6th; Un abbraccio catartico.

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Questa si che è sfiga.

Ma è quella che mi porto a dietro io, o è la loro?

Perchè ammettiamolo, aver incontrato me non è la fortuna più grande che una persona possa desiderare.

I due uomini mi guardano attentamente, come a voler leggere qualsiasi segno emotivo che mi attraversa in questo momento, ma io faccio il possibile per rimanere neutrale.

Beh, tentativo fallito.

"io li ho lasciati per dimenticare, non può chiedermi questo!" Urlo contro il capo dell'FBI. "me ne sono andata per salvare la loro vita!"

Lui mi guarda apatico, come se non gli avessi appena urlato contro tutta la rabbia che reprimo dentro di me da quando sono stata obbligata a lasciarli. "Tu devi, sono in pericolo per colpa delle tue cazzate"

Già, per colpa mia. "Cosa dovrei fare?"

"Ti farai passare per la cugina di Luke Hemmings, e li proteggerai tutti e cinque"

Io annuisco, sconfitta. "E ricorda, per loro Natasha Romanov è morta, e ora sono delle star."

Lentamente, e a testa bassa, mi avvio verso l'uscita della stanza, con la testa piena di pensieri, troppi pensieri.

"Aspetta." Mi richiama la voce di Tom. "Avrai bisogno di qualche modifica."

"Che?!" Urlo, mentre mi giro.

"Loro non devono riconoscerti, ricordi?"

Io annuisco, e giuro di non aver mai odiato così tanto quell'uomo quanto adesso.

Che finisca sotto un pullman pure lui.

***

La sede dell'FBI rimane invariata da quelli che probabilmente sono anni.

Gli stessi muri, gli stessi istruttori, gli stessi parrucchieri gay pronti a romperti il cazzo.

"Oh ma ciao tesoro" Dice quell'uomo, che due anni e mezzo prima mi aveva trasformata completamente. "Ti vedo bene!"

MI piglia per il culo? Probabilmente ho l'aspetto di una morta.

Ma andiamo, che altra reazione si può avere dopo che vieni obbligata a rivedere il ragazzo che ami dopo due anni? Sento il terrore espandersi dentro di me. La paura che loro non mi perdoneranno mai si fa sempre più spazio nella mia mente, occupando lo spazio agli altri pensieri, lasciandomi solo quello e la paura di scoprire la verità.

La verità, perchè loro potrebbero essere andati avanti. Molto probabilmente loro non si ricorderanno neanche più come è fatto il mio viso, o come mi comporto normalmente. Loro saranno andati avanti con la loro nuova vita da superstar, ma io no.

Io sono ancora bloccata a quei giorni che passavamo tutti insieme a casa mia, facendo il bagno in piscina o guardandoci un film tutti insieme. Sono ancora bloccata a quando li vidi per la prima volta in quella scuola di merda, a tutta l'energia che ci mettevo per evitarli solo perchè mi stavano sul cazzo.

Io avevo mandato tutto all'aria per loro: la mia vita, la mia copertura, eppure ho mandato all'aria anche la loro vita. Forse aveva ragione mio padre, io faccio solo casini.

Farei meglio a restare chiusa in casa, segregata in una stanza; forse lì eviterei di fare casini.

L'agente dietro di me inizia a lavorare sui miei capelli, e devo ammettere che sono un pò preoccupata dato che l'ultima volta mi sono ritrovata con i capelli neri, quando li avevo biondi.

Dopo due ore di torture mi ritrovo con icapelli bagnati, e l'uomo mi fa girare verso di lui.

"Queste sono lenti a contatto verdi." Dice, indicando con la testa una scatolina che aveva in mano. "Ti serviranno per non far vedere i tuoi occhi; un'azzurro del genere non si vede ovunque."

Their secret bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora