ventotto

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"hyung, sono le 12.30 dobbiamo andare a mangiare" dissi alzandomi e cercare i miei boxer che erano vicino al letto.
"non ho fame Gguk" disse lui girandosi dall'altra parte del letto.
"suvvia dai! Poi devo trovare tuo padre per fargli le condoglianze, sai volevo dirglielo di persona che mi sono fidanzato ufficialmente con te" dissi un po' impacciato sentendomi a disagio.
"vacci da solo, non ho voglia ne di alzarmi ne di vedere quell'uomo" disse acido.
"c'è anche Yoongi che ti vuole vedere...per favore" dissi tornando da lui e baciargli la spalla nuda che usciva fuori dalle coperte.
"che palle che sei va bene" disse voltandosi e dandomi un bacio a stampo.
"però mi ami" dissi ridacchiando e mettermi finalmente i boxer e rivestirmi con tutto.

In poco tempo eravamo fuori dalla stanza dove regnava il silenzio.
Andai davanti alla porta della stanza di Taehyung e bussai, e poco dopo arrivò il ragazzo abbastanza ripreso da prima.
"oh Kook, c'è anche Jimin oddio" disse andando da lui e abbracciarlo forte.
Ci raggiunse anche Yoongi e andammo sotto per aspettare il padre dei ragazzi.
Ne approfittai per dir loro della mia partenza e di Jimin a Seoul.
"come mai così presto?" chiese Taehyung.
"abbiamo la sfilata dopodomani Tae, dobbiamo esserci tutti noi ragazzi. Dobbiamo farci solamente forza e tornare" dissi fermo afferrando la mano fredda di Jimin.
"capisco allora va bene. Andrete a prendere gli altri?" chiese poi Tae.
"sisi, io solo non posso portarmi dietro Heeseung, c'è la farò da solo in moto, andrà bene" dissi sorridendo appena.
"vengo pure io a Seoul, basta stare in giro, devo rientrare a lavoro" disse Yoongi poi dopo.
"ah vai anche tu...allora anche io torno, non credo che mio padre torni però..." disse a bassa voce Taehyung.
"io non verrò a casa Tae, sia chiaro...ti voglio bene ma non c'è la potrei fare in quella casa... vado a stare da Jungkook per un po' " disse Jimin abbassando il capo.
"vuoi venire da me Tae?" chiese Yoongi mettendo una mano sulla spalla di Taehyung.
"davvero posso?" chiese tranquillizzandosi appena.
"certo Tae, tutto il tempo che vuoi" disse Yoongi sorridendogli.

Passammo ancora una decina di minuti ad aspettare e finalmente arrivò il Signor Kim. Aveva il viso scavato, emanava un'aria orribile, non se la stava passando bene.
Vide sia me e Yoongi e si scurì ancor di più.
"ciao ragazzi" disse piano lui salutando entrambi.
"signor Kim, le mie più sincere condoglianze per la perdita di sua moglie" dissi piano cercando di non farlo incazzare.
"grazie Jungkook" disse solamente stringendo la mandibola.
"condoglianze" disse solamente Yoongi.
"sempre da te vedo Min. Devi essere proprio un fallimento per Yongsan" disse acido il signor Kim con un ghigno sul volto.
"guardi la sua famiglia andata in pezzi, lasci stare la mia famiglia" disse Yoongi sorridendo.

Lo aveva zittito.

"papà io e Jimin torniamo a Seoul domani, però non staremo in casa" disse Taehyung uscendo dall'hotel diretto verso un ristorante nei dintorni.
Jimin si era fatto muto dall'arrivo di suo padre, sembrava una marionetta attaccata a lui. Che diavolo stava succedendo.
"certo va bene Tae. Io resto qua ancora" disse solo l'uomo.
Io e Yoongi ci staccammo appena da loro e li osservai.
"odio quell'uomo" disse ringhiando Yoongi.
"chi è Yongsan" chiesi al ragazzo di fianco a me.
"mio padre, sono amici. Sono due bastardi quei due. Ecco perché mi ha punzecchiato in quel modo ed ecco il perché sono cresciuto coi ragazzi" spiegò Yoongi facendomi chiarezza nei dubbi.
"ma sbaglio o Jimin se ne sta vicino a suo padre zitto" dissi osservando il mio ragazzo da lontano.
"l'ho visto anche io, probabile che non voglia farlo incazzare che ne so" disse solamente Yoongi.

Arrivammo dove vi erano gli altri ed entrammo nel ristorante stellato che aveva scelto il signor Kim.
Io non avevo soldi per campare a momenti e mi ritrovavo là dentro, un ristorante stellato.
"Yoon dovrei dirlo al signor Kim che io e Jimin stiamo insieme?" chiesi bloccandolo
"no stai fermo se non vuoi avere rogne" disse lui freddo.

Guardai Jimin che sfogliava il menù accanto a me, non voleva mangiare, non voleva essere lì. Mise una sua mano sulla mia coscia accarezzandola.
"vuoi mangiare un po' del mio cibo? Così non prendi un piatto intero..." dissi a bassa voce
"no prendo uno intero, provo solo perché ho mio padre davanti e non voglio litigare " disse lui serrando la mandibola.
Riusciamo ad ordinare qualcosa e il signor Kim mise l'intera attenzione ad osservarmi.
Voleva chiedermi qualcosa di inappropriato. Ne ero certo.
"è colpa tua per tutto quello che è successo? o dei miei figli?" chiese difatti a me.

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