4th; profilo basso.

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Dopo alcuni minuti, passati interamente a spiare il riccio e la bionda dalla finestrella che sta sopra alla porta della cucina, i cuochi avvisano tutti i camerieri che i piatti sono pronti, e ci ordinano di portarli ai vari tavoli.

Con molta attenzione, conoscendo le mie altissime qualità, mi abbasso verso il tavolo, e prendo due piatti da portare al tavolo.

Spingendo la porta con il culo, riesco ad uscire ed avviarmi nella sala, dove il gran casino di voci si abbassa leggermente quando i presenti vedono i camerieri entrare nella sala con i vari piatti.

Alzo gli occhi verso i piatti che sto tenendo, e con mia grande fortuna sono un'aragosta e un piatto di insalata.

A causa degli occhiali vedo leggermente sfocato, ma se li tolgo c'è il rischio che mi riconoscano, quindi non mi resta che rimanere con questi cosi giganti che appartengono sicuramente ad un cieco.

Ringraziando il mio talento, riesco ad appoggiare l'aragosta per Harry davanti a lui senza combinare casini, ma non succede altrettanto per Cara.

Infatti, proprio mentre sto per appoggiare il suo piatto, sento la voce bassa di Harry che mi sussurra un grazie, girando il volto verso di me per guardarmi. Io spaventata mi giro subito verso la ragazza, ma facendo così il piatto urta accidentalmente contro il sue bicchiere, rovesciando il contenuto sul vestito di quella.

Ora, potrebbe considerarlo un errore, no?

Ovvio, che no.

Infuriata si alza, e mi spinge per le spalle, facendomi quasi cadere addosso a Harry. Cosa che non succede grazie al mio equilibrio.

Almeno quello ce l'ho; ovviamente non per dote naturale, ma grazie agli allentamenti.

Cara, inizia ad urlarmi addosso parole sconnesse, che onestamente ignoro.

"Zitta." Dico, mettendole una mano sulla bocca e zittendola. "Non ti sto asoltando."

I ragazzi al tavolo ridacchiano, compreso Harry, che ha ancora il volto rivolto verso di me. Sento le sue mani sulla schiena; probabilmente le ha messe lì mentre stavo per cadergli addosso.

Di scatto mi allontano e ritorno in cucina, ma una volta li realizzo che devo comunque tornare di là per portare i piatti degli altri ragazzi. Così, molto coraggiosamente, prendo altri piatti e li porto di là, rimanendo sorpresa quando non trovo la bionda al tavolo.

Pazienza, meglio così.

Dopo aver fatto avanti e indietro tre volte mi rimane l'ultimo piatto, così esco e lo appoggio davanti a Liam, il quale mi guarda con un sopracciglio inarcato.

"Ti conosco?" Chiede, squadrandomi bene.

io scuoto la tesa, e una ciocca di capelli mi copre il viso. Dato che continua a guardarmi mi allontano, ma appena mi volto di spalle sento qualcosa di liquido e fresco cadermi sulla testa.

Riluttante mi porto le mani alla testa. Quando mi giro trovo Cara con in mano un bicchiere vuoto, mentre sorride.

Ti faccio vedere io chi sorride.

Fortunatamente, per lei, ho un grande autocontrollo, e mi limito solamente a versarle un piatto di spaghetti al sugo in testa, scoppiando a ridere.

Giuro che non ho mai riso così tanto.

Mandandole un bacio volante faccio un giro su me stessa e mi avvio in cucina, ma poco prima di oltrepassare la porta mi giro e faccio un occhiolino ad Harry; e a giudicare dal sorriso che mi rivolge se n'è accorto.

Anche se la serata non è finita decido di uscire; sorveglierò l'evento da fuori, lontano dalla cagna.

***

Oggi è una di quelle giornate vuote, quelle in cui senti la mancanza di tutti.

Ce n'è di gente che mi manca, ma oggi il riccio mi manca più del solito.

Forse è perchè ieri ci siamio rivisti di persona; eravamo così vicini che riuscivo a sentire il profumo.

Alla fine è inutile negare l'evidente; Harry mi manca.

Mancare è così riduttivo; la sua assenza mi sta distruggendo sempre di più, e questo non lo posso accettare. Ma non riesco neanche a dimenticarlo.

Non riesco e non voglio.

Per quanto la sua assenza mi faccia male, non posso negare che Harry ha giocato un ruolo fondamentale nella mia vita, è grazie a lui che sono cambiata, in meglio.

Ora non rischio più la mia vita, sono sempre attenta nella speranza di sopravvivere missione dopo missione solo per rivederlo.

E alla fine, tutto lo sforzo per cosa? Per vederlo attraverso uno schermo o a distanza di metri.

Non posso dire che sarebbe stato meglio non conoscerlo, perchè sarebbe una cazzata.

Una grandissima cazzata.

Attualmente, il mio unico scopo nella vita è uccidere Lakowsky.

Se io lo uccidessi i ragazzi sarebbero finalmente salvi, e io potrei tornare da loro.

..ma chi vogliamo prendere per il culo! Non vorranno nemmeno parlarmi dopo che scopriranno che non sono morta sul serio due anni fa.

E la stessa cosa sarà per Luke e gli altri tre.

Bene, direi che sono fottuta.

Sembra che ogni mio sforzo per fare le cose decentemente vadano poi a puttane.

Un esempio? La missione di ieri.

Ovviamente, il capo non è stato felice di come si è conclusa la cosa.

Da quello che dice lui avrei dovuto mantenere un profilo basso, cercando di non portare troppe attenzioni su di me.

Io gli ho detto che non lo avevo fatto, ma secondo lui mantenere un profilo basso non va a braccetto con il fatto dell'aver rovesciato un piatto di spaghetti in testa a Cara Delevingne.

Perchè lei non è di certo una che passa inosservata. Figuriamoci se non circola già questa notizia.

"insulsa cameriera rovescia un piatto di spaghetti in testa ad uno degli angeli più importanti di Victoria's secret." Riesco già a leggermi i titoli. Anche se, ammettiamolo, la faccia di Cara era degna da prima pagina.

Oggi Andrew non mi ha chiamato, e questo mi fa' strano perchè mi aveva promesso che lo avrebbe fatto, e lui mantiene le sue promesse, sempre. Così prendo il telefono, e senza esitazione compongo il suo numero, portandomi poi l'apparecchio al telefono.

Dopo cinque squilli, una voce acuta e divertita risponde al telefono, urlando un sonoro "heeey."

Capisco subito che non è la voce del mio amico. Insomma, può essere gay quanto vuole, ma non riuscirebbe mai ad alzare la sua voce così tanto, neanche se fosse completamente effemminato; e da quanto mi ricordo, non andava in giro con boorsette o giubbotti femminili.

Anche perchè lo avrei preso in giro a vita, come fa lui quando io mi comporto da maschiaccio, cioè praticamente sempre.

Dopo un po' di esitazione, rispondo. "Uhm.. chi sei?"

Dall'altra parte dell telefono si sente una leggera risata, che mi sembra tanto familiare.

"Sono Louis." Dice, e a distanza di due anni riesco ad immaginarmelo con il telefono vicino all'orecchio mentre sorride.

Quel suo solito sorriso da bambino che non lo abbandonava mai.

Their secret bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora