- Dior -
"Dove mi stai portando?" Chiese Dior preoccupata alla donna di mezz'età che stava prendendo alcuni dei suoi vestiti e dei suoi costosi effetti personali, buttandoli dentro uno zaino grigio.
La ragazzina era caduta in trance, la sua bocca era spalancata mentre osservava l'anziana donna aggirarsi per la sua stanza come se fosse una gallina decapitata.
"Stai zitta, niente domande," la congedò, afferrando brutalmente il polso di Dior. Lei piagnucolò in protesta, allontanandosi da quella spregevole donna.
"N-no, non vengo senza p-papà," argomentò fiera.
I suoi occhi si adombrarono per la frustrazione, il suo naso colava e il suo corpo tremava. Dior non si piegò, rimase in piedi fiera e forte davanti alla donna.
"A tuo papà non frega niente di te, sarà felice quando scoprirà che te ne sei andata," disse bugiardamente a Delilah, inculcandogli quella brutta idea in testa.
Lei scosse la testa.
"Cosa i-intendi? Lui mi vuole bene, non vuole che m-me ne vada," ribatté così alle parole crudeli della donna.
"Ti sta mentendo, ci sta mentendo! Avremo una vita migliore senza di lui e senza i bastardi dei tuoi fratelli," cercò di persuaderla, insultando le persone care a Delilah.
"No, non voglio una vita senza di loro."
"Ti porterò via con la forza, stronzetta, tu verrai con me che ti piaccia o meno," continuò allungando la sua fredda ed esile mano per afferrare nuovamente Delilah. Dior scosse nuovamente la testa, correndo verso la porta e sperando che si aprisse, ma era chiusa a chiave. Era ora intrappolata tra la porta e sua 'madre'.
"Non puoi scappare da me, non rendere le cose più difficili."
Dior si divincolò, utilizzando la sua poca altezza a suo vantaggio scappando dalle braccia della donna. Per sua sfortuna, cadde, inciampando sullo zaino grigio lasciato nel bel mezzo della stanza, al centro del tappeto.
"Per f-favore, n-non voglio andarmene," la pregò, proteggendosi la testa con le mani, nel caso la madre l'avesse voluta colpire.
"Ti avevo avvisato, troietta, l'hai voluto tu," sussurrò ad alta voce, estraendo un coltello ed avvicinandolo alle gambe di Delilah.
"No! Per favore, no!"
Lei ignorò le sue suppliche ed i suoi pianti, mettendole un vestito nella bocca affinché smettesse di urlare ed incidendo lunghe strisce sulla pelle diafana della ragazza, lasciando che il sangue scorresse lungo le sue cosce strette, marchiandola con il colore del pericolo. Delilah continuò a piagnucolare dal dolore, dal momento che le sue grida erano attutite, mentre pregava la madre di smettere di torturarla.
La donna continuò a tagliare la pelle della ragazza senza pietà, finché non perse quasi conoscenza.
"Tuo papà non verrà mai a cercarti, a nessuno importa di te Dior, non sei niente se non la delusione di questa famiglia," rise rivolta verso la ragazza distesa sul pavimento, rimettendosi il coltello in tasca e sollevando Dior, caricandosela sulle spalle e destreggiandosi per saltare fuori dalla finestra.
Non appena atterrò sul cemento, corse verso l'auto, posizionando la figlia sui sedili posteriori mentre si allontanava guidando quanto più velocemente possibile.
"Perché stai facendo q-questo?!" Le chiese dolorante Delilah, la sua voce era tesa.
"Te lo dico subito il perché," cominciò, la sua voce era pericolosamente calma.
STAI LEGGENDO
La mia guardia del corpo
RomanceQuesta versione, è la traduzione di "Mr. Bodyguard" scritta da Wxnterwxlf. "Luci volevo -" " Non chiamarmi così, cazzo," la interruppe Lucifer con voce monotona, mentre fissava intensamente il pavimento in marmo sotto di sé. "Ti dona!" Si difese Dio...