Alla fine la chiamata dei ragazzi non è arrivata poi così presto, quindi mi sono ritrovata a dover girare in tondo per Londra come una mongola, anche perché da genio che sono avevo lasciato il portafoglio e la borsa a casa.
Quando, mentre camminavo davanti alle vetrine dei negozi, mi è suonato il telefono, ho subito pensato che i ragazzi mi stessero chiamando per dirmi di tornare a casa.
Ma indovinate un po'? Non era così.
La chiamata veniva da Calum, che mi ordinava di raggiungerlo nel bar vicino alla sede dell'FBI.
Quindi non è bastato il fatto che mi abbiano cacciato di casa, ma quella sottospecie di finto asiatico mi ha anche costretta a rifarmi tutta la strada per tornare esattamente dov'ero prima.
Credetemi, sono stati i tre minuti e mezzo di camminata più faticosi della mia vita.
Inoltre, il fatto del non esser riuscita a sentire il nome della ragazza fortunata scelta da Harry mi fa girare il cazzo.
Insomma, lui prima mi amava. Com'è possibile che ora non sia minimamente attratto da me? Capisco che non ho lo stesso aspetto di due anni fa, ma il carattere è sempre quello.
A meno che io non sia diventata un'acida pessimista insopportabile.
Non credo di esserlo, o almeno lo spero.
Così, mentre cammino in questo vicolo tetro per la terza volta in cinque ore, ripenso costantemente alla chiamata dei ragazzi, e continuo a sperare che non si siano accorti della chiamata che erroneamente mi hanno fatto.
Il bar scelto da Cal, che si trova esattamente all'incrocio con il vicolo, non sembra essere uno dei migliori. La sua fama lo precede, e non parlo di quella per una fantastica cioccolata calda, ma di omicidi e giri di prostituzione.
Insomma, un posto fantastico per stare tranquilla con qualcuno.
Il mio amico, come mi aveva già detto, mi aspetta in uno dei tavolini esterni, con un paio di Ray Ban neri, una canottiera nera leggera e i suoi soliti jeans neri. Da dietro il giornale mi osserva mentre mi avvicino, indicandomi poi con la testa la sedia vuota davanti a lui. Con la grazia di un elefante mi ci siedo sopra, facendo ridere il ragazzo di fronte a me.
"Che vuoi." Lo rimprovero, "Mi hai fatto camminare un sacco."
Lui ride. "E pensare che eri la più agile del gruppo!"
"Ehi, io sono ancora agile!" Rispondo, sorridendo. "Insomma, ci vuole fatica per alzarsi dal divano e prendere il telecomando. Il mio è uno sport estremo!"
"Immagino. Deve essere uno di quelli in cui rischi la vita ogni secondo che passa!" Alza gli occhi al cielo, mantenendo quel sorrisetto divertito.
"Esatto! Potrei cadere, e un volo di 40cm sarebbe estremamente pericoloso!"
"Beh, sicuramente ammazzerebbe quel piccolo neutrone che ti è rimasto!"
"Esatt- Ehi!" Mi correggo, dopo aver colto a pieno le sue parole.
Lui scoppia a ridere, imitato poi da me. Sembriamo due matti; cioè, in questo posto viene solo gente seria e depressa.
E poi ci siamo noi, due coglioni che non fanno altro che ridere.
Calum si guarda in torno, probabilmente avendo i miei stessi pensieri, ma alla fine non ci siamo visti per due anni, e abbiamo il diritto di recuperare tutto il tempo perso. Ma la prossima volta mi assicurerò che il luogo d'incontro sia leggermente più sicuro.
"Allora Cal, come mai mi hai fatto camminare così tanto per raggiungerti?"
Lui alza le spalle. "Ho detto ai ragazzi che dovevo vedermi con un'amica, ma volevo essere aggiornato sulla missione." Sospira. "Se faccio io delle ricerche non mi dicono niente. E' brutto essere quelli all'oscuro della situazione."
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Their secret bodyguard
Fanfiction"Io li ho lasciati per dimenticare, non può chiedermi questo!" Urlo contro il capo dell'FBI. "Me ne sono andata per salvare la loro vita!" Lui mi guarda apatico, come se non gli avessi appena urlato contro tutta la rabbia che reprimo dentro di me...