ventitre

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Entrammo in casa e venimmo travolti da Taehyung e Heeseung, che ci stavano cercando, sembravano molto in agitazione.
"dove eravate? Vi stavamo cercando da un pezzo. Nostro padre è furibondo" disse Taehyung ricomponendosi.
"stavo fumando una sigaretta, e Jimin mi ha accompagnato" disse Jungkook
"va bene dirò che sei stato in bagno e non sapevi dove fosse, così Jimin ti ha accompagnato" disse Taehyung sospirando
"il cibo è già servito hyung, meglio se andiamo di là" disse poi Heeseung accennando un sorriso.

Annuimmo entrambi e tutti insieme tornammo in soggiorno, dove ci stavano aspettando a tavola.
"scusateci molto, ho dovuto accompagnare Jungkook al bagno, non sapeva dove fosse" dissi prima di sedermi accanto a Taehyung
"fa niente amore, ora sei qua" disse mia madre sorridendomi, "possiamo iniziare a mangiare" disse poi.

La cena stava andando tutto bene, mio padre non aveva ancora detto qualcosa di offensivo, e si stava comportando bene.
Aveva chiesto molte cose a Jungkook, come che lavoro facesse, dei suoi genitori, della scuola, tutto quanto. Mi sentii quasi in colpa per tutto quell'interrogatorio che aveva avuto.
Però era entrato nelle grazie di mio nonno, gli piaceva molto scherzare, e vedendo una persona come Jungkook si era divertito parecchio con lui. Stessa cosa per Heeseung, aveva cercato di tenerlo integrato agli adulti in modo da non sentirsi escluso, e su questo dovetti proprio amarlo.
Da come avevo intuito a mia nonna piaceva molto Evelin, era bella e talentosa, il perfetto prototipo per Taehyung. Mentre per quanto riguardava Jungkook, aveva espresso apertamente che fosse un bel ragazzo, però non lo faceva impazzire, magari per il fatto che fosse un semplice commesso, e non un modello o attore.
Mio padre poi aveva già approvato Evelin per Taehyung, su Jungkook non aveva obbiettato, si guadagnava da vivere e con in carica un minore se la cavava alquanto bene. Sul resto era stato zitto.

La cena finalmente ebbe fine, tutti salutammo Evelin, che dovette andar via subito per colpa del lavoro l'indomani mattina. E nemmeno dopo molto tempo anche Jungkook se ne andò.
Lo accompagnai fuori verso la moto così da poter rimanere un paio di minuti da soli.
"sono stato bravo?" chiese afferrandomi il viso tra le mani e sorridermi
"magnifico, mio nonno ti adora, e mio padre non ha obbiettato" dissi sorridendogli
Mi diede un dolce bacio sulle labbra e mi abbracciò.
"allora anche questo passo lo hai fatto Min" disse poi dandomi un bacio sulla tempia, "ci vediamo domani, ora vai dentro che inizia a far freddo" disse poi
"va bene"
Andai ad abbracciare a Heeseung che stava col cellulare, e lo ringraziai molto per stasera, poi partirono.
Tornai in casa e ritrovai mio padre seduto sul divano, con in mano un bicchiere di grappa.

"Jimin, siediti, dobbiamo parlare" disse voltandosi verso di me.
Annuì e mi avvicinai. Mi sedetti sulla poltrona e lo incitai a parlare.
"chi è quel ragazzo che hai portato" chiese freddamente.
"un ragazzo che sto conoscendo, siamo amici adesso" dissi con calma, non volendo creare dibattiti.
"ho capito. È come quello di 8 anni fa?" disse acidamente.
"no papà, sono due persone diverse..."
dissi a bassa voce.
"ah no? Ha molti problemi familiari, mi stupisco che gli assistenti sociali non gli abbiano già tolto il fratello" disse con tranquillità, come se non gli importasse affatto il peso delle sue parole.
"smettila! Come puoi dire una cosa del genere? Con quale cattiveria lo stai dicendo! Cazzo lavora come tutte le persone normali, sta studiando all'università, e si mantiene insieme al suo fratellino! E oltretutto paga anche le iscrizioni! È un ragazzo maledettamente apposto, come cazzo fai a dire cose del genere, mi fai incazzare quando dici così!
Ad Evelin l'approvi perché? Perché è la fidanzata ufficiale del tuo figlio prediletto? Perché è una modella? Perché è una donna e che tuo figlio sia etero?
Sai che c'è papà? Vai a farti fottere, sono abbastanza grande da prendere decisioni corrette, sono passati 8 fottuti anni dalla mia adolescenza, ora sono adulto. Non ho bisogno della tua approvazione per essere felice" dissi alzandomi e andando verso le scale.
"finché sei sotto il mio tetto, sarai sotto il mio comando figlio mio" disse con ghigno in volto.
"certo papà, vivi nella tua convinzione" dissi infine salendo le scale e ignorandolo.

vertigini//jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora