Mary si portò una ciocca dei suoi capelli dietro all'orecchio, intenta a guardare Cameron, intento a camminare nervoso per la stanza. Stavano aspettando da più di un ora rinchiusi in quella piccola stanza in una grande villa. La ragazza dai capelli rossi, Clary se non sbagliava, aveva detto loro di aspettare lì, perché avrebbero dovuto parlare con l'assemblea, alla quale loro non potevano partecipare, del loro destino. Era palese a tutti che loro non erano dalla parte del nemico, aveva detto loro, ma dovevano comunque risolvere alcune cose.
-Cam, stai bene?-Chiese allora, anche se era evidente che non era per niente tranquillo.
-Mary, glielo dobbiamo dire, lo sai?-
-Si, glielo diremo quando li torneranno, non vedo il problema-
-No, lo sai che è questione di giorni prima che sferri il suo attacco, non si possono permettere di perdere tempo. Alec, lo sai benissimo anche tu, non dirà loro mai niente, quel pazzo gli ha fottuto il cervello in tutti i modi possibili. Sembra quasi un Remus- Commentò il moro, sedendosi di fronte a Mary. A quel nome Mary rabbrividì:riusciva ancora a sentire la voce senza vita di quella creatura, che aveva le sembianze di un umano, che non ci si avvicinava neanche lontanamente. Odiava quelle creature. Odiava vedere quella specie di tatuaggio che avevano tutti sul braccio sinistro. Sembrava quasi che fosse l'unico motivo per cui si comportavano in quel modo. Infatti, quando aveva visto Alec era rimasta sconvolta, perché era completamente ricoperto di quei cosi, ma di quello dei Remus non v'era traccia. In parte ne era sollevata, perché se anche lui fosse stato un Remus, avrebbe subito pensato che non stava svolgendo in modo corretto il suo compito di mantenere l'ordine. Li odiava, veramente.
Alec era diverso, lei lo sapeva.Sapeva che anche se si comportava come qualsiasi persona in quel luogo, non era un Remus. Per questo se la prese al commento di Cameron:-Non lo chiamare così-La sua voce era un po' infastidita, per questo si scusò senza neanche difendersi:sapeva che la sua migliore amica era una testa dura e, in fondo, sapeva che non aveva il diritto di giudicare il ragazzo dai capelli scuri, perché quello che aveva passato era una cosa assolutamente inaccettabile per Cameron, al solo pensiero di essere controllato da qualcun altro gli vennero i brividi.
Poi riprese il suo discorso:-Lo sai benissimo che glielo dobbiamo dire subito, prima che vengano colti di sorpresa. Il re sa benissimo che saranno troppo occupati per la storia di Alec, anche se non si aspettava che avrebbero cercato di salvarli. Lo sai che è questione di tempo prima che sferri il colpo che li farà fuori tutti. Anzi, che ci farà fuori tutti. Lo sai benissimo che i componenti del suo esercito sono praticamente invincibili. Lo hai visto anche tu, com'è diventato Jack dopo essere tornato dalla seduta. Era soltanto questione di tempo, poi saremmo diventati degli zombie invincibili anche noi. Odio il fatto che tutti i nostri amici siano in quelle condizioni, ma lo sai anche tu che non c'è più speranza per loro, che la loro anima è intrappolata nella Coppa Immortale, quella cosa tanto simile alla Coppa Mortale degli Shadowhunters. Ti ricordi la prima volta che abbiamo visto Alec? Siamo passati davanti alla Sala del Trono nel modo più silenzioso possibile e abbiamo benissimo sentito il Re che urlava, come posseduto. Io so cosa ha fatto. E lo sai anche tu. Quindi, come dirgli che l'unica cosa che devono fare è uccidere il Re? Come possiamo lontanamente fargli capire che dopo averlo ucciso, devono spaccare in due una coppa strettamente collegata alla loro? Come spiegargli che l'unico modo che hanno per salvare tante vite di Shadowhunters innocenti devono distruggere una Coppa che distruggerebbe nello stesso istante la loro? Vorrei poterti esprimere a parole la mia preoccupazione, Mary. Non posso sopportare l'idea che questa gente, che non ha mai fatto niente di realmente malvagio, debba subire un colpo così pesante. E poi, per scoprire cosa? Che non sapevano dell'esistenza di un povero gruppo di ragazzini Shadowhunters dalla nascita, cresciuti nelle grotte e rinchiusi da sempre, il ricordo del sole come una cosa lontana? Come spiegargli che io nella mia vita, escludendo da quando siamo scappati, ho visto la luce del sole, ho goduto del profumo dei fiori, ho sentito la brezza fresca del venti soltanto tre volte? Trovo veramente difficile esprimere quanto sia stato orribile tutto quello che ci ha fatto il nostro vecchio Re, scomparso un giorno, e sostituito dopo tanti mesi da un'altro, ancora più spietato del primo? Sai benissimo che per alcune cose ci vuole tempo, per spiegare. Il dolore non è facile da esprimere e spero che tu non creda che io possa aver bisogno di poco tempo per spiegare la nostra storia, il nostro dolore.-Fece una piccola pausa, che però decise di prolungare nell'aspettare una risposta, perché aveva appena detto solo una piccola parte di tutta la tristezza che gli opprimeva il petto. La storia era quella,lo sapeva, ma non poteva rischiare di aspettare ancora:rischiava di far perdere la libertà non solo a lui e alla sua migliore amica, ma anche a miliardi di persone. Sapeva che il nuovo Re(Sebastian, come lo avevano chiamato loro) non era una persona che perdeva tempo, sapeva che tutto quello che faceva era strettamente calcolato. Tutto sotto controllo, si ritrovò a pensare Cameron.
Mary era a bocca aperta, ma si riprese il più velocemente possibile, raccogliendo i capelli piuttosto corti in una piccola coda, che metteva in risalto il suo piccolo viso, che metteva in risalto gli occhi che Cameron amava tanto. Mentre la osservava, si passò una mano tra i capelli, probabilmente cercando di distrarsi da quella paradisiaca vista. La mora parlò, alzandosi in piedi, per avvicinarsi al suo migliore amico:-Okay, hai ragione. E anche tanta. Scusami, non so perché ho pensato non fosse di vitale importanza. Dio, che idiota che sono-Concluse la sua risposta con quella frase che, evidentemente, accese in Cameron qualcosa di cui non capiva il significato. Ma fu ciò che lo spinse ad alzare la mani dietro alla testa di Mary, sciogliendole la coda e sistemandole i capelli, accarezzandoli piano, con calma. Poi, il coraggio ancora ad alimentare questo suo strano istinto, mormorò:-Tu non sei un'idiota. Tu sei bellissima.-A quelle parole Mary spalancò gli occhi:aveva sempre sognato che qualcuno le dicesse questo, aveva sempre desiderato avere quel tipo di attenzioni, aveva sempre desiderato l'amore. Ma avrebbe dovuto sorridere, no? No. Aveva spalancato gli occhi, ma non perché aveva appena ricevuto quello che aveva sempre voluto, ma perché aveva realizzato una cosa che non le passava neanche per la testa prima di allora:lei non aveva mai desiderato l'amore in generale, lei lo aveva desiderato ardentemente da parte di Cameron,anche se inconsciamente. E se rese conto in quel momento quando la voce le aveva confessato che pensava fosse bellissima, con la voce dolce che usava in pochissime situazioni. Ma lei era una di quelle situazioni. Lei meritava quella voce.
Aveva il cervello in black-out quando si avvicinò al suo migliore amico per baciarlo. Le loro labbra si stavano per toccare quando però il moro si allontanò leggermente dalla mora, alzando semplicemente lo sguardo. Mary aggrottò la fronte, spostando il suo sguardo verso l'alto. Una domanda muta stanziava sulle sue labbra, che ricevette risposta subito dopo:-Prima che succeda un casino:cosa sono io per te? Che cosa provi nei miei confronti? Perché io provo qualcosa di molto forte nei tuoi confronti e anche da molto tempo e potrei rimanerci molto male nello scoprire che mi avresti baciato solo per pena nei miei confronti-La sua voce era apparentemente dura e praticamente senza emozioni; ma Mary, che lo conosceva troppo bene per essere presa in giro riusciva a sentire il nervosismo che lo pervadeva. Al pensiero dell'invulnerabilità del suo migliore amico, sorrise, involontariamente. Il moro si irritò visibilmente a questo suo gesto infatti parlò ancora, il suo tono ancora più duro di prima:-Perché sorridi? Faccio davvero così tanto ridere?-La mora sapeva che se lo avesse lasciato andare avanti con i suoi complessi mentali, si sarebbe messa male, molto male. Così, prese in mano la situazione, mettendo le use esili braccia attorno al collo abbronzato di Cameron. Poi, prese a parlare:-Hey, Cam, stai calmo. Stavo sorridendo perché beh...-Arrossì leggermente, non era pratica di queste cose e non sapeva come esprimersi. Tossì leggermente e continuò a parlare-perché anche io provo qualcosa per te e sono stata una stupida a non accorgermene prima.-
Cameron sorrise,a quelle parole, pronunciata dall'unica ragazza cui avrebbe voluto sentirselo dire. Prese coraggio e disse l'unica cosa che in quel momento voleva dire:
-Ti amo-
-Ti amo-Le rispose lei, sorpresa dalla stranezza dell'amore, che arrivava all'improvviso e ti lasciava lì, senza sapere che cosa cavolo fare.
E poi si baciarono, un semplice bacio che esprimeva troppo.
Perché si, lei lo amava. E si sentiva così stupida a non essersene accorta prima.
Poi, però, i problemi che avevano intorno si resero noti subito, appena la loro mente iniziò a vagare. L'espressione di Mary rese noto a Cameron che anche lei ci stava pensando.
Così, in un modo o nell'altro si fece accompagnare all'assemblea, sedendosi su una sedia, raccontando tutto. Voleva solo salvare la sua amata.
E ce l'avrebbe fatta.
....
Cosa ne pensate della storia raccontata come un dialogo? Io l'ho trovata figa lol.
Tanti Nash Grier,
Kikka.
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Shadowhunters-Citta' dell'amore perduto
Fiksi PenggemarFelice. Voleva essere felice. Avere una vita normale, per quanto potrebbe esserlo quella di una Shadowhunters. Ma ovviamente, gli Shadowhunters sono nati per il rischio e niente e nessuno li salverà da questo destino. Lei lo sa bene. Ma lui dovrebb...