Capitolo Trentadue

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- Lucifer - 

La scorsa notte.

Dio, non riuscivo a togliermela dalla testa.

Non riuscivo a credere che Delilah si fidasse di me a tal punto da donarmi la sua verginità. A me. Tra tutte le persone che esistevano al mondo. Lei aveva scelto me. Avevo cercato di essere il più gentile possibile. Delilah era veramente esile, sotto ogni punto di vista, quindi era ovvio che avessi paura di farle del male. La prima volta sarebbe stata dolorosa, e lei lo sapeva, però mi ero assicurato che il dolore non fosse insostenibile. Tuttavia, date le mie dimensioni, non era facile.

Si era addormentata poco dopo, chiaramente esausta ed io la guardai finché non la seguii nel mondo dei sogni, massaggiandole le cosce così che non si sentisse troppo indolenzita la mattina successiva.

Erano circa le 9:00 e mi ero svegliato prima di Delilah. Il suo corpo nudo era ancora sopra di me, nella stessa posizione della sera prima. La sua pelle abbronzata e morbida era coperta dai succhiotti che le avevo fatto ed io li guardai con orgoglio.

Sarà difficile coprirli.

Ridacchiai al pensiero e le baciai un paio di volte il naso, mentre giocavo con le punte dei suoi capelli castani. Volevo alzarmi e fare la colazione, ma non potevo muovermi senza svegliarla. E fortunatamente i suoi occhi cominciarono ad aprirsi, forse a causa dei raggi del sole che illuminavano la stanza.

Sorrisi, quando i suoi occhi si aprirono completamente, posandosi su di me.

"Buongiorno, Luci," sussurrò, mentre si stiracchiava, allontanandosi dal mio petto.

"Buongiorno amore," le risposi, disegnando dei cerchi sulla sua schiena nuda. "Come stai?" Chiesi, leggermente preoccupato, ma non riuscii a trattenermi.

"Perfettamente," mi rispose con un sorriso.

Non sarei mai riuscito ad esprimere a parole quanto fosse bella. È impossibile.

"Sei davvero bella."

Ammisi improvvisamente, incantato dalla sua bellezza.

Arrossì, distogliendo lo sguardo dal mio.

"Non fare la timida ora, amore," ridacchiai, riportando il suo corpo sul mio.

Lei ridacchiò, nascondendo il volto nel mio collo e rifiutandosi di guardarmi.

"Vuoi stare lì nascosta tutto il giorno?"

"Sì, signore," scherzò.

"E chi mi darà i baci?"

"Zeus."

Nel sentirsi preso in causa, saltò sul letto, scuotendo la coda ed annusando i capelli miei e di Delilah.

"Tua mamma non mi dà i bacini," mi lamentai, facendola ridere e consentendo a Zeus di leccarmi il naso. "Falla desistere."

Lui voltò il muso verso la testa di Dellah, cominciando a leccarla.

Giuro che il mio cane era davvero intelligente.

La mia guardia del corpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora