Quando i ragazzi sono entrati in camera mia ieri sera ho sorriso come non mai. Erano tutti stanchi morti, avevano appena finito un'intervista e non volevano altro che andare a casa a dormire, eppure sono venuti da me e mi hanno tenuto compagnia per tutta la notte, fregandosene di ciò che volevano.
Sono entrati in camera urlando, con in mano diversi pacchetti, che poi mi hanno dato da scartare. Louis mi ha regalato una felpa, Liam e Zayn una collana, Niall mi ha promesso un pranzo solo io e lui nel suo ristorante preferito, Luke e Ashton mi hanno regalato un libro, Calum ha detto che me lo avrebbe dato a casa e Harry una collanina con dietro incise le nostre iniziali.
Quando me lo ha dato aveva le guance rosse, borbottando qualcosa sul fatto che è un regalo fottutamente romantico, e che non siamo e anche fidanzati, ma ha aggiunto che quando lo ha visto gli è piaciuto, e ha pensato subito di prenderlo.
Sono questi i momenti che più mi mancano con i ragazzi. Certo, ora dopo due anni sono riuscita a tornare al loro fianco, ma loro non sanno chi sono veramente, e non possiamo andare in giro tranquillamente perché veniamo seguiti da fan o pazzi criminali che vogliono ucciderli per chissà quale motivo.
Sta mattina mi dimettono, ma nessuno dei ragazzi è potuto venire perché hanno un'altra intervista.
Meno male che doveva essere il loro periodo di pausa.
Ormai siamo a Londra da una settimana e fra qualche giorno dovremo già iniziare a preparare le valigie per riprendere il tour. I ragazzi non sembrano molto scocciati di questo, in fondo si divertono a fare i coglioni sul palco, ma muoversi costantemente da uno stato all'altro è estenuante, e di questo non me ne rendevo conto mentre li seguivo su Twitter.
Quando l'infermiera viene a svegliarmi la fulmino con gli occhi, ricordandomi che è lei la stronza che mi ha quasi fatto venire un infarto dicendomi la cazzata dei sei anni.
"Non sarai ancora arrabbiata, vero?" Ridacchia lei, guardandomi mentre mi toglie la flebo dal braccio.
Finalmente, quel cazzo di tubo iniziava ad essere insopportabile.
Senza rispondere le sorrido falsamente, scappando poi in bagno per vestirmi e uscire da quel posto il prima possibile.
Dopo aver firmato i moduli per uscire vengo lasciata andare, e a passo spedito mi avvicino al bordo della strada per fermare un taxi.
Quando arriva ci salgo, e dando l'indirizzo mi accomodo meglio sul sedile per aspettare tranquillamente.
Dopo venti minuti scendo finalmente dalla macchina, e mi avvicino alla porta per entrare in quella che solo una volta dentro riesco a riconoscere come la casa degli One Direction.
Quando entro dentro trovo tutti i ragazzi lì, mentre parlano animatamente di qualcosa. Tossisco per attirare la loro attenzione, ma nessuno di loro si degna di guardarmi.
Ma non dovevano essere ad un'intervista?
"Quando esce?" Chiede Louis, mentre fissa gli altri.
"Arriva domani, dobbiamo prepararle qualcosa."
"Chi arriva domani?" Domando, intromettendomi nel discorso e avvicinandomi a loro.
"Avril." Spiega Zayn, lasciandomi a fissarli confusi.
Tossisco un'altra volta, più forte, attirando la loro attenzione.
"La vuoi finire?" Sbotta Harry, alzandosi. "Non vedi che stiamo discutendo di cos- Ciao Avril!" Si interrompe, dopo essersi girato e avermi visto.
I ragazzi si girano sconvolti, mentre Louis urla un "NO!" che mi fa sobbalzare.
"Cosa sta succedendo qui?" Le mie sopracciglia sono corrucciate mentre li guardo uno ad uno.
"Non dovevi uscire domani?" Chiede Calum, ad occhi spalancati.
"No, sono uscita mezz'ora fa!"
"Non ci credo!" Sussurra Harry, guardando gli altri che hanno la sua stessa espressione.
Il mio sguardo rimane confuso, mentre li guardo. "Posso anche andare via se volete, eh!"
"Si ci faresti un favore." Inizia Ashton, spingendomi verso la porta.
"Ciao!" Urlano tutti, prima che la porta mi venga sbattuta in faccia.
Wow, con loro si che mi sento amata.
***
Dopo esser stata gentilmente cacciata dai ragazzi mi ritrovo a girovagare per le fredde strade di Londra.
Dubbiosa metto le mani in tasca, afferro il telefono e lo stringo nelle mani per scrivere un messaggio.
Natasha: Incontriamoci alla sede principale.
Inizio a dirigermi verso il palazzo che ospita la sede inglese dell'FBI. Non è cambiato per niente; sempre il solito vicolo buio, sempre il solito negozietto vuoto a nasconderlo.
"Nat." Quando mi giro vedo Andrew venirmi incontro, e mi stringe rapidamente tra le braccia. "Come stai? E' stata una bella botta."
Alzo le spalle. "Ho ricevuto di peggio."
Mentre ridacchia entriamo dalle porte scorrevoli, dove incontro quell'adorabile donna della segretaria, Kate.
"Da quanto tempo!" Urlo, fingendomi felice.
Lei mi guarda, grugnendo infastidita, tornando poi a guardare lo schermo.
"Ma che le hai fatto?" Sussurra Andrew dietro di me.
"Niente." Alzo le spalle, dirigendomi verso il centro operativo informatico.
La stanza è enorme, piena di computer e diversi agenti esperti nel settore. Da ognuno di questi computer si può accedere a qualsiasi cosa: telecamere pubbliche e private, rintracciare qualsiasi numero, trovare le informazioni necessarie alle missioni...
"guardiamo dove si trova Kyle." Propone Andrew, dirigendosi verso uno dei computer. Dopo aver schiacciato vari tasti, le informazioni vengono passate allo schermo appeso al muro, molto più grande, in modo che anche io possa vedere le novità.
"E' ad Alicante." Dice, dopo alcuni minuti.
"Alicante, fantastico... E dove sarebbe?" Chiedo.
"Spagna."
"Cosa ci fa lì?"
"Trasporto d'armi." Spiega.
"A cosa servono tutte quelle armi?" Domando. "Mica deve iniziare la terza guerra mondiale."
Andrew mi guarda sospettoso, per poi sussurrare un flebile "Non credo."
"Suppongo che lo scopriremo, allora." Rispondo, iniziando a fare ricerche sul contrabbando d'armi ad Alicante.
La stanza è immersa nel silenzio, ognuno intento a guardare lo schermo per cercare qualche collegamento o qualche spiegazione a ciò che voleva fare Kyle, ma quella strana calma fu interrotta dal suono del mio cellulare.
Cautamente lo presi e guardai il mittente. Liam.
"Pronto?" Chiedo, rispondendo.
Dall'altra parte del telefono risuonano varie grida sconnesse, e riesco riconoscere le voci dei ragazzi che si parlano uno sopra l'altro.
"Zitti." Urla qualcuno, e credo sia Louis. "Harry ha quest'espressione apatica da ieri sera, e non va fottutamente bene, quindi ora ci spiega cos'ha!"
"Io... credo di essermi innamorato." Sussurra Harry, con un tono di voce appena udibile.
"E di chi?" Chiede Calum.
Il nome viene sussurrato, ma non riesco a sentirlo a causa delle urla che vengono sollevate dopo.
"Non so cosa fare." Continua il riccio.
Questo lo sento neh?! Dio, che sfiga.
"Lanciati." Gli consiglia Calum.
Bastardo traditore.
"Lo farò." Promette il riccio, "Ora chiamate Avril."
N/A: Grazie a tutti voi che votate e commentate, e siate felici con me, perché un capitolo ha ricevuto 27 voti!
STAI LEGGENDO
Their secret bodyguard
Fanfiction"Io li ho lasciati per dimenticare, non può chiedermi questo!" Urlo contro il capo dell'FBI. "Me ne sono andata per salvare la loro vita!" Lui mi guarda apatico, come se non gli avessi appena urlato contro tutta la rabbia che reprimo dentro di me...