Il silenzio era padrone della situazione che si era creata, il padre di Alec e Isabelle che guardava i due ragazzi, che non volevano aprire bocca. Simon non voleva dire niente a questo punto, aveva capito che se lo avrebbe fatto, tutto avrebbe una svolta negativa:anche se l'Inquisitore era sua padre, Simon sapeva che non avrebbe esitato a fargli fare ciò che aveva bisogno.
-Allora?- Chiese di nuovo.
Silenzio.
Nessuno parlava.
-Esigo una risposta, non voglio un'altro solo secondo di silenzio- A quelle parole Clary si riprese dal suo stato di trance, che le aveva attanagliato la mente, piena di pensieri che la confondevano ancora di più. Si alzò dalla panca si passò le mani sudate sui jeans neri, fissando l'Inquisitore nei suoi occhi blu come un mare in tempesta, e assunse un'aria seria e contenuta e dicendo:
-Oh, no niente.. Io e Simon stavamo discutendo della situazione di suo figlio-A quelle parole il viso dell'uomo si rabbuiò, ma la ragazza continuò imperterrita-È che ci sentiamo così in colpa per quello che è successo...-Sapeva che se avrebbe messo tutto sul sentimentale la persona diffidente che aveva davanti avrebbe cercato di mettere fine alla conversazione in tutti modi. Sperava che Simon non avrebbe rovinato tutto dicendo la verità.
Come sperato, infatti, dopo alcuni scambi di battute se ne andò a passi svelti dalla palestra Appena lasciò la stanza la rossa rilasciò un respiro che non sapeva di aver trattenuto, e si girò verso il so migliore amico:-Forse dobbiamo cambiare luogo per parlare, non credi?-
-Si... Forse hai ragione-Con queste parole seguì la sua migliore amica, che si stava dirigendo verso la sua camera, in silenzio, come se aggiungere anche solo un'altra parola avrebbe potuto scatenare la fine del mondo.
-Fammi capire bene-Disse Simon chiudendo la porta della camera di Clary-Mi hai fatto passare per una talpa davanti al Console?-Chiese lui, buttandosi sul suo letto, come se fosse il suo. Clary si sedette al suo fianco, prendendo un cuscino e mettendolo sul suo grembo, dirigendo poi lo sguardo al suo amico:-Le talpe sono carine-Scusò lei, provocando una smorfia di Simon, che poi cercò di parlare:-Non potevi dire che ti era venuta la diarrea perché Isabelle aveva fatto uno dei suoi piatti da voltastomaco?-La rossa tirò il cuscino che aveva in mano addosso a Simon, che arrivò addosso a Simon in modo non tanto delicato, poi disse:-Ti ricordo che è la tua fidanzata-
-Sarà... Ma se ci sposeremo non se ne parla che lei faccia la donna di casa che mi aspetta dopo un'estenuante giornata di caccia ai demoni con una teglia di lasagne e un sorriso perfetto-
-Non lo farebbe comunque, non mi sembra proprio il tipo-Rispose lei con una risata.
-Da donna di casa o che si sposerebbe?-Chiese Simon, girandosi verso il viso della sua amica, che ora lo guardava in un modo che aveva fatto poche volte. Era come se volesse rimproverarlo per ciò che aveva detto, non credeva alle proprie orecchie. Il silenzio si stava facendo pesante, così la rossa aprì bocca:-Stai scherzando? Stai scherzando sicuramente.-
A quelle parole Simon abbassò lo sguardo, perché pensava ciò ma non aveva mai avuto il coraggio di dire. Rialzò gli occhi verso una Clary che lo guardava dall'alto, perché si era messa in piedi dal nervosismo:-Dai, lo sai, prima o poi si stancherà di me, lo sanno tutti. E quando si stancherà di me mi lascerà come un vecchio giocattolo usato. E io sarò distrutto, perché mi ero illuso di poter avere un bel lieto fine con la persona di cui mi sono innamorato-
Quelle parole scaldarono Clary come una fiamma e, cercando di trattenere la rabbia strinse i pugni, tanto che le nocche diventarono bianche, e scosse la testa, allontanando dalla testa quegli orribili pensieri, perché sapeva che non era assolutamente vero:-Ma cosa stai dicendo? Hai idea di quanto Izzy mi parli di te?Hai la minima idea di quanto sia felice quando è accanto a te? Ne hai la minima idea? Forse tu non hai ancora capito che sei una delle cose più belle nella sua vita, che le dai la forza per fare tutto questo? Ma sai una cosa? Non so perché tu abbia tutti questi dubbi sull'amore che Isabelle prova per te, ma ti posso assicurare che lei non ne ha di dubbi su di te, perché si fida, perché sei il suo ragazzo, perché ti ama. E se una parola data una Shadowhunter convinta come lei non ti basta, non so cos'altro potrebbe farlo-Concluse, continuando a guardarlo come se lo avesse voluto uccidere per le scemenze che stava dicendo. Simon rimaneva convinto dei suoi pensieri, disse con sguardo triste:-Ma io so che adesso mi ama. Ma fra due anni sarà ancora così?Mi amerà ancora come fa adesso, incondizionatamente dal tempo passato?-la rossa fissò i suoi penetranti occhi verdi in quelli tristi e privi di sicurezza di Simon, cercando di infondergli la sua sicurezza.
-Se è vero amore, si.
-Voglio vederlo, fatemi entrare!-Disse lo stregone con la voce più autoritaria che aveva.
-È ancora molto debole, non possiamo far entrare troppi visitatori in un giorno e poi tu... Chi saresti?-Disse la voce dell'infermiera, che non sapeva che il fidanzato di Alec fosse proprio lui. Infatti a quelle parole lo stregone gonfiò il petto come un pavone, orgoglioso, e rispose:-Io sono Magnus Bane, stregone di Brooklyn, nonché fidanzato dello Shadowhunter che è rinchiuso in quell'infermeria-Disse, indicando la porta per entrare, che era stata prontamente sbarrata dall'infermiera:-Quindi, mi faccia passare, penso che una mia visita sia gradita... Magari riesco anche a fare qualche magia per rimetterlo in sesto-Continuò il mago, che non aveva alcuna intenzione di lasciar perdere. L'infermiera ci pensò per un'attimo su, poi lo lasciò passare, con un'imperiale:-Solo per cinque minuti, poi, fuori. Intesi?- Il mago fece un segno di noncuranza verso la signora ed entrò subito nell'infermeria, avvicinandosi al letto in fondo alla stanza, dove riposava pacifico il suo fidanzato. Era così bello quando dormiva, pensava Magnus, che lo osservava con occhi dolci. Avrebbe voluto svegliarlo, ma era troppo dolce per subire una cosa del genere. Così allungò una mano per accarezzare dolcemente il viso del ragazzo, con una delicatezza che non pensava di avere, come se avesse paura di sgretolarlo con un semplice tocco.Ma, come se il ragazzo dagli occhi azzurri avesse riconosciuto il tocco del proprio ragazzo,si svegliò, aprendo piano piano gli occhi, come se anche solo quel movimento gli costasse una fatica immensa. Vedendo davanti a sé la persona che amava, Alec gli sorrise e sussurrò:-Ciao- Magnus sorrise, quei sorrisi che sono così rari che quando ne vedi uno ti si scalda il cuore di felicità.
-Ciao-
~Sono tornata con un'ennesimo orribilissimo capitoloooooo. Simai arrivati a 7K se non di più. Quanto vi posso amare da uno a dieci? Direi... Più o meno... 7K.
Veramente, non avrei immaginato tutto questo successone. Siete fantastiche, per questo ho deciso di riprendere con la storia... Anche se mi chiedo come facciate a leggerla.
Con tanti occhiali da sole,
Kikka~
STAI LEGGENDO
Shadowhunters-Citta' dell'amore perduto
FanfictionFelice. Voleva essere felice. Avere una vita normale, per quanto potrebbe esserlo quella di una Shadowhunters. Ma ovviamente, gli Shadowhunters sono nati per il rischio e niente e nessuno li salverà da questo destino. Lei lo sa bene. Ma lui dovrebb...