- Lucifer -
Dopo aver stretto Delilah tra le mie braccia per circa una mezz'ora, si addormentò. Eravamo tornati a casa dalla lezione universitaria da un po' e le avevo insegnato a giocare a basket in giardino, dal momento che aveva un campo. Non serviva neanche dirlo, ma era esausta per la nostra sessione di allenamento. Era sorprendentemente brava. La sua altezza era sicuramente uno svantaggio, ma era stata brava per essere stata solo la sua prima volta, non era lontanamente afferrata quanto me, ma ci sarebbe arrivata presto.
Mi alzai dalla sedia a dondolo che aveva in un angolo della stanza e la posai sul letto. Le baciai la fronte ed il naso, prima di coprirla con il lenzuolo, portandoglielo fino al mento ed assicurandomi di coprirle i piedi.
Per quanto volessi addormentarmi al suo fianco, avevo qualcosa di importante da fare.
Uscii dalla stanza, socchiudendo la porta così che non si spaventasse qualora si fosse svegliata e mi diressi verso l'ufficio di suo padre. Era rimasto lì tutto il giorno, con diverse faccende da sbrigare. Mi dispiacevo per i ragazzi ogni tanto, avere a che fare con la mafia non era la cosa più facile del mondo.
Bussai alla porta due volte, prima di udire la sua voce che mi invitava ad entrare.
Aprii la porta e lo trovai seduto davanti al computer. Distolse lo sguardo dallo schermo e sollevò le sopracciglia quando mi vide.
"Siediti, Lucifer," mi invitò, indicandomi la sedia di fronte alla sua. "Cosa ti porta qui? Delilah sta bene?" Mi chiese non appena mi sedetti.
Mi schiarii la gola.
"Sta bene, sta dormendo."
Lui annuì, soddisfatto dalla mia risposta.
"Cosa posso fare per te?"
Dio aiutami, questo è un dannato cliché.
"Io e Delilah stiamo insieme da circa 5 mesi, potrà non sembrarti un tempo sufficientemente lungo, ma sono sicuro di non voler trascorrere neanche un giorno della mia vita senza lei al mio fianco. Non è stato facile, abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ma ne è valsa la pena."
Mi fermai per qualche secondo, non volendo blaterare su quanto amassi sua figlia e di quanto tenessi a quella ragazza meravigliosa. Anche se sarei potuto andare avanti a parlarne per giorni.
"Tu sei ovviamente estremamente importante per lei e farai parte delle nostre vite per sempre. Ti rispetto dannatamente tanto, mi hai salvato la vita. Nonostante fino a qualche tempo fa mi odiassi con tutto il tuo cuore, non posso fartene una colpa. Mi hai dato un lavoro, un tetto sopra la testa, tantissimi soldi, una famiglia, un fratello e ti sarò grato per tutta la vita."
Con ultimo respiro, conclusi il mio discorso.
"Ho il tuo permesso per sposare Delilah?"
Naturalmente, avrei sposato la mia ragazza con o senza la sua approvazione, senza pensarci due volte. Ma sapevo che Dante volesse che si rispettassero le tradizioni. Quell'uomo aveva fatto molto per me e questo era il minimo che potessi fare per ricambiarlo. Dopotutto, avevo una relazione con sua figlia, questo doveva essere sufficiente a dimostrargli quanto tenessi a lei. E sapevo che Delilah avrebbe voluto che lo chiedessi prima a lui, l'avrebbe resa felice sapere che era d'accordo.
Il nervosismo mi stava mangiando vivo. Non mi trovavo mai in situazioni che mi causavano ansia, ma essere seduto di fronte al mio futuro suocero (o almeno così speravo) mi faceva tremare le mani. Volevo solo che mi dicesse di sì.
Dopo aver processato le mie parole, Dante sorrise, alzando lo sguardo dalla scrivania e puntandolo nel mio.
"Sai Lucifer, per quanto io odi mostrarmi melenso di fronte ai miei uomini, farò un eccezione per te. Non potrò mai esprimerti la mia gratitudine. Hai ragione, i miei figli sono la cosa più importante per me e tu hai reso la mia bambina la più felice al mondo trattandola come fosse una regina. Sono stato stupido ad odiarti per ciò che è successo e me ne pento ogni giorno."
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La mia guardia del corpo
RomansaQuesta versione, è la traduzione di "Mr. Bodyguard" scritta da Wxnterwxlf. "Luci volevo -" " Non chiamarmi così, cazzo," la interruppe Lucifer con voce monotona, mentre fissava intensamente il pavimento in marmo sotto di sé. "Ti dona!" Si difese Dio...