Capitolo Venti

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- Dior -

"Finirà per appiattirla!"

"Smettetela di essere drammatici."

"Sono d'accordo, quel bastardo peserà 130 kg."

"Penso che siano carini-"

"Chiudi la bocca Daxton"

"Vuoi picchiarmi?"

"Oh merda, penso che si stia svegliando."

Bene.

Quello era davvero un modo carino per svegliarsi.

Mi aspettavo che quel risveglio fosse bello e dolce, sapete solo io e Lucifer, ma naturalmente i miei adorati fratelli e mio papà dovevano rovinarlo. Aprii lentamente gli occhi per scoprire che eravamo esattamente nella stessa posizione della notte scorsa, Lucifer era appoggiato su di me, con la sua testa appoggiata sulle mie tette.

Che è estremamente inappropriato, potrei aggiungere.

Come facevo a respirare ancora non lo sapevo neanche io.

Non riuscivo ancora a capire perché papà mi avesse permesso di rivedere Lucifer. Pensavo davvero che non l'avrei più rivisto dopo ciò che era successo, ma probabilmente mi sbagliavo.

Per una volta papà avevo scelto con il cuore invece che con la testa, il che era molto raro.

Fortunatamente Lucifer stava ancora dormendo beatamente, a contrario mio. Mi avrebbe imbarazzato da morire se avesse sentito ciò che gli uomini là fuori stavano dicendo.

Già il fatto che avevano visto Lucifer sopra di me era di per sé imbarazzante.

"Potete andarvene ragazzi, per favore?" Sussurrai gentilmente, non volendo apparire offensiva.

"Lui può prima togliere-"

"Dalton! Stai zitto. Buongiorno bambi," lo interruppe papà, sorridendomi.

Ricambiai il sorriso, cercando di spostare quella pesantissima testa dal mio sterno, ma fallii. Sbuffai, arrendendomi alle risate dei ragazzi.

"L'hai messo fuori combattimento, eh?"

Mi prese in giro Dominic, ridacchiando.

"Potreste aiutarmi!" Sussurrai, con un tono di voce un po' troppo elevato.

"Non ce n'è bisogno. Sono sveglio ora," quasi strillai quando sentii la voce roca di Lucifer. Si spostò lentamente, facendo cadere il suo capo sopra al cuscino al mio fianco.

Era tornato a dormire o...

Ci guardammo tutti confusi.

Come faceva ad essere così tranquillo?

Io avrei dato di matto se la sua famiglia ci avesse visti dormire vicini, soprattutto dopo quell'enorme.... predica.

"Colazione?"

Papà ruppe il silenzio e tutti i ragazzi annuirono. Cominciarono ad uscire dalla mia stanza, dimenticandosi cosa stesse succedendo. Probabilmente ora la loro attenzione era rivolta al cibo.

"È stato un bel modo per cominciare la giornata."

Ridacchiai alle sue parole sarcastiche mentre si voltava verso di me, sdraiato su un fianco. Copiai la sua azione, sdraiandomi timidamente davanti a lui, preoccupata che potesse volere un po' di spazio. Ero a qualche centimetro da lui ed osservavo la sua espressione di serenità, con un sorriso sul volto.

Senza dire una parola, alzò il braccio e mi afferrò per la vita, trascinandomi delicatamente contro il suo petto ed annullando qualsiasi tipo di distanza. Trasalì per la sorpresa mentre appoggiavo la testa sulla sua spalla.

La mia guardia del corpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora