quattordici

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Taehyung pov

La quiete di due mesi fa mi mancava notevolmente.
Vedere Jimin tranquillo, avere i miei amici uniti, tutto filava liscio.
Adesso invece no, per niente.
Uno dei miei amici più cari si era distaccato completamente, il mio migliore amico non mi diceva la verità continuando a tenermi qualcosa nascosto, e mio fratello tornato completamente com'era otto anni fa.

Tutta la settimana l'avevo passata per la maggior parte da Evelin, pur di non vedere o sentire qualcuno di inopportuno.
Ormai io e lei eravamo quasi come fidanzati, le cose andavano davvero bene, stavo bene in sua presenza.
Abitava poco fuori a Seoul, in un appartamento di 100mq suddivisi in due piani. Un grande spazio al piano terra con soggiorno e cucina compreso un bagno di servizio, mente al primo piano la camera da letto open space con il suo bagno.
Avevo avvisato mia madre per questo mio breve soggiorno a casa sua, aveva capito la situazione lasciandomi i miei spazi così da preservare anche quelli di Jimin.
In qualche modo avevo intuito che lui le avesse raccontato qualcosa, ma non aveva aperto bocca a riguardo.

Sospirai nervosamente prendendo il mio cellulare cercando di fare qualcosa per perdere il mio tempo, distraendomi il più possibile da quello che stava accadendo.
Erano passati quattro giorni da quando avevo litigato con Jimin e ancora niente, ne un messaggio ne una chiamata da parte sua. Stessa cosa da parte mia.
Forse avevo esagerato con il mio comportamento, dovevo avere più tatto con lui, e non essere così brutale nel parlargli.
Ma ero troppo stressato per poter ragionare bene, non sapevo come comportarmi.
Sospirai pesantemente, mi alzai dal divano e andai a cambiarmi, indossai la tuta della moto e gli stivaletti, presi il casco e andai a prendere la moto in garage.
Se non avevo niente da fare, perché staremene a casa?

Stavo andando verso Seoul, senza una meta precisa. Imboccai una strada verso la collina e con calma arrivai lì. Scesi dalla moto e andai verso l'interno di questo boschetto che non avevo mai notato.
Camminai un po' e finalmente arrivai davanti a un muretto. Davanti a me vidi il panorama di Seoul.
Tolsi il casco e lo lasciai sul muretto.
L'aria era un po' fredda ma si stava bene al sole, la temperatura era perfetta proprio come piaceva a me.
Presi il cellulare e scattai una foto.
Non ero mai venuto prima d'ora qua su, e abitavo a Seoul da anni e anni.
Mi voltai di colpo sentendo dei passi dietro di me, mi voltai e intravidi Yoongi.

"e tu che ci fai qua?" chiesi andando vicino a lui
"non avevo niente da fare, qua venivo spesso con Jimin" disse Yoongi con un sorriso amaro
"capisco..." dissi voltandomi di nuovo e tornando vicino al muretto.
"Mi dispiace per averti costretto a parlare" dissi piano,
"fa niente, va tutto bene" disse Yoongi sospirando, "Jimin ha capito la situazione però, da quello che avevo intuito io" disse poi
"mh menomale, magari sta volta funzionerà" dissi io continuando a guardare davanti
"Tae, non fare il freddo con me" disse Yoongi poggiandosi al muretto continuando a guardarmi
"io mi comporto normale hyung. Sto solo pensando" dissi l'ultima parte a bassa voce
"a che cosa pensi" chiese lui
"a Jimin. Non ci sentiamo da 4 giorni, e non so quando riaccadrà un nostro riavvicinamento" dissi amaramente
"sei pessimista Tae, lo sei sempre stato, o almeno da quando Jimin andò via. Ti fidi di lui?" disse lievemente
"no hyung, non mi fido di lui. Ci provo ma non è migliorato...è sempre lo stesso di anni fa" dissi amaramente "quel Jimin è morto dopo quell'incidente. Gli voglio un mondo di bene, lui si fida di me, ma io non mi fido di lui" dissi prendendo il casco e andare verso la mia moto
"migliorerà Taehyung! Tu ti fidi di me io lo so, ma lo farà grazie a Jungkook! Vedrai!" urlò forte Yoongi in modo da farsi sentire

Tornai a casa di Evelin piano, senza fretta. Lei era già tornata a casa e stava riordinando la spesa che aveva fatto. Andai da lei e la abbracciai da dietro.
"ehy sei tornato, come stai oggi?" chiese voltandosi e dandomi un bacio sulle labbra
"confuso, tu invece?" dissi dopo il bacio
"tutto bene. Riordino un secondo e poi parliamo della tua confusione, che ne dici?" chiese sorridendomi
Annuì e andai a cambiarmi mettendomi qualcosa di più comodo, una tuta marrone e una maglia bianca aderente che sembrava quasi una canottiera.
Scesi sotto in soggiorno e la ritrovai a smanettare sul cellulare guardando i vari sponsor.
"che stress" disse spegnendo il cellulare e legandosi i capelli
"che succede?" chiesi sedendomi accanto a lei
"ma nulla, ho tante cose da fare a lavoro, sono stanca" disse ridendo appena abbracciandomi
"dai che c'è la farai, ne sono certo" dissi dandole un bacio sulla testa
"comunque, che cosa è successo?" chiese alzando il busto per guardarmi
"ho incontrato Yoongi su una collina a caso, e abbiamo parlato un po'.
E secondo lui, Jimin tornerà come prima solo grazie a Jungkook" dissi sospirando
"Jungkook mh?" disse facendo una breve pausa e continuare "li ho visti insieme prima, sembrava un bambino Jimin con lui, era contento e felice. In qualche modo Jungkook gli ispira fiducia e protezione, il che è vero.
Sono una sua buona amica, e quando mi succedeva qualcosa avevo lui vicino, finché non ho conosciuto te, mentre lui Jimin.
Nascerà qualcosa di puro tra di loro" disse Evelin seriamente
"non lo so. Li ho osservati molto pure io, e posso confermare la fiducia che nutre Jimin in lui, come la protezione. Al locale Jungkook non gli staccava gli occhi di dosso e gli era stato vicino tutto il tempo. Ha solamente occhi per lui" dissi riflettendoci "ma non so quando accadrà tutto ciò. Jimin è diverso dagli altri" dissi poi
"devi fidarti di Jungkook. Di lui ti puoi fidare sempre Tae" disse lei sicura
"si, e guardaci ora. Staccati per colpa di Jimin" dissi acidamente
"no. È qua che ti sbagli. Aspetta Tae, Jungkook ha i suoi validi motivi, è sempre stato così" disse lei in modo calmo.
"vedremo" dissi.
Ricevetti un bacio sulla guancia da parte sua e si mise meglio sul divano appoggiando la testa sul mio grembo, riprese il cellulare e tornò a smanettarci sopra.

Presi il mio cellulare e notai un messaggio da parte di Jimin.
jimin: tae, so che magari non è un buon momento, ma vorrei incontrarti per chiarire, non mi va di averti lontano da casa...mi manchi 18.00
io: oi, torno domani sera a casa, magari ne parliamo domenica mattina o pomeriggio, domani non saprei 18.30
jimin: va bene allora, scusa il disturbo 18.30

"mi ha scritto Jimin, domenica che sono a casa vuole sistemare le cose tra di noi" dissi poggiando il cellulare di fianco a me
"che bella notizia visto? Vedrai che alla fine ci sarà lo zampino di Jungkook" disse ridendo "potrebbero fare i modelli quei due, anche tu sai?" disse lei alzando lo sguardo verso il mio. "perché non provi nella mia agenzia?" chiese subito dopo
"non saprei, mio padre vuole cedermi la sua azienda" dissi piano
"ma tuo padre non è vecchio, ne ha ancora di anni! Ora ti prenoto uno shooting, vedrai come diventerai famoso" disse lei scrivendo al suo manager
"va bene fai tu, hai carta bianca" dissi alzando le mani senza voler protestare.

La domenica arrivò ben presto, essendo che il sabato lo avevo trascorso a fare varie compere con Evelin. Ero tornato a casa un po' tardi rispetto l'ora che avevo prestabilito con mia madre.
Tornato in camera ebbi solo il tempo di cambiarmi velocemente e buttarmi nel letto per poi crollare in un sonno profondo.
Erano circa le 10 del mattino quando mia madre mi aprì le tende urlando "svegliati mascalzone!".
Sospirai sonoramente e mi rigirai nel letto a dormire ma mi venne tolta anche la coperta, così costretto ad alzarmi.
"minchia potevi lasciarmi dormire" dissi sbadigliando a mia madre andando verso il bagno.
"no Taehyung. Vai a cambiarti che Jimin vuole portarti fuori a colazione" disse superandomi e andando di sotto.

Roteai gli occhi e mi chiusi in bagno facendomi una doccia. Tornai in camera e mi misi una tuta nera e una felpa bianca.
Scesi sotto in soggiorno e vidi mia madre guardare la televisione abbracciata a Jimin.
Sospirai e mi avvicinai ai due.
"ehy Tae" disse Jimin voltandosi sentendomi arrivare.
Lo salutai con un cenno e andai a mettermi le scarpe e la giacca, poco dopo arrivò anche Jimin.
Lo scrutai con lo sguardo e notai di nuovo che avesse rimesso la giacca di Jungkook, metteva solo quella soprattutto quando avevano smesso di parlare.
"andiamo dai" disse a bassa voce superandomi e uscendo fuori di casa.

Stavamo camminando in totale silenzio, si poteva sentire il disagio che provava lui in mia presenza, così decisi di aprire un discorso.
"di che cosa volevi parlarmi?"

"volevo chiederti scusa per essermi intromesso fra i tuoi amici e recarti problemi. So di essere un peso" disse amaramente abbassando il capo e guardando per terra.
"ieri sera mi sono incontrato con Jungkook, abbiamo parlato, cercando di chiarire ecco. E secondo la mamma e lui, io avrei dovuto parlarti per sistemare le cose" disse poi
"non è di tua spontanea volontà però" dissi io cercando di mantenere un tono tranquillo. Ero molto innervosito da quello che stava dicendo, sia dal fatto che lui per me fosse un problema, quando non lo è mai stato, e sia per il fatto che non è stata di sua spontanea volontà venirmi a cercare.
"nono Tae. Io volevo davvero chiarire con te, sei il mio fratellino, ti voglio un mondo di bene cazzo. Già per il tuo compleanno non ci sono stato mi sono sentito una merda, ma non ce la facevo" disse lui alzando lievemente il tono
"mi spieghi il perché del tuo comportamento?" dissi volendolo capire
Sospirò e disse "non lo so con chiarezza, so solamente che sono scappato da lui, non ce la facevo a stare con la sua presenza addosso. Lo sai il rapporto che avevamo, non eravamo dei semplici amici, c'era qualcosa in più.
Lui cercava di aiutarmi e mi voleva davvero per quello che sono, mentre io gli volevo bene, ero infantile con lui, mi capiva subito, c'era una connessione, e tutto quanto insieme mi ha destabilizzato facendomi quasi cadere nel vuoto.
Ho pensato a me stesso Taehyung." disse velocemente, stava quasi andando nel panico.
"calmati Min, va tutto bene" dissi avvicinandolo a me per abbracciarlo, "scusami per non averti compreso, ho capito" dissi mentre lui aveva iniziato a piangere.

Avevo capito quello che cercava di dire, Ken era di mezzo, ecco perché il suo comportamento.
Mi si strinse il cuore per l'ennesima volta, quel ragazzo lo aveva rovinato così tanto che ora io non riuscivo a fidarmi di mio fratello come una volta.

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