nove

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Yoongi pov

Ho sempre provato qualcosa per Jimin...
per me era più di un semplice amico, ma dal suo punto di vista non ero nient'altro di più.
Quando iniziai a provare qualcosa di serio era ormai troppo tardi per salvarlo dalle grinfie di Ken. Lui si era perso in quel ragazzo e io non potevo farci niente, se non restargli accanto.
Avevamo sempre avuto un rapporto davvero intimo, non come quello che aveva con Taehyung, ma simile. Il mio senso di protezione verso di lui diventava sempre più forte col passare degli anni, tant'è che Taehyung lo aveva notato. Sebbene fossi il suo migliore amico, non ne avevamo mai parlato.
Io non volevo.
Ero sempre stato un ragazzo riservato e molto introverso, ho sempre avuto pochi amici perché non riuscivo a socializzare con altri miei coetanei.
Il mio primo amico fu proprio quella piccola testa castana di Jimin.
Ci conoscemmo alle elementari e già dal primo giorno quel ragazzino decise di sedersi vicino a me. Da quel giorno ha sempre continuato a starmi accanto finché non diventammo inseparabili.
Grazie a lui conobbi anche Jin durante le medie, eravamo diventati il classico gruppetto che si sosteneva.
E alle superiori si unì anche Taehyung. All'ultimo anno, con l'incidente e l'arrivo di Ken nella sua vita il nostro gruppo si sciolse completamente.
Quando Jimin partì per l'America divenni il migliore amico di Taehyung.
In quel momento la vita di Taehyung era in pericolo, un continuo oscillare di situazioni poco gradite e vedendolo molto spesso decisi di farmi forza e stargli accanto.
Nonostante tutto era una promessa che avevo fatto a me stesso.
Con il ritorno di Jimin a Seoul dopo otto anni, potei affermare che quei sentimenti che avevo oppresso erano ancora lì.
A farmelo notare era stata la gelosia che provavo nel vedere Jungkook e Jimin così tanto affiatati.
In un certo senso lui sembrava me da piccolo, che voleva proteggere Jimin a tutti i costi, che si sarebbe battuto per lui pur di farlo stare bene.
La situazione mi recava alquanto fastidio.
Da quel fastidio che provavo, capì di amare ancora Jimin.
Sospirai pesantemente passandomi una mano tra i capelli arruffandoli appena.
Tra meno di un ora avrei dovuto incontrarmi con Jungkook per andare da Ken ad iscriverci alla gara di domani sera.
Sicuramente Ken non l'avrei visto, lo sapevo bene. Ecco perché avevo detto a Jungkook che lo avrei accompagnato, non volevo che qualcuno si facesse del male, e tanto meno qualcuno di davvero caro a Jimin.
Presi il cellulare che avevo lasciato nel mobile e chiamai Taehyung.
«tae» dissi appena rispose
«dimmi yoon» disse con voce impastata dal sonno
«ci sarà un' imboscata oggi pomeriggio quando andrò con Jungkook da ken» dissi
«volevo solo avvisarti per tempo» aggiunsi poi
«fate attenzione, so che sta volta hai qualcuno di forte vicino» disse sbadigliando
«vabbè si, dai torna a dormire» dissi ridendo
«taci. Buonanotte Yoongi hyung» disse poi staccando
Risi leggermente e guardai l'ora, era meglio cucinare qualcosa e poi trovare un orario con Jungkook.
Lo aspettai sotto casa mia, era leggermente in ritardo e dopo il suo arrivo partimmo verso il circolo di Ken.
Poco dopo arrivammo a destinazione, lasciammo le moto non poco distanti dal piccolo locale ed entrammo all'interno.
"kook, guardati intorno e fai attenzione" dissi a bassa voce
"va bene" rispose annuendo.

All'interno vi erano pochi uomini, solitamente quelli che Ken reputava guardie del corpo. C'erano tutti quanti tranne Ken.
Venimmo fermati da un uomo ben piazzato che ci squadrò dalla testa ai piedi.
"che ci fate voi qua?" chiese con tono fermo
"cerco Ken per l'iscrizione alla gara" disse Jungkook mettendosi davanti all'uomo
"tu saresti?" chiese incrociando le braccia
"Jeon Jungkook" disse il ragazzo
"sai Jeon, proprio da pochi giorni Ken ci ha avvisato che dovevamo sistemare una situazione con un tipetto come te" disse l'uomo
In poco tempo venimmo circondati da altri presenti.
"prego allora" dissi io sfidandoli

Da lì in poi, il completo disastro.
Io e Jungkook ci coprivamo le spalle a vicenda, facendo attenzione a quegli uomini-armadio che arrivavano.
Erano all'incirca sei mentre noi eravamo solo in due. La situazione non era proprio bilanciata.

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