui, su quanto fosse stato coraggioso e quanto sarebbe mancato alla famiglia e al Conclave, ma tutti avrebbero cercato di contenersi dal piangere, solo perché quella persona era morta con onore. Nessuno voleva piangere delle lacrime, perché si convincevano che la sua morte fosse stata giusta. Nessuno, fino a quando quelle persone definite "conoscenti" non se ne andavano, voleva mostrare quante facesse male perdere quella persona, soltanto perché non credevano che davanti agli altri si dovesse mostrare il dolore di una perdita. Clary questo non lo capiva e non lo avrebbe mai capito. A un funerale lei avrebbe ricordato quelle piccole cose di Izzy che tutti amavano, o non sopportavano. Avrebbe ricordato a tutti che la sua morte non doveva ricordare solo onore, ma anche un estremo dolore da parte loro. Probabilmente nessuno l'avrebbe capita a parte Simon, che aveva vissuto come un Mondano per gran parte della sua vita.

-Dove andiamo, adesso?-Chiese Simon alle sue spalle, facendo sussultare Clary, che si passò un mano tra i capelli corti, che erano cresciuti di poco, mordendosi il labbro indecisa sul da farsi.

Scosse la testa, non sapendo da che parte andare:-I-io n-non lo so...- Balbettò andando nel panico. Simon le si avvicinò, mettendole una mano sulla spalla, cercando di calmarla. Poi, con la calma che solo Simon poteva avere, cioè quella di una donna di mezz'età che era in ritardo a lavoro ed era stata sveglia tutta la notte a lavorare andando avanti a caffè raffreddati, parlò:-Clary, non abbiamo tempo, dobbiamo sbrigarci, potrebbero morire altre persone, se non ci sbrighiamo...-A quelle parole Clary andò ancora più visibilmente in panico e Jace, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, diede una pacca sulla spalla di Simon, che lo guardò con sguardo interrogativo, e subito disse:-Benissimo, l'hai spaventata abbastanza. Ora possiamo passare alle cose serie-Detto questo prese il posto di Simon, puntando i suoi occhi oro in quelli verdi di Clary, che deglutì per la vicinanza del ragazzo, le faceva sempre questo assurdo affetto. Il giovane Herondale posò una mano sulla guancia di Clary, calmandola come solo lui sapeva, poi con la voce roca e che per la rossa parve un calmante per elefanti disse:-Clary, concentrati. Io non ho idea di dove possiamo andare e sono sicuro che nemmeno tu lo sappia. Ma tu hai un potere che potrebbe salvare la razza degli Shadowhunters. Tu puoi creare delle nuove Rune.-Disse accennando un sorriso che Clary però non ricambiò, la paura la stava divorando e la paralizzava totalmente-Tu puoi salvarci tutti usando quel piccolo oggetto che tieni nella tasca dei pantaloni.-

Shadowhunters-Citta' dell'amore perdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora